Juve Rijeka: le tre cose che non hai notato
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Juve Rijeka: le tre cose che non hai notato

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Juve Rijeka: le tre cose che non hai notato del match dell’Allianz Stadium. Gli episodi sfuggiti all’attenzione dei più

Juve Rijeka: le tre cose che non hai notato.

1. Sotto gli occhi del capitano

L’infiammazione del tendine dell’adduttore lungo ha di fatto costretto Leonardo Bonucci al forfait nelle due amichevoli contro Arsenal e Rijeka. Ma il capitano ha voluto far sentire la propria vicinanza alla squadra, in un momento così delicato. Ed ecco che, per tutta la durata del riscaldamento, il numero 19 ha osservato i propri compagni da bordocampo, seguendo passo passo i vari esercizi. Era pur sempre un’amichevole sì, ma non per il DNA di Leo e la sua fame di vittorie: prima del rientro dei bianconeri nel tunnel degli spogliatoi alla fine del riscaldamento, Bonucci li ha caricati uno per uno, tra abbracci e ‘cinque’ motivazionali.

2. Miretti “chioccia” a fine partita

Tra i due ci sono “solo” due anni di differenza (uno è 2003, l’altro è 2005), ma Fabio Miretti può contare dalla sua parte già 25 presenze in prima squadra (che diventano oltre 50 tra i professionisti se si contano anche quelle in Next Gen). Ecco, il centrocampista a fine partita ha preso sotto la sua ala protettiva Joseph Nonge Boende, talentino della Juve Primavera di Montero che ha trovato spazio e prime volte tra i big di Allegri in queste due amichevoli contro Arsenal e Rijeka. Consigli, movimenti, un linguaggio del corpo ben chiaro di Miretti nei confronti di Nonge: un modo per confrontarsi, tra compagni di reparto, a fine partita e cercare di aiutare il baby belga con qualche piccolo suggerimento da chi, quel percorso di crescita, lo ha già attraversato e consolidato.

3. Fair-play post-gara: spiegano Perin e Huijsen

Non c’erano i tre punti in palio, ma l’atmosfera di fine match dopo la vittoria era di grande soddisfazione: abbracci, sorrisi, segnali confortanti. Ma non solo: c’è stato spazio anche per il fair-play. Come tra Mattia Perin e Zadro, portiere del Rijeka, gli unici due a scambiarsi la maglietta e i complimenti reciproci.

O come Dean Huijsen e Borna Panic, compagni di squadra lo scorso anno in Under 17 e ora, quest’ultimo, al Rijeka e al debutto proprio contro i bianconeri in prima squadra. Una lunga chiacchierata, come ai vecchi tempi, per i due 2005, rimasti gli unici in campo quando tutti avevano già fatto rientro negli spogliatoi, e poi una foto a suggellare l’incontro.

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