Antinelli (Rai): «Juve Inter da bordocampo: vi dico la mia» - ESCLUSIVA
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Antinelli (Rai): «Juve Inter da bordocampo: vi dico la mia» – ESCLUSIVA

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Alessandro Antinelli, giornalista della Rai, ha rilasciato un’intervista in esclusiva a Juventus News 24 dopo Juve Inter. Le sue parole

La Juve di Andrea Pirlo ha conquistato la finale di Coppa Italia. Bianconeri che hanno eliminato l’Inter, staccando il pass per l’ultimo atto della competizione. In esclusiva a Juventus News 24, il giornalista Rai Alessandro Antinelli (a bordocampo nel match dell’Allianz Stadium) ha parlato dell’incontro, soffermandosi sui temi d’attualità relativi alla sfida tra bianconeri e nerazzurri.

Il doppio confronto tra Juve e Inter ha visto la qualificazione della squadra di Pirlo alla finale di Coppa Italia. Bianconeri superiori nelle due sfide o crede che i nerazzurri avrebbero meritato qualcosa in più?
«L’Inter ha perso la qualificazione all’andata, con due errori clamorosi: la follia di Young sul rigore e quella di Bastoni-Handanovic. Nei 180′ emerge una Juve più lucida, in palla e concentrata sull’obiettivo. L’Inter è sembrata più appannata ieri sera, tenendo in mano il pallino del gioco ma non riuscendo a trovare le solite tracce. Questo non succede per caso, ma è dovuto ad una mancanza di lucidità. Cosa che non succede alla Juve, che nell’ultimo mese è corta quando deve rimanere corta, lunga quando c’è da stare lunga, difende a 3, a 4 a 5. Aggiungo un’altra cosa: tutti coloro che entrano dalla panchina per i bianconeri sono determinanti. In 180′ si passa sui dettagli, e la Juventus lo ha meritato».

Lo 0-0 dell’Allianz Stadium certifica un altro clean sheets per la Juventus. A cosa è dovuto secondo lei questo cambio di passo della difesa bianconera?
«Bisogna innanzitutto fare un ragionamento sui giocatori: De Ligt non c’è stato per tante partite, Demiral non era al top, Chiellini non c’era. Avere tutti i centrali insieme, con Cuadrado, Alex Sandro e Danilo che ovunque lo metti prende 6.5/7, ti fa tanta differenza. Questi uomini Pirlo non li aveva e ora li ha, poi è importante saperli gestire. Chiellini è in forma, ma gli ha preferito Demiral, che è stato il migliore in campo. In questo caso devi battere le mani all’allenatore, che in settimana ha una coscienza chiara su chi è in forma e chi no. Se ti puoi permettere di lasciar fuori Chiellini e Bonucci, sono solo buone notizie».

Supercoppa italiana, finale di Coppa Italia, terzo posto in campionato e ottavi di Champions. Si aspettava un primo bilancio così importante per Pirlo alla sua prima stagione da allenatore alla Juve?
«No, nessuno se lo sarebbe aspettato, a maggior ragione dopo la sconfitta con l’Inter. La strada la devi trovare: ora mettiamo le etichette ‘sarriano’, ‘allegriano’, ma lui sta trovando una nuova idea di gioco. Il giudizio sarà completo quando, avendo tutti i giocatori a disposizione, arriveranno le partite importanti. Quello che ha fatto fino adesso però è da 8 in pagella».

Il rovescio della medaglia vede l’Inter di Conte impegnata solamente in campionato d’ora in poi. Scudetto o stagione fallimentare altrimenti?
«Non se ne esce, è così. O Scudetto oppure ridimensionamento del mondo Inter. Le notizie che arrivano dal fronte societario sono inquietanti. Però bisogna vedere l’altro lato della medaglia: se Conte ricompatta la sua squadra e la porta a battersi per lo Scudetto fino alle ultime 4/5 giornate di campionato, allora anche il discorso societario può prendere una piega diversa perché lo Scudetto ti porta benefici importanti. Occhio quindi al giudizio sull’Inter: ora il bilancio è estremamente negativo, ma i conti si fanno a maggio, perché se si cuce il titolo sul petto ha avuto ragione lui».

A proposito di Conte, lei da bordocampo come l’ha ricostruita la vicenda all’intervallo e a fine partita tra il tecnico dell’Inter e la Juventus?
«È chiaro che è una partita sentita, è chiaro che se le sono dette, ma da retro porta dove eravamo noi non era facile sentire tutto perché a questo punto diventa poi una questione di intercettazioni ambientali da bordocampo e lettura dei labiali. Il calcio è un’altra cosa. C’è una serie di cose che noi stiamo amplificando ma che sono normali se non fosse che Conte è Conte e ha un trascorso a Torino e la Juventus è la Juventus. Bisogna scindere i fatti: l’80% delle cose che si sono detti è normalità di campo. Poi Conte dice ‘Sono stato insultato e ho reagito’, e dalle immagini si vede il dito medio e quello non è giustificabile. Io non sono in grado di dire, dalla mia postazione, è stato insultato, perché non lo so e non l’ho sentito. Il quarto uomo però sì. Ora serenamente uscirà un referto del signor Mariani e del quarto uomo e capiremo chi ha detto cosa a chi. Le cose certe sono: uno scambio tra Bonucci e Conte, il dito medio di Conte ripreso dalle immagini e il presidente Agnelli che dice qualcosa all’indirizzo del tecnico. Il resto lo vedremo nel referto dell’arbitro, ma adesso dire cosa si sono detti diventa davvero un’intercettazione ambientale».

Un giudizio invece sull’attacco di Pirlo? Proposto nuovamente il tandem Kulusevski-Ronaldo: la convince questa soluzione oppure avrebbe puntellato l’attacco a gennaio?
«Non avrei puntellato la squadra, perché la Juve ha Morata, i cui 13 gol rappresentano un fatturato altissimo. Poi c’è Dybala, che deve rientrare. Secondo me non c’era bisogno di un rinforzo. Se vogliamo spostarci sul discorso Dzeko, lui è un giocatore che piace moltissimo a Pirlo, ma se fosse arrivato a inizio stagione sarebbe stato un conto mentre ora, con un Morata così, la Juve è a posto. Pirlo sta centellinando i suoi giocatori, come Chiesa e Kulusevski, che risultano decisivi in alcune partite ma devono imparare anche tante cose. La stagione è lunga, quindi lui li sta ruotando tutti».

Ancora una prestazione incolore, invece, per Bernardeschi. Lei che l’ha seguito da vicino anche in Nazionale in questa stagione, come si spiega il dualismo tra il diverso rendimento del calciatore con l’Italia e con la Juventus?
«Secondo me incide il fatto di non avere la certezza del ruolo. Una volta a destra, una volta a sinistra, con Allegri è stato trequartista. Non è facile. Detto questo, è uno che di partite importanti ne gioca quindi deve dare di più. Con quel mancino, deve dare di più alla causa della Juventus, perché non è un giocatore ai margini ma Pirlo gli dà tante chances».

Juve che stacca il pass per la finalissima dunque. Chi immagina possa essere la sua avversaria tra Atalanta e Napoli?
«È difficile: l’Atalanta è in un momento di leggera flessione, ma se gioca al suo livello a casa sua è un avversario ostico per chiunque. Bisogna riconoscere un 51% di favore alla squadra di Gasperini, ma guai a sottovalutare il cuore del campione, che in questo caso è Gattuso. Ha una squadra ridotta a pezzi però non lo sottovaluterei. Si gioca tutto, ma mi aspetto una partita gagliarda del Napoli. È un 51% contro un 49%».

Si ringrazia Alessandro Antinelli per la disponibilità e la cortesia mostrate in questa intervista

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