Inchiesta Juve, cosa dobbiamo aspettarci dopo lo spostamento del processo penale

Inchiesta Juve, ecco cosa dobbiamo aspettarci ora dopo l’ennesimo buco nell’acqua da parte della Procura di Torino

E’ ufficiale lo spostamento del processo penale legato all’Inchiesta Prisma da Torino a Roma, con la Procura del capoluogo sabaudo giudicata incompetente sulla vicenda. Una vittoria per i legali degli ex dirigenti della Juventus, che da ormai diverso tempo (due anni per la precisione, dal maggio 2021) chiedevano di cambiare sede dove essere giudicati. Si era pensato in primis a Milano, sede della Borsa, ma si è poi arrivati nella Capitale, lì dove risiedono i server. Magari in pochi se lo aspettavano ma, in ogni caso, ciò rappresenta un ennesimo duro colpo ai pm torinesi.

L’ultimo in ordine di tempo lo aveva dato la Procura di Bologna che, dopo la trasmissione degli atti da Torino relativamente agli accordi tra il club bianconero e quello emiliano, aveva constatato l’insussistenza di elementi relativamente all’accordo mai depositato in Lega per un “diritto di recompra” di Riccardo Orsolini. Nessuna condotta penalmente rilevante e nessun possibile falso in bilancio, a constatare ancora una volta la fretta con la quale dal Piemonte volevano andare a trovare un possibile illecito nelle mosse della Juve. Ma, dopo quanto accaduto nelle ultime ore, cosa dobbiamo aspettarci?

COSA SUCCEDE ADESSO

E adesso è come se si ricominciasse da zero. La parola chiave per tutto il popolo bianconero, ancora una volta, dovrà essere “attesa”. Difficile fare ipotesi su tempi e modi con le quali si andrà ad agire anche solo per arrivare ad un’udienza preliminare, lì dove dovranno poi essere valutate le prove degli inquirenti che la Giustizia Sportiva ha già utilizzato, senza nessun tipo di vaglio tecnico o processuale, per condannare il club ad una penalizzazione di dieci punti e un centinaio di milioni di danno indotto. Si respira cauto ottimismo, ma per scrivere la parola fine a questa vicenda occorrerà aspettare ancora un po’.