Analisi tattica Verona Juve: Pjanic soffre l'intensità della gara
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Analisi tattica Verona-Juve: Pjanic soffre l’intensità della gara

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Analisi tattica Verona-Juve: la partita del Bentegodi analizzata nei dettagli. Le mosse di Maurizio Sarri e Ivan Juric

(Di Jacopo Azzolini) Al Bentegodi si affrontano la Juventus capolista ed il Verona, la rivelazione del nostro campionato. Il match e le mosse dei due allenatori analizzate e studiate nei minimi dettagli.

Difficoltà nel resistere al pressing

Pur avendo tanto in comune con Gasperini (soprattutto per quanto riguarda le marcature a uomo), Juric non sempre esaspera il pressing ultraoffensivo, si sa anzi adattare a seconda del contesto. Contro la Juve, invece, il pressing scaligero è stato tanto alto quanto costante. Basti pensare che i quinti, Lazovic e Faraoni, erano continuamente in aggressione su Alex Sandro e Cuadrado. La Juve ha patito l’aggressività avversaria, che non lasciava quasi respirare. Mancavano soluzioni di passaggio sul corto, con ogni giocatore marcato da uno del Verona: per larghe fasi della gara la Juve non ha né consolidato il possesso, né è riuscita a risalire con la palla. Basti pensare che spesso nel primo tempo si sono visti tanti lanci lunghi per un Higuain sovrastato dai difensori scaligeri. Ogni volta che c’è un avversario intenso, la Juve soffre troppo: Pjanic, costantemente marcato da Pessina, è stato uno di quelli che più ha patito i ritmi alti.

Problemi difensivi in ampiezza

Oltre alle difficoltà in fase di possesso, la Juve ha comunque concesso molto. L’Hellas accompagna l’azione con tanti uomini: ha i quinti costantemente alti e riempie l’area con tanti giocatori. La Juve ha sofferto diverse situazioni tattiche: la linea difensiva non accorciava bene, di conseguenza i movimenti a venire incontro di Borini, Pessina e Zaccagni erano letti male. Inoltre, il Verona si è costantemente reso pericoloso con i cambi campo sul lato debole, dove Lazovic e (soprattutto) Faraoni hanno creato tante occasioni da rete (Zaccagni e Borini erano bravi a tenere impegnati i terzini). Come visto col Napoli, la Juve è troppo lenta nel coprire la palla, l’avversario con troppa facilità riesce ad effettuare cambi di gioco. Se difendi a zona, è un qualcosa che non ti puoi permettere.

Preoccupa la sterilità offensiva

Dopo 35′ a ritmi forsennati, sembrava che il Verona stesse iniziando a calare, e che nel secondo tempo la Juve avrebbe schiacciato gli avversari consolidando il possesso. Così non è avvenuto, lo stesso gol di Ronaldo è arrivato in ripartenza: se alcune difficoltà difensive si possono accettare, preoccupano soprattutto gli affanni in fase di possesso. Anche oggi, su attacco consolidato la Juve è riuscita poche volte a creare situazioni pericolose, il fraseggio continua a essere troppo lento. Inoltre, l‘assenza di Douglas Costa priva Sarri del giocatore creativo per distacco più incisivo della rosa in fase di rifinitura. L’unico in grado di diversificare la manovra e dare ampiezza, visto che senza di lui la Juve tende a incastrarsi per vie centrali. Le prossime settimane saranno molto complicate per Sarri.

 

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