La Juve di Pirlo è involuta: poco pericolosa davanti, ecco perché
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LAVAGNA TATTICA – La Juve di Pirlo è involuta: poco pericolosa davanti, ecco perché

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La Juve di Pirlo proviene da partite caratterizzate da un possesso molto sterile. I bianconeri non riescono più a rendersi pericolosi

Una Juve sterile

I successi contro Roma e Inter sembravano aver svoltato la stagione della Juve di Pirlo. I bianconeri parevano avere riacquistato la solidità che li aveva sempre contraddistinti, grazie a un’ottima difesa di posizione che aveva stroncato le fasi offensive rivali. Contro Napoli e Porto c’è invece stato un brusco risveglio. Oltre alle brutte (e pesanti) sconfitte, è spiccata la profonda sterilità della fase di possesso bianconera. La Juve ha tenuto tanto palla ma non è quasi mai riuscita a rendersi pericolosa, a causa di un giro palla esasperante per la sua lentezza a prevedibilità. Gli avversari non hanno avuto alcun problema nel chiudersi e compattarsi, leggendo in anticipo le (scontate) giocate bianconere.

L’inizio incoraggiante

La cosa preoccupante, arrivati in questo momento cruciale della stagione, è la profonda involuzione offensiva dei bianconeri. Fino al 2021, i bianconeri avevano di sicuro tanti problemi tattici, soprattutto a causa di una profonda fragilità difensiva. La Juve concedeva tanto a palla persa ed era piuttosto perforabile quando si difendeva di posizione: scivolava lentamente in fascia e si perdeva spesso gli inserimenti dei centrocampisti rivali.

Tuttavia, era una squadra che creava molto in quasi tutte le partite. Rispetto al passato, lo faceva anche in modo piuttosto vario: una differenza quindi rispetto a Sarri e Allegri, che avevano una fase di rifinitura più rigida. L’allenatore ex Napoli privilegiava un gioco di continui passaggi corti e fraseggi centrali, mentre al contrario Allegri utilizzava molto i cross e i cambi di campo, con tanti palloni buttati in mezzo. Al contrario, la Juve di Pirlo cercava di rifinire in più modi, riempiendo il fronte offensivo con tanti uomini. Lo scopo è quello di occupare tutti e 5 i corridoi verticali, per coprire la trequarti rivale in tutta la sua interezza e avere così tanti riferimenti.

Ritorno al passato

Oggi, invece, i bianconeri sono tornati una formazione che crea poco o nulla, che fatica a tirare in porta. Con il senno di poi, si sono forse sopravvalutate le vittorie contro Roma e Inter in Coppa Italia. Per quanto fosse da elogiare la ritrovata solidità difensiva, va ricordato come in quelle partite la Juve ebbe la fortuna di segnare subito, praticamente al primo tiro in porta. Di conseguenza, messa in discesa la gara, si è potuta impostare una partita di attesa e di baricentro basso. Non a caso, sono stati match in cui i bianconeri hanno creato molto poco: appena 0.25 Expected Goals contro la Roma, giusto per fare un esempio.

Non capita però sempre di segnare subito, e ciò si è visto con evidenza nelle partite contro Napoli e Porto. Sembra quasi che la Juventus, che aveva interpretato in un certo modo le gare contro Roma e Inter, sia poi andata in difficoltà quando ha cercato di tornare a un gioco propositivo, in cui doveva fare la partita e attaccare una difesa chiusa. L’approccio è stato infatti caratterizzato da una bassissima intensità, con un possesso molto lento, come se il gol dovesse arrivare da solo e non ci fosse la necessità di alzare la velocità del palleggio.

Un qualcosa che, curiosamente, ricorda un pochino l’andamento delle ultime stagioni (seppur con le enormi differenze tra i diversi allenatori). A inizio anno, la Juve ha cercato di fare un gioco più propositivo, tornando però a un calcio più speculativo con il passare dei mesi. Le molte assenze non aiutano di certo Pirlo, ma bisogna comunque svoltare dopo queste ultime pessime gare. La Juve è tornata una squadra lenta e prevedibile, che fatica molto quando deve attaccare una difesa schierata. Oltre alla prevedibilità del giro palla, è inquietante anche la staticità dei giocatori. C’è poco movimento senza palla, con la squadra ferma e poco flessibile.

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