Analisi tattica Juve Spezia: Morata e Bernardeschi cambiano la partita
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Analisi tattica Juve Spezia: Morata e Bernardeschi cambiano la partita

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Analisi tattica Juve Spezia: la partita dello Stadium analizzata nei dettagli. Le mosse di Andrea Pirlo e Vincenzo Italiano

Un primo tempo difficile

Nel finale, la Juve ha chiuso con tranquillità un match che pareva essersi complicato molto nella prima ora. Tante cose non stavano funzionando tra i bianconeri: prima di tutto, lo Spezia riusciva con facilità ad avere supremazia territoriale, schiacciando i padroni di casa e riversandosi nella metà campo rivale con tanti uomini. La Juve, poco intensa e dinamica, era costretta a un baricentro basso. Non riusciva a prendere i rivali in alto, che anzi facevano girare il pallone con fluidità e rapidità. Lo Spezia andava velocemente da un lato all’altro del campo, con la Juve soffriva nello scivolare in fascia.

D’altronde, Pirlo ha detto chiaramente che i bianconeri erano poco brillanti dal punto di vista fisico. Abbiamo visto a tratti una squadra inerme, nonostante l’ampio gap tecnico tra le due formazioni.  I liguri guadagnavano metri con troppa facilità: sia palleggiando dal basso, sia lanciando in modo più diretto su Nzola e le punte.

La Juve non approfitta dei difetti rivali

Il principale rimpianto della prima frazione è stato forse vedere una Juve  che non riusciva ad approfittare dei molti spazi concessi dai rivali. Lo Spezia, come suo solito, difendeva con una linea alta e ambiziosa: c’era modo di attaccare con profitto la profondità, anche alla luce dei limiti tecnici dei difensori di Italiano. La retroguardia dello Spezia andava sotto pressione quando sollecitata, i bianconeri potevano generare occasioni senza particolare fatica. Bastava alzare la palla dalla difesa e lo Spezia si faceva il gol quasi da solo: sia concedendo spazi, sia a causa di ripetuti errori tecnici da parte dei propri difensori.

La Juve è stata però poco intensa e incisiva per larghe fasi del match. Raramente McKennie si buttava dentro, mentre Frabotta ha sbagliato tanto quando è stato servito in fasica. Chiesa, ben supportato da Danilo, era tra i pochi che dava la sensazione di poter creare qualcosa, ma i bianconeri spesso lo bypassavano, con l’ex Fiorentina a volte un po’ fuori dalla partita. Kulusevski è cresciuto nel finale, ma anche lui ha offerto un primo tempo caratterizzato da tanti errori tecnici.

Morata e Bernardeschi cambiano la gara

Non stupisce che, appena entrati, siano stati Bernardeschi e Morata a confezionare la via della rete. E’ bastato un lancio da dietro di Sandro per mettere l’uomo solo davanti al portiere e bucare le linee rivali, un qualcosa che i bianconeri avrebbero dovuto cercare con maggiore convinzione anche nel primo tempo. Nonostante la linea alta dello Spezia, i bianconeri non erano riusciti ad approfittarne: anziché attaccare la linea difensiva, tornavano spesso indietro a causa di un giro palla troppo sterile.

Insomma, in una gara non certo esaltante, il rientro di Morata costituisce forse la notizia migliore: non solo per un gol di cui aveva un disperato bisogno, ma anche per la verticalità che ha dato alla squadra. Anche se ha perso qualche pallone (si vede che non è al meglio fisicamente), ha consentito ai bianconeri di attaccare meglio gli spazi, invogliando i compagni a lanciare lungo. Bastava poco per perforare il sistema difensivo di Italiano, ma ci è voluto l’ingresso del centravanti per sbloccare una gara che si stava complicando molto più del previsto.  Dopo lo svantaggio, lo Spezia si è disunito, attaccando con tanti uomini per raggiungere il pareggio. Gli spazi sono così aumentati, con la Juve che su ogni palla recuperata aveva potenziali grosse occasioni. Confortante anche l’impatto di Bernardeschi, che a sinistra ha dato spinta e qualità. In un momento complicato, i cambi di Pirlo questa volta sono riusciti a cambiare la partita.

 

 

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