Zuelli: «Esordio in prima squadra, arrivo alla Juve, idoli: dico tutto»
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Zuelli: «L’esordio in prima squadra, l’arrivo alla Juve, gli idoli: vi dico tutto»

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Emanuele Zuelli, centrocampista della Juventus Next Gen, è intervenuto sul canale Twitch del club bianconero

Il centrocampista della Juventus Next Gen, Emanuele Zuelli, è intervenuto dalle 17.00 sul canale Twitch del club bianconero. Le sue parole.

FINALE DEL MONDIALE MIGLIORE DI SEMPRE – «Secondo me sì, per quelle poche finali che ho visto, sicuramente sì. Fino al 70′ aveva giocato solo l’Argentina poi in 2 minuti è cambiato tutto. Mbappé l’ha cambiata dal nulla, l’episodio del rigore ha cambiato tutto».

ESORDIO IN PRIMA SQUADRA CON L’ARSENAL – «Quella maglia l’ho tenuta, bellissimo ricordo che terrò per sempre. Ringrazio la società per avermi permesso di fare questa bellissima esperienza. Non è da tutti, è un sogno che si è realizzato. In quel momento non ti dico che l’aspettavo ma ci speravo tanto. Entrare in uno stadio così credo sia il sogno di tutti, è uno dei più belli del mondo. Ero anche tranquillo, ma quando sono entrato ho pensato: ‘Sono in tv, come se stessi guardando una partita così importante dalla tv’. Un po’ non ci credevo ma sono felice davvero».

COSA LO HA COLPITO DELLA JUVE SUBITO – «L’organizzazione che c’è dietro ad ogni minimo dettaglio. Ogni persona che fa ogni singola cosa. Il centro sportivo poi, i calciatori: è tutto al top per farti migliorare il più possibile. Poi rimane tutto nelle tue mani. Non tutte le società hanno un centro sportivo come quello della Juve».

ARSENAL JUVE – «È stata una partita tosta, palla al piede hanno un gioco incredibile. Noi abbiamo tenuto duro, era molto difficile. Sono entrato sull’1-0, dovevamo difendere, poi in contropiede l’abbiamo portata a casa».

INSERIMENTI IN AREA NEL FINALE – «Quella cosa in particolare il mister non me l’ha chiesta perché la priorità era chiudere bene gli spazi. Stai vincendo 1-0 all’80’ non pensi più ad andare avanti».

CHE RUOLO PREFERISCE – «A centrocampo posso giocare dappertutto, mi metto a disposizione del mister. Basta che riesco ad aiutare la squadra. Mezzala mi piace perché riesco a stare più avanti, anche mediano perché tocco tanti palloni».

MODELLO – «Mi piace Thiago Alcantara, come tocca il pallone».

DA ZAULI A BRAMBILLA – «Mister Zauli era un allenatore che puntava più sulla motivazione, più rabbioso. L’anno scorso abbiamo fatto una grandissima stagione. Mi trovavo bene con lui, come ci faceva muovere. Mister Brambilla ora è più tranquillo ma punta più sul gioco, sulla manovra. Preferisco una squadra che gioca rispetto a una che si difende e parte in contropiede».

ILING – «Mi sta simpaticissimo, è un grandissimo amico. Si è meritato il rinnovo, anche contro l’Arsenal è entrato dopo un mese e mezzo di infortunio e ha fatto gol. Anche in Champions ha giocato bene. È forte come dicono».

I PIU’ FORTI CON CUI HA GIOCATO – «Al Chievo dico Vignato, mentre qua alla Juve della prima squadra dico Dybala o Di Maria. Impressionanti».

PRIMO GOL TRA I PROFESSIONISTI ALLA JUVE – «Me lo ricorderò per sempre, il primo tra i professionisti. Me l’ha passata Soulé, ho visto tutto il campo davanti e mi son detto ‘Corri’. Volevo far gol, eravamo sull’1-1. Lo volevo proprio».

GENERE MUSICALE PREFERITO – «Non ho un genere preferito, li ascolto tutti in base all’umore».

CANZONE DURANTE IL LOCKDOWN – «Ero a Veronello, nel ritiro del Chievo, mio padre ha detto ‘Facciamo una canzone?’. Ho detto sì, abbiamo fatto questa canzone e a parer mio è andata anche bene».

COSA CHIEDE A NATALE – «Anche quando mi chiedono cosa voglio per Natale non so mai cosa rispondere. Quando non me lo chiedono ho mille idee, quando invece lo fanno non mi passa niente per la testa. Non so cosa rispondere».

GLI PIACE TORINO – «Molto, è gigantesca. Piazze bellissime, mi danno fastidio solo i troppi semafori. Li becco sempre tutti rossi».

PERCORSO – «Ho iniziato a Bolzano, io sono di là. Avevo due campi di fronte casa. Mio papà mi ha portato ad allenarmi, nei primi calci. Non mi ero ancora iscritto, al primo allenamento c’era l’allenatore che urlava tantissimo e tornando a casa ho detto ‘Non voglio più andare, l’allenatore urla troppo’. Poi così ho cambiato squadra. Dopo il Bolzano sono andato al Sudtirol, poi al Gardena, al Chievo e infine alla Juve».

CONSIGLIO AI GIOVANI – «Divertirsi sempre. Le cose fatte bene le fai solamente se veramente ci tieni e ti diverti a farle».

COSA HA PENSATO ALLA CHIAMATA DELLA JUVE – «Ero in ritiro al Chievo, non si capiva niente perché stava per saltare tutto. Una mattina arriva la chiamata di mio papà che mi dice che la Juve era interessata a me. Sono rimasto fermo, bloccato. Alla fine abbiamo continuato a parlare e sono venuto qua».

IDOLO CALCISTICO – «Posso dire De Bruyne».

CON CHI HA LEGATO DI PIU’ – «Qua ho trovato un grandissimo gruppo. Uno non ce l’ho perché abbiamo un bel gruppetto. Sekulov, Barbieri, Riccio, Lipari, Besaggio con cui ho legato tantissimo. Della prima squadra Soulè, Miretti, sono dei ragazzi d’oro».

PIU’ SIMILE A FAGIOLI O MIRETTI – «Non mi rispecchio in nessuno dei due».

CHI L’HA SORPRESO DI PIU’ – «Barrenechea ha una qualità impressionante. Anche Compagnon, Barbieri».

PRIMA SQUADRA – «Dipende più da me. Se io mi alleno al massimo sento che la società potrebbe darmi la possibilità sotto questo aspetto. Lo ha già dimostrato con gli altri giocatori che sono saliti. Dipende quasi più da me che da loro».

A CHI DICE GRAZIE – «Io sono stato fortunato che la mia famiglia mi ha sempre spinto, mi ha sempre aiutato, c’è sempre stata. Ringrazio mio papà, mia mamma, mia sorella. Da lontano non è facile, mi sono trovato in mezzo a ragazzi che come me avevano lo stesso sogno. Loro mi tenevano a galla, gioivano insieme a me. Devo tutto a loro».

COSA FA NEL TEMPO LIBERO – «Vado a periodi anche là. Serie tv, c’è stato un periodo in cui ho provato a suonare la pianola, il pianoforte, disegno. Vado di qua e di là senza un senso».

SERIE TV PREFERITA – «Mi è piaciuta Prison Break. Poi Outer Banks, la Casa di Carta, Riverdale»

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