Juve Genoa: brutto avvio di ripresa, Bentancur e Rabiot soffrono Pjaca
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LAVAGNA TATTICA – Juve Genoa: brutto avvio di ripresa, Bentancur e Rabiot soffrono Pjaca

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La Juve ha disputato un pessimo inizio di secondo tempo contro il Genoa. Bentancur si è fatto spesso infilare alle spalle, con Pjaca quasi sempre libero

Ballardini cambia la squadra

L’avvio di ripresa della Juve contro il Genoa è stato pessimo, l’opposto rispetto a un primo tempo in cui i bianconeri avevano disputato una delle migliori prestazioni stagionali. Le modifiche tattiche di Ballardini sono state decisive, con l’ingresso di Pjaca, il Grifone è passato a un 3-4-2-1 con il croato e Pandev (poi sostituito da Shomurodov) alle spalle di Scamacca. Se il gol concesso dalla Juventus si può sintetizzare come svarione individuale di De Ligt, le difficoltà dei primi 25′ sono state invece più tattiche e corali, ripetute per tutto l’inizio di secondo tempo. Prima di tutto, i bianconeri non sono più riusciti a pressare in alto, con il Genoa che guadagnava metri troppo facilmente.

Inoltre, la Juventus ha iniziato a difendere malissimo gli spazi centrali, facendosi infilare con continuità. Il portatore di palla, quasi mai pressato, aveva sempre la ricezione di passaggio pulita per le punte genoane. I liguri, una formazione che di solito non ha certo una rifinitura centrale sopra la media, hanno imbeccato tantissime volte l’uomo tra le linee alle spalle di Rabiot e Bentancur. C’era sempre uno spazio tra difesa e centrocampo della Juve che il Genoa ha sfruttato nel migliori dei modi.

Qui Badelj verticalizza per Scamacca (nessun difensore accorcia su di lui), che fa da parete per il liberissimo Pjaca. Una delle molte volte in cui la Juventus si fa attaccare alle spalle del centrocampo. Il Genoa può quindi attaccare la linea bianconera.

Pjaca semina il panico

In questo contesto, la Juve ha patito molto soprattutto le ricezioni di Pjaca, continuamente trovato dai propri compagni nel mezzo-spazio sinistro. I padroni di casa hanno difeso malissimo quella zona del campo, da cui arrivavano poi il grosso dei pericoli.

Nelle slide sopra vediamo due dei molti esempi. In entrambi i casi, Criscito trova comodamente la soluzione di passaggio per Pjaca. Ci sono tante cose che non vanno in queste due azioni: Criscito conduce troppo facilmente, nessuno lo va a pressare. Considerando che l’ex Zenith ha qualità ottime in fase di impostazione, è un qualcosa che va evitato. Bentancur, invece, si sgancia leggermente in avanti per andare a contrastare il possibile passaggio per Dzemaili. In tal modo, però, si forma un buco alle sue spalle che Pjaca va correttamente a occupare. La difesa, poi, attratta da Scamacca, è troppo bassa e bloccata. Il Genoa ha quindi potuto banchettare tra le linee, sfruttando nel migliore dei modi lo spazio alle spalle del centrocampo bianconero.

In quest’altra azione, vediamo un contesto simile. Con la squadra ferma, Bentancur prova a pressare sia Criscito che poi Badelj: in tal modo, si forma un nuovo buco nel mezzo-spazio sinistro, dove Badelj trova Pjaca libero per l’ennesima volta.

Va tenuta alta l’intensità

Oltre ai grossi limiti del primo pressing, pura la difesa non è parsa sempre irreprensibile nel contrastare le punte genoane. Basti pensare all’azione di fine primo tempo, in cui Scamacca spalle alla porta scherza Chiellini e De Ligt, oppure all’enorme occasione della ripresa in cui Pjaca mette a sedere Chiellini con troppa facilità.

Sembra che con l’uscita di Cuadrado la Juve abbia perso molte certezze tecniche in entrambe le fasi, non riuscendo più a tenere palla, né a difendersi bene. Abbiamo scritto molte volte di come questa squadra non riesca sempre a mantenere alta l’intensità per 90′. La gara con il Genoa ne è stato un buon esempio, visto che un avvio di ripresa horror stava compromettendo una prestazione che fino al 45′ era stata eccezionale. Per fortuna di Pirlo, la dormita del Genoa nel gol di McKennie ha consentito di chiudere un match diventato molto complicato.

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