Zhegrova e quel doppio rovescio della medaglia in Juve Roma
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Zhegrova e quel doppio rovescio della medaglia: dentro al suo Juve Roma, con un indizio chiaro di Spalletti…L’analisi

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Zhegrova ha vissuto un Juve Roma con il doppio rovescio della medaglia: e Spalletti ha lanciato questo indizio dopo la partita

Una vittoria fondamentale, festeggiata sui social con due semplici parole: “Vittoria importante”. Edon Zhegrova ha affidato a Instagram la sua gioia per il 2-1 rifilato alla Roma. Eppure, la sua mezz’ora in campo all’Allianz Stadium è stata la perfetta rappresentazione del concetto di “croce e delizia”, un mix di talento cristallino e pericolose amnesie che ha costretto Luciano Spalletti a una profonda riflessione tattica nel post-partita.

Il film della partita: assist e ingenuità

Subentrato nella ripresa per dare strappi alla manovra, Zhegrova è stato determinante nell’azione del raddoppio: suo il traversone liftato e preciso per la testa di Weston McKennie, da cui è scaturito il tap-in vincente di Loïs Openda. Tuttavia, pochi minuti dopo, è stato proprio un suo pallone perso ingenuamente in mezzo al campo a innescare la ripartenza giallorossa, conclusa con il gol di Tommaso Baldanzi che ha riaperto il match e fatto soffrire lo Stadium fino al 95′.

L’analisi di Spalletti: la bilancia dei pro e contro

Interrogato sulla prestazione del kosovaro, Spalletti non si è nascosto, offrendo una lezione di realismo tattico. Il tecnico di Certaldo ha spiegato chiaramente i limiti strutturali del giocatore in fase di non possesso:

«Zhegrova, quando lo porti nella tua metà campo, non ti fa ripartire. Non ha lo strappo di 70 metri nelle gambe per ribaltare l’azione. Contro squadre organizzate come la Roma, questo diventa difficile: ti manca un uomo in fase difensiva e loro quella superiorità te la fanno valere. Ci hanno fatto due cross pericolosi proprio per questo motivo».

La scommessa calcolata

Per Spalletti, schierare Zhegrova è un esercizio di bilanciamento, quasi una scommessa matematica tra ciò che offre e ciò che toglie:

«Bisogna stare dentro questo equilibrio. La speranza è che i due o tre palloni di qualità che ti gioca riescano a sopperire alla qualità degli avversari che ti attaccano. Lì devi essere bravo a far arrivare la lancetta in pari tra le cose in più e le cose in meno».

Ieri sera la lancetta è rimasta, seppur di poco, dalla parte della Juventus. Ma il messaggio del mister è chiaro: per essere titolari in questa Juve serve qualcosa di più della sola fantasia.

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