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Esnaider a cuore aperto sulla morte di suo figlio: «Ogni giorno è difficile, non solo quello di Natale. Non ci si riprende mai da una situazione del genere». Le toccanti parole dell’ex Juventus!

Esnaider, ex giocatore della Juve, ha ricordato attraverso queste parole il dolore per la morte di suo figlio
Ci sono date che sul calendario segnano giorni di festa per il mondo intero, ma che per qualcuno diventano l’anniversario di un dolore insuperabile. È il caso del 25 dicembre per Juan Eduardo Esnáider. L’ex calciatore argentino ha scelto le colonne del quotidiano spagnolo Marca per aprire il suo cuore e raccontare la ferita mai rimarginata causata dalla perdita del figlio Fernando, deceduto a soli 17 anni il giorno di Natale del 2012 a causa di una grave malattia.
Una carriera tra luci e ombre, poi il buio
Esnáider è un volto noto agli appassionati di calcio, specialmente a quelli bianconeri che lo ricordano come una “meteora” di fine anni ’90. Attaccante talentuoso ma discontinuo, capace di indossare maglie pesanti come quella del Real Madrid e, appunto, della Juventus (dove arrivò per sostituire l’infortunato Del Piero senza però lasciare il segno), oggi Esnáider è un uomo che convive con un lutto che ha ridefinito la sua esistenza.
Nell’intervista, l’ex punta non si nasconde dietro frasi di circostanza, descrivendo una quotidianità segnata dall’assenza.
«Ogni giorno è difficile, non solo il 25 dicembre», ha confessato Esnáider. «Dipende da come mi sveglio, dal mio umore, dalle cose che ho da fare. Ma sono tutte cose molto difficili».
“L’unica cosa difficile che ho vissuto”
Le parole dell’argentino colpiscono per la loro cruda sincerità. Nonostante le pressioni del calcio professionistico e le sfide di una carriera internazionale, nulla è paragonabile a quanto accaduto tredici anni fa. «La mia vita è stata dura solo una volta, è l’unica cosa difficile che ho vissuto nella mia vita, ma non lo perdonerò mai. Non ci si riprende mai da una situazione del genere», ha dichiarato con amarezza, sottolineando come il tempo non curi certe ferite, ma insegni solo a conviverci forzatamente.
La forza della famiglia
In questo scenario di dolore perpetuo, l’unica ancora di salvezza è stata l’unione familiare. Esnáider ha raccontato come lui e sua moglie abbiano affrontato la tragedia rifiutando di chiudersi nel mutismo, scegliendo invece la via della condivisione totale del dolore. «Io e mia moglie abbiamo parlato sempre di tutto, non siamo mai rimasti in silenzio e questa è stata una buona cosa. E se dobbiamo piangere, piangiamo…». Un messaggio potente sulla gestione del lutto, che mostra il lato più vulnerabile e umano di chi, un tempo, era abituato a combattere nelle aree di rigore di mezza Europa.
