Juve, le campane bianconere (a Napoli) suonano ancora a festa

Chi vince festeggia e chi perde dovrebbe mantenere il silenzio e portare rispetto, non suonare le campane delle “sciocchezze”

L‘Italia è una, bella e colorata. La gente qualcosa di più quando canta unita il sentimento popolare. Tutt’altra razza se prova a parlare di calcio, spesso e consapevolmente a sproposito. E senza obiettività. Tanto per nascondere, ognuno a suo modo, i vizi capitali delle sconfitte delle proprie squadre del cuore.

In Italia piove abbondantemente per colpa del governo che neanche i rinnovatori “populisti” riescono a formare davanti ad una tazzina di caffè. E allora le responsabilità di tutti i sistemi corrotti le deve avere anche la squadra che primeggia nel campionato di calcio. La Juventus, appunto. Anzi tutte quelle squadre che negli ultimi sette anni hanno avuto quel vizio di rendere grigie le stagioni calcistiche di tutti gli altri. No, ancora la Juventus. E allora sono due le strade: riconoscerle i meriti o gridare al lupo. Meglio la seconda d’altronde siamo sempre italiani. La colpa è sempre del vicino.

E se poi gli scudetti sono sette, chi se ne importa. Mica è sinonimo di forza e superiorità. Tecnica e programmazione. Tutt’altro. Per gli scienziati da tastiera il “sette” richiamerebbe il settimo comandamento che dice di non “rubare”. Ma guarda un po’ quale lezione di vita arriva proprio da questi santoni.

E allora, anche a chi solo lo pensa pur non avendo un cervello collegato, dico… fatevene una ragione! E anche un esame di coscienza, provando a riavvolgere il nastro e magari “vergognandovi” per aver nascosto chissà quante volte la mano di fronte all’evidenza dei favori che solo la malafede vi fa negare.

Seicentotrentasette (637) i punti realizzati dalla Juventus in sette anni. Quasi cento in più del Napoli (539). Quasi come dire che la Juventus ne ha vinti otto e non sette.

Complimenti a chi, invece, non cerca scuse: negli arbitri, nel Var, nelle cazzate…