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Libro Ziliani contro la Juve: «Vi darà i brividi. Illeciti mai compiuti così impunemente a memoria d’uomo»

Libro Ziliani contro la Juve: questo il messaggio del giornalista sull’opera scritta anti-bianconeri. Le sue parole
Attraverso il suo profilo Twitter, il giornalista Paolo Ziliani ha annunciato che il suo libro contro la Juve (scritto con Maurizio Pistocchi) “Juventopoli” sarà in libreria dal 4 luglio.
ll 4 luglio “JUVENTOPOLI” sarà in libreria: perchè lo scandalo degli scandali non venga dimenticato
Il libro che ho scritto con Maurizio Pistocchi vi darà i brividi: un tuffo negli abissi di illeciti mai compiuti così impunemente a memoria d’uomo – La foto di un calcio italiano… pic.twitter.com/JZb8ZXiMwP— Paolo Ziliani (@ZZiliani) June 16, 2023
PAROLE – «ll 4 luglio “JUVENTOPOLI” sarà in libreria: perchè lo scandalo degli scandali non venga dimenticato. Il libro che ho scritto con Maurizio Pistocchi vi darà i brividi: un tuffo negli abissi di illeciti mai compiuti così impunemente a memoria d’uomo – La foto di un calcio italiano ridotto ormai a pezzi. Mentre scrivo queste note, non so quali decisioni sia sul punto di prendere l’UEFA a carico della Juventus, finita al centro di due diverse inchieste, una per il mancato rispetto dell’accordo sul Fair Play Finanziario e una per gli illeciti sportivi che le sono costati, nel campionato di Serie A, la penalizzazione di 10 punti in classifica, la squalifica dei suoi quattro massimi dirigenti per 7 anni e 10 mesi complessivi, oltre al patteggiamento per un’altra serie di gravi e diversi illeciti chiuso con la FIGC con una – a dire il vero ridicola – multa di 718 milioni e l’impegno a considerare definitive e non più appellabili le precedenti sanzioni. Non so insomma se l’UEFA, che dalla giustizia sportiva italiana si aspettava ben altre e più pesanti sanzioni, manterrà la posizione colpevolista suggerita dai tre ispettori del CFCB che hanno condotto le inchieste su Madama, o se sposerà anche in Europa la linea del Perdono scelto dalla FIGC di fronte alle malefatte juventine che come hanno scritto i giudici, anche in terzo grado, hanno “alterato la leale competizione” per lunghi anni in Italia e, ovviamente, per lunghi anni anche in Champions League. Non so se la Juventus sarà al via della prossima Conference League oppure no; se verrà esclusa dalle coppe per una stagione oppure per due o per tre. La sola cosa di cui sono certo è il consiglio che adesso voglio darvi: quello di acquistare, di leggere e di conservare il libro che con Maurizio Pistocchi ho scritto per “Piemme” – che non vuol dire Pubblico Ministero, anche se ci starebbe a pennello -, e che uscirà in libreria prima del previsto, il 4 luglio e non il 18, al costo di 18,90 euro (9,99 formato Kindle e ebook). Ve lo consiglio perchè questi soldi potrebbero rivelarsi un investimento: nel senso che potrebbero farvene risparmiare molti altri in futuro, specie se vi sarà chiaro, a lettura completata, che tutta la passione che avete messo ieri, oggi e pensate di mettere domani per seguire il calcio in Italia, e tutti i soldi che avete speso ieri, oggi e pensate di spendere domani per acquistare giornali e abbonamenti-tv, biglietti e abbonamenti allo stadio, magliette e merchandising vario, sono stati, sono e saranno soldi buttati. Perchè il calcio che si gioca in Italia, oggi come ieri e come sarà domani, è in realtà uno sport finto, uno sport dove l’equa competizione è bandita in partenza (lo dicono i magistrati che hanno indagato sulla Juventus, non lo dico io), è uno sport dove il Palazzo e la politica e l’informazione colludono da sempre con gli interessi di un club per il quale non esiste il dovere del rispetto delle regole e a favore del quale, quando le malefatte commesse superano ogni limite di decoro e di decenza, vengono fatti sparire, all’occorrenza, le stesse leggi e gli stessi regolamenti, salvo ripristinarli il giorno dopo per dare addosso senza un briciolo di pietà a chi osasse rubare una mela. Il Chievo fatto sparire dal calcio per un ritardato pagamento dell’Irpef può valere come esempio per tutti, ma forse i tifosi del Napoli e della Fiorentina, solo per citare due club che pure vanno per la maggiore, ricorderanno la retrocessione in serie C del Napoli e in serie C2 della Fiorentina per colpe infinitamente inferiori a quelle commesse dal club di cui Maurizio Pistocchi ed io rendiamo conto nel nostro libro “Juventopoli: scudetti falsati & altre storie poco edificanti”. Immaginare come davanti a una cloaca simile, scoperchiata dai PM di Torino a cielo aperto, sia stato possibile per la FIGC e per la giustizia sportiva italiana arrivare a un verdetto di sostanziale assoluzione di un club che regolamento alla mano avrebbe dovuto, a patto di andare a patteggiamento, ripartire dalla serie C con i suoi massimi dirigenti radiati ed essere cancellata dall’Europa per anni, è ancora oggi impresa impossibile. Il vero scandalo, a distanza di sei mesi dall’esplosione della bomba dell’Inchiesta Prisma, non è lo scandalo della Juventus in sè: è lo scandalo del colpo di spugna dato allo scandalo Juventus, è lo scandalo del vergognoso comportamento della politica dei ministri Giorgetti e Abodi, delle istituzioni sportive nella persona di Malagò (CONI), del Palazzo del calcio nelle persone di Gravina (FIGC), Casini e De Siervo (Lega Serie A), della giustizia sportiva nelle persone di Chinè (Procura federale) e Sica (Tribunale Federale), dell’informazione, sportiva e non sportiva, scesa in campo al gran completo – da Sky a DAZN, da Mediaset alla Rai, dai quotidiani sportivi ai quotidiani d’informazione, dai programmi radio ai siti web – nell’operazione di salvataggio & insabbiamento di un club protagonista del più grande scandalo dello sport italiano da quando lo sport e il pallone sono stati inventati. E insomma, a chi mi segue e apprezza la mia onestà e il mio lavoro: acquistate “Juventopoli” e fatelo leggere alle persone che vi sono care. Poi conservate il libro. E continuate, se vorrete, a fare quel che avete fatto fino ad oggi, cioè restare appassionati al calcio “made in Italy”: se non altro, saprete che di presa in giro si tratta. E a quel punto, liberi tutti di scegliere di che morte si desidera morire».
