Caso Fagioli, lo psicologo: «Scommettere è come una dose di droga. Così si può risolvere il problema»

Caso Fagioli, parla l’esperto Paolo Jarre, che segue il centrocampista nel suo percorso di riabilitazione dalla ludopatia

Intervistato da La Stampa, il terapeuta dello juventino Fagioli, Paolo Jarre, ha così parlato dei problemi causati dalla ludopatia.

SOLDI CHE NON SANNO GESTIRE – «I fattori di rischio sono molti. Sicuramente i soldi e un livello d’istruzione medio basso. Poi c’è un altro aspetto: il loro mondo li pone in una situazione di prossimità con le scommesse sportive. Se ne parla continuamente. E sono ragazzi che molto spesso non hanno gli strumenti per affrontare certe tentazioni».

PROBLEMA EDUCATIVO – «Anche. Sono giovani che dovrebbero essere protetti da sè stessi. Essere avvicinati allo studio, accompagnati in attività esterne di carattere sociale. Ricevere stimoli differenti. Io poi ho una mia teoria. Una suggestione, quasi una fantasia».

TEORIA – «I soldi dovrebbero essere spalmati nel corso degli anni. Così da poter imparare a dare il giusto valore al denaro. I giovani calciatori devono capire che la loro condizione devono tutelarla, conservarla, pensando al futuro».

SCOMMESSE – «L’immediatezza determina una gratificazione paragonabile a quella di una piccola dose di droga. La comunità scientifica ha messo il disturbo del gioco d’azzardo nello stesso capitolo della dipendenza da sostanze».