Allegri: «L'obiettivo finale è lo Scudetto. Ecco cosa serve»
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Allegri: «L’obiettivo finale è lo Scudetto. Ecco cosa serve»

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Allegri: «L’obiettivo finale è lo Scudetto. Ecco cosa serve». Le dichiarazioni del tecnico bianconero

Allegri ha tenuto un seminario via streaming per l’Università politecnica delle Marche sul tema “Team working e comunicazione delle vittorie e delle sconfitte”.

Queste le parole integrali dell’allenatore della Juventus.

GESTIONE SCONFITTE E CAMPIONATO – «Ripeto, restare staccati e al di là del risultato capire cosa sta facendo. In quei momenti se ti fai travolgere fai più confusione, ai problemi devi trovare soluzioni ma non puoi pensare di risolverlo in un giorno solo. Va fatto tutto con lucidità e con freddezza, per uscire dalle situazioni con molta calma. Il campionato non lo vinciamo e non lo perdiamo in una partita, sono 38 partite, un cammino in cui devi viaggiare a velocità di crociera. L’obiettivo finale è lo Scudetto, ma prima di quello ci sono dei micro-obiettivi da raggiungere come le gare infrasettimanali e le gare dopo. Ogni anno è diverso dall’altro, imparare e saper gestire difficoltà ed imprevisti è fondamentale. Sapere che tutti gli anni si fa la stessa cosa diventa quasi un mantenimento, ma a me hanno insegnato che il mantenimento non esiste, esiste il miglioramento perché se mantieni poi cadi. Più siamo distaccati e meno ci facciamo prendere dalla fretta nell’accelerare le cose e meglio facciamo. Ai ragazzi dico sempre che non dobbiamo essere frettolosi, dobbiamo essere veloci. Se sei veloce hai il controllo della situazione e riesci ad arrivare all’obiettivo con meno margine di errore».

COSTRUIRE UN TEAM VINCENTE – «Ci sono similitudini un po’ ovunque. Formare una squadra vincente, che ottiene risultati, è importante. Quando iniziamo la stagione siamo un gruppo, da lì serve diventare velocemente squadra. Prima lo fai e prima raggiungi gli obiettivi. Del team fanno parte tutti, dai giocatori ai magazzinieri. La mia politica è quella di stare un passo o due indietro a tutti, tieni sempre il controllo della situazione ma quando parti con un progetto nessuno deve sentirsi al di sotto di qualcun altro. A livello mentale ci deve essere coinvolgimento da parte di tutti, così ottieni sicuramente di più. I dettagli fanno la differenza e coinvolgere tutti è importante, poi le decisioni spettano a me ma io riesco anche a delegare molto al mio staff. Poi per esempio sulla parte medica non entro, io mi devo fidare dei dottori che devono essere responsabili del proprio lavoro. Responsabilizzando e coinvolgendo tutti riusciamo a fare squadra. Tutti hanno obiettivi singoli, ma questi devono essere messi da parte per far sì che l’obiettivo di squadra venga raggiunto, perché questa è la cosa più importante».

SEGUIRE LE REGOLE«Ho imparato tantissimo in 4 anni che ho seguito mia madre, per la tranquillità che sono riusciti tutti a trasmettermi nell’ultimo periodo della sua vita. Queste cose le ho riportate sul mio lavoro».

I GIOCATORI FUMANO? – «Nella vita privata è difficile entrarci. La gestione del professionista non è solo il campo, lì è facile perché sono controllati e sotto pressione. Fuori dal campo viene il difficile ed è lì in cui i giocatori devono essere bravi. Sicuramente il fumo nuoce, non per il calcio ma per la loro salute».

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