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Gori: «Juve favorita con l’Inter, ma finora è un fallimento» – ESCLUSIVA

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Gori: «Juve favorita con l’Inter, ma finora è un fallimento». L’intervista all’ex giocatore bianconero e nerazzurro – ESCLUSIVA

Sergio Gori in cinque stagioni tra Inter e Juventus ha vinto scudetti, Coppa dei Campioni, Coppa Uefa e Coppa Intercontinentale a tra la fine degli anni ’60 e gli anni ’70.

Con lui, grande ex centrocampista e e attaccante, Juventusnews24 ha parlato del derby d’Italia di questa sera e della stagione fin qui disputata dai bianconeri di Allegri.

Chi è favorita tra Juve e Inter?

«Io credo che il fattore campo sia importante e quindi in questo caso la Juventus».

Chi vince può tornare in corsa per lo scudetto?

«In teoria si perché è una partita che può riaprire il campionato. La Serie A, comunque, è ad un terzo del suo percorso e c’è tempo per recuperare. L’eventuale recupero, però, va fatto sulle delle basi che convincano e in questo caso la Juventus non convince sia nel progetto che nelle prestazioni, per cui credo sia difficile che possa tornare a lottare per il campionato. L’Inter, invece, è in una posizione diversa come struttura, squadra e rosa».

Da cosa derivano le difficoltà della Juve?

«Sono tre anni che manca il progetto e che il reparto tecnico è in confusione. Da Sarri in poi la Juve non ne ha indovinata più una. Secondo me è dovuto da una “sindrome di onnipotenza” per cui qualsiasi cosa facesse la Juve era quella giusta. Nei 9 anni precedenti aveva ottenuto il massimo con il minimo con un occhio al bilancio e poi è subentrata la “sindrome”. Il calcio, poi, punisce soprattutto le cose fatte “alla carlona”. E infatti ora le cose non vanno».

Con l’Europa League la Juve può rilanciarsi dopo l’eliminazione dalla Champions League?

«Per me no. E’ un fallimento che la Juve lotti per l’Europa League, non un obiettivo».

Che ne pensa dei giovani che Allegri sta lanciando in queste ultime partite?

«E’ un fallimento anche quello. Il fatto che la Juve abbia 3-4 giorni importanti è positivo, ma vuol dire anche che c’è un progetto iniziale fallito. Se la Juve è costretta a risolvere i suoi problemi con i giovani di bellissime speranze come Fagioli e Miretti che diventano improvvisamente importanti per la squadra, vuol dire che chi doveva giocare al posto loro ha fallito».

Sul mercato della Juve che idea si è fatto?

«Da qualche anno a questa parte ha badato solo al reparto avanzato pensando di vincere i campionati con le “figurine” e senza pensare al reparto difensivo che è deficitario. Per me Bonucci dovrebbe stare in panchina e Alex Sandro non dovrebbe esserci più. Quando un ciclo è finito, un giocatore deve andare via per trovare nuovi stimoli. Danilo è un giocatore come tutti gli altri, per non parlare di Rugani e Gatti. E’ lì che non ha risolto i problemi e quindi subisce gol in continuazione. Con l’addio di Chiellini, poi, il reparto si è sfasciato».

Bonucci è in calo?

«Bonucci, lo ripeto, non deve essere un perno della difesa, ma un maestro di squadra in panchina per aiutare la difesa e non per essere il primo imputato se qualcosa va male».

A questa Juve manca un leader?

«La leadership non conta niente in campo. Io ho giocato con capitani con una leadership importantissima come Picchi. Ma lui non in campo, semmai fuori, negli spogliatoi e negli allenamenti. Non ho mai ricevuto un aiuto, un grido o un avvertimento da nessuno dei miei capitani. Erano grandissimi giocatori che parlvano con l’esempio».

Una figura come Del Piero potrebbe far comodo alla società?

«Non è la figura, ma il progetto che conta. Se avesse poteri alla Maldini nel Milan avrebbe un senso. Ch sia Del Piero o Marotta o chiunque altro, comunque, serve un progetto. Il Milan, ad esempio, ha abbassato il monte ingaggi e portato avanti un progetto sostenibile comprando dei giovani nella speranza che questi si sviluppino. Il Napoli ha un bilancio in ordine ed è sempre nei 2-3 posti, anche se non vince. L’Inter, con il monte ingaggi che ha, è come la Juve: se non vince il campionato e non va avanti in Europa è un fallimento».

Che obiettivo deve porsi la Juve in questa stagione?

«Ha l’obbligo di vincere in continuazione tutti gli anni. Per ora, però, il fallimento è totale. Chi dice che può vincere l’Europa League o lottare per il campionato getta fumo sugli occhi. La Juve non è in grado di “ammazzare “il campionato con i risultati come faceva un tempo. Ha tante squadre davanti che stanno andando bene e non credo sia possibile che perdano tutte e lei vinca sempre».

Un rientro importante come quello di Chiesa può dare una svolta?

«La Juve non ha difficoltà nel reparto avanzato. Vlahovic i gol li segna, ma ha bisogno di supporto. La Juve ha grandi attaccanti: Vlahovic, Di Maria, Chiesa, Cuadrado che può fare l’esterno di attacco, Kostic sulla sinistra, Kean e Milik. Il problema è che devono essere messi nella condizione di fare gol».

Il problema è anche a centrocampo?

«Lì ha giocatori normali, come li hanno tante squadre. In Europa ci sono almeno 15 club che hanno un centrocampo come quello della Juve. Ci sono giocatori come Pogba che non hanno nemmeno toccato il terreno di gioco. E’ dietro che la Juve non ha fatto un rinnovamento. Pensava con De Ligt prima e Bremer poi di risolvere i problemi in difesa, ma non è stato così»

Allegri ha delle responsabilità su questa stagione?

«Allegri è sempre stato un buon allenatore in un’ottima società e quindi ha vinto quello che ha vinti, ma non può fare miracoli. Ritorniamo al discorso del progetto: è lui che ha chiesto quei giocatori o la società glieli ha comprati senza avere alternative? La Juventus ha uno dei monti ingaggi più alti e non ha vinto. Non manca la mentalità, ma il progetto. Il giudice unico è la vittoria e chi ha sbagliato, per me, deve dare le dimissioni e andare a casa. Non perché sia un cattivo dirigente, ma perché non vince. Nel calcio c’è una legge molto semplice: se non vinci vai a casa».

Si ringrazia Sergio Gori per la cortesia e la disponibilità mostrate in occasione di questa intervista

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