LAVAGNA TATTICA - McKennie tuttofare: ecco perché è un jolly per Pirlo
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LAVAGNA TATTICA – McKennie tuttofare: ecco perché è un jolly per Pirlo

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McKennie sta dando duttilità e intensità alla Juve. L’americano è un jolly molto utile per Pirlo, che lo sfrutta in più posizioni

McKennie da incursore

Nell’ultimo match contro la Dinamo Kiev, abbiamo visto McKennie giocare come mediano a due: un qualcosa che non accadeva dalla trasferta contro la Roma, in cui tra l’altro sia lui che Rabiot avevano faticato tanto in mezzo al campo, soffrendo il pressing rivale.

Nelle precedenti partite, infatti, Pirlo aveva utilizzato l’americano come incursore. Era quasi un attaccante aggiunto nel 3-2-5 della Juve, con compiti soprattutto offensivi. Questa posizione consente di esaltare le qualità senza palla di McKennie, molto bravo ad attaccare gli spazi e aggredire la profondità.

juve mckennie

Basti pensare al gol sopra di Morata in Ungheria, con il texano che fa un movimento decisivo. In quella posizione, gioca spesso sulla stessa linea degli attaccanti. Oppure al gol di Morata contro lo Spezia, in cui – servito da Danilo – McKennie si butta bene alle spalle della linea rivale, servendo poi il compagno a porta vuota. E’ venuto a Torino con la nomea di interditore, ma l’americano sta dimostrando qualità importanti negli inserimenti.

Il ritorno da mediano

Da mediano lo abbiamo visto più raramente: oltre che per la concorrenza, anche perché oggi l’ex Schalke non dà elevate garanzie in quella zona del campo. Non ha qualità tecniche sopra la media nella circolazione del pallone, e ciò si vede soprattutto quando è pressato.  A Pirlo servono mediani con capacità superiori in fase di possesso.

Nel match contro la Dinamo, ha dato una buona intensità alla squadra e si è distinto per diversi inserimenti in avanti. Come abbiamo scritto nelle scorse settimane, oggi i mediani della Juve hanno uno scaglionamento abbastanza verticale: uno resta più bloccato davanti alla difesa (Arthur), mentre l’altro (Rabiot) si sgancia di più in avanti e occupa la zona di rifinitura.

Contro la Dinamo Kiev, era Mckennie che si buttava spesso in una posizione più alta. Proprio da un suo inserimento è nata l’azione che ha portato al 3-0. Quando la Juve consolidava il possesso e allargava il gioco a destra su Cuadrado, il texano si decentrava e aggrediva gli spazi. Tant’è che in alcuni momenti sembrava più una mezzala che non un mediano.

In questa slide, per esempio, è nel mezzo-spazio di destra, con Bentancur che dietro è molto più bloccato.

In certi frangenti, si sono però visti i suoi difetti tecnici. Non è stato sempre preciso nella distribuzione, soprattutto quando gli avversari lo pressavano: ha commesso qualche errorino, ma d’altronde non è lui il profilo che deve dare ordine e qualità alla manovra bianconera.

Un’operazione intelligente

Pur con i suoi limiti, è positivo avere giocatori in grado di ricoprire più posizioni e fare così rifiatare i compagni. Il match di Champions ha comunque dimostrato che le cose più interessanti le fa vedere quando può sganciarsi in avanti e aggredire gli spazi, mentre come mediano di posizione ha forse troppa poca qualità in fase di possesso.

 

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In ogni caso, dopo anni con una rosa spesso vecchia e logora, è positivo avere investito su giovani di questo tipo. Costano poco a bilancio e danno sia intensità che duttilità, dimostrando di essere dei buoni tappabuchi. A causa dell’età bassa, sono poi calciatori che ti assicurano una plusvalenza quando poi decidi di rivenderli. Insomma, oggi si può dire che McKennie sia stata un’intelligente operazione di mercato.

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