Zazzaroni riprende Bielsa per descrivere Conte: «Ha fatto indirettamente il suo ritratto attraverso questo intervento!». A cosa ha fatto riferimento il giornalista

Zazzaroni, direttore del Corriere dello Sport, ha speso queste parole nei confronti di Bielsa e Conte. Ecco cosa ha scritto

La psicologia dell’allenatore vincente, l’ossessione per il dettaglio e quella “tossicità” necessaria per eccellere. Sono questi i temi al centro dell’ultimo editoriale di Ivan Zazzaroni sul Corriere dello Sport. Il direttore ha preso spunto dalle recenti, clamorose dichiarazioni di un maestro del calcio mondiale per tracciare un parallelo diretto con Antonio Conte, l’attuale tecnico del Napoli finito nella bufera dopo lo sfogo post-Bologna.

L’assist del “Loco”: Bielsa si confessa

Zazzaroni è rimasto colpito dalle parole di Marcelo Bielsa. El Loco ha offerto un’autoanalisi spietata dopo una sconfitta per 1-5 contro gli Stati Uniti. Rispondendo a un giornalista, Bielsa ha dipinto un quadro psicologico che, secondo Zazzaroni, calza a pennello anche per l’allenatore salentino.

“Dico sempre che io sono tossico. Stare con me peggiora chi mi sta accanto“, ha ammesso Bielsa. “Ci sono persone tossiche che vedono solo i difetti, che sono esigenti, che non sono mai soddisfatte di niente… Io sono così“.

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La paura della sconfitta come motore

Il cuore del ragionamento risiede nella motivazione che spinge questi tecnici ossessivi. Non è la gioia del trionfo, ma il terrore del fallimento. “Sai su cosa si basa questo comportamento? Sulla paura. Non ti piace vincere. Hai più paura di perdere di quanto ti piaccia vincere“, ha spiegato Bielsa.

Un concetto che sembra la didascalia perfetta per la carriera di Antonio Conte. L’allenatore del Napoli, che ha recentemente criticato i suoi giocatori per la mancanza di “cuore” e “fame”, vive il calcio esattamente in questo modo: una ricerca costante di risorse per allontanare lo spettro della sconfitta.

Il riflesso su Conte e il Napoli

Per Zazzaroni, la confessione di Bielsa è, indirettamente, il ritratto di Conte. Quell’insoddisfazione perenne, quella richiesta di perfezione che può logorare l’ambiente ma che spesso porta alla vittoria, è il marchio di fabbrica dei grandi “ossessivi”. A parte i “più irresponsabili che meritano elogi“, conclude Bielsa, questo vale per tutti gli allenatori di alto livello. Il Napoli è avvisato: la “tossicità” vincente di Conte è l’arma a doppio taglio con cui dovrà convivere per tornare al successo.