Gentile denuncia: «Cacciato dalla Nazionale per non aver accettato i soldi dei procuratori»
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Gentile denuncia: «Cacciato dalla Nazionale per non aver accettato i soldi dei procuratori»

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Gentile denuncia: «Cacciato dalla Nazionale per non aver accettato i soldi dei procuratori». Le dichiarazioni dell’ex tecnico

Claudio Gentile racconta le sue verità in un’intervista a La Repubblica. Le parole dell’ex difensore della Juventus e della Nazionale.

PROCURATORI – «Avevo minacciato di denunciare alcuni procuratori che volevano offrirmi denaro, molto denaro, per convocare in Nazionale i loro giocatori. Li cacciai tutti! Io stesso non ho mai avuto un agente. Guarda caso, da quel momento qualcuno me l’ha giurata».

NOMI E COGNOMI – «La risposta avrebbe dovuto darla Guido Rossi, che era commissario straordinario della Figc e decise di farmi fuori: ma purtroppo è morto. Potrebbe chiarire qualcosa Demetrio Albertini, al quale spiegai che avevo ricevuto l’offerta di un club importante (la Juventus, ndr) e che mi invitò a rifiutare. “Abbiamo progetti importanti per te”, mi disse Albertini. Come no! Il progetto di distruggermi la carriera. Da chi prendevano ordini quei dirigenti? Sono stato ingenuo a non firmare un altro contratto e a non abbandonare la Figc. L’ho fatto per troppa correttezza».

PERCHE’ NON ALLENA PIU’ – «Ricevo ancora messaggi di persone che mi chiedono perché. La gente a volte mi ferma per strada e mi dice: “Ci sono asini che allenano e lei no, come mai?”. Non so cosa rispondere. Eppure, questi asini li vedo andare e venire, cadere e ritornare in ballo: questione di scuderie. Ma io ho sempre fatto da solo, e da allenatore ho permesso a tanti ragazzi di crescere e diventare uomini. Soltanto con uno di loro non è stato possibile, eppure passava per un genio del calcio».

IL KILLER – «Passai per il killer del calcio, eppure nella mia carriera non sono stato espulso nemmeno una volta per gioco scorretto, mai una volta in 520 partite. L’unico rosso lo rimediai in Coppa dei Campioni con la Juve, per un fallo di mano volontario. Nonostante questo, venni inserito al quinto posto nella classifica dei difensori più violenti di tutti i tempi: che assurdità, che ingiustizia. Anche questa è una cosa che continua a ferirmi dopo tanto tempo».

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