Pessotto e le giovanili: «Vincere è importante, ma la crescita viene prima»
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Pessotto e le giovanili: «Vincere è importante, ma la crescita dei ragazzi viene prima»

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Gianluca Pessotto, dirigente bianconero, racconta il progetto Juve Primavera ai microfoni di Sportitalia. Le sue parole sui giovani bianconeri

Ai microfoni di Sportitalia, Gianluca Pessotto racconta il progetto Juve Primavera e parla delle varie giovanili. Le parole del dirigente bianconero.

COM’E CAMBIATO LAVORO IN PRIMAVERA CON L’U23 «Parto dal fatto che è un peccato che solo la Juve abbia aderito a questo progetto. Se n’è parlato tanto negli anni passati ma solo la Juve ha corso questo rischio perché è stato un salto nel buio perché inserire una squadra anche a livello organizzativo non è stato semplice. Disegnare delle regole che non sembrassero pro Juve ma pro movimento non è stato semplice. È un progetto in continua evoluzione ma sicuramente la Juventus è felice di averlo fatto, di esserci dentro, tra mille difficoltà perché la crescita dei ragazzi è evidente. Questo ha anche permesso ai giocatori della Juve Primavera di trovare uno step di crescita intermedio, perché secondo noi il progetto Under 23 è fondamentale per i percorsi dei giocatori. Ci sono quelli più bravi che devono bruciare un po’ le tappe e altri che avranno bisogno di soffermarsi in un ambiente più protetto per non disperdere il talento andando a giocare fuori magari. La Seconda squadra permette di ridurre il rischio di perdere di vista i giocatori».

UNDER 17 – «Gli Under 17, così come Under 16 e Under 15 che fanno solo test match, han disputato solo tre partite ufficiali in un anno ed è una cosa pazzesca per la loro crescita in un periodo in cui avrebbero bisogno di fare tante esperienze. Il lavoro non è stato semplice: nei periodi in cui c’era inattività sono state fatte tante sedute video per cercare di coinvolgerli e far sentire loro la vicinanza della società. Nei periodi in cui è ripresa l’attività si è cercato di concentrarsi sul lavoro individuale, perché uno dei mali che c’è nel nostro ambiente è che l‘ansia da risultati a volte condiziona il lavoro. La non-ansia ha permesso di concentrarci tanto sul lavoro individuale e sulla crescita dei ragazzi: per cui allenamenti mirati, focus sui deficit e punti di forza dei ragazzi. Si è colta l’occasione per concentrarci sugli obiettivi. Il campionato è ripartito con una formula nuova che permetterà di fare dell’esperienza e giocare soprattutto, quindi siamo felici di questo e speriamo si possa portare a termine».

CAMPIONATO PRIMAVERA COMPETITIVO IL PROSSIMO ANNO «L’obiettivo è quello di essere sempre competitivi, per quanto ci riguarda abbiamo rose formate da ragazzi di qualità. Abbiamo visto anche in questo scorcio di campionato Under 19 quanto i 2004 siano stati importanti in un periodo in cui il calendario aveva riempito le settimane di partite per recuperare il tempo perduto. Siamo convinti che riusciremo a fare bene. L’obiettivo in Juventus è sempre la crescita dei ragazzi, questo è un obiettivo importante che va di pari passo col centrare gli obiettivi sportivi. Il focus sui ragazzi però è centrale».

ALLENATORI NELLE GIOVANILI«La scelta di Pirlo in prima squadra ha portato ad una serie di riflessioni e la cosa migliore che potessimo fare era dare continuità, visto che il tempo non c’era per guardare fuori, a coloro che avevano già vissuto Juventus e sapevano benissimo a cosa andavano incontro. La scelta è stata naturale:. Zauli il campionato di Lega Pro l’ha già vissuto, lo conosceva già, e così è stato per Bonatti, che il campionato Primavera lo aveva affrontato con la Lazio. Ci sembrava il percorso più naturale da questo punto di vista. Siam contenti di come stanno andando le cose. Siamo in due fasi diverse del campionato: l’Under 23 punta ai playoff, la Primavera ha appena cominciato il girone di ritorno quindi avremo tempo di fare tutte le conclusioni del caso».

CAMBIAMENTO CAMPIONATO PRIMAVERA CON LA NUOVA RIFORMA – «Il campionato è cambiato tanto. E’ stata una riforma voluta da tutte le società per alzare il livello delle competizioni. La formula di prima prevedeva otto/nove partite di un certo livello e in mezzo partite con risultati pesanti. L’obiettivo era alzare la competizione, aiutare i ragazzi ad essere più pronti e avere pressioni. Le retrocessioni hanno forse alzato un po’ troppo il livello di tensione, andando magari oltre rispetto alle aspettative iniziali perché oggi l’ansia da risultato fa sì che tante partite vengano vissute in maniera molto contratta. Non c’è quella serenità di affrontare la partita in maniera aperta e c’è un incremento sproporzionato dell’utilizzo dei fuoriquota nelle rose. È stato un bene da un certo punto di vista, oggi dobbiamo trovare ancora la dimensione giusta. Se riuscissimo a vivere le partite con più serenità, pensando che la cosa più importante è la crescita dei ragazzi, riusciremmo a fare un buon lavoro. Oggi ci si fa tante domande, visto che l’utilizzo dei fuoriquota è sproporzionato rispetto a quella che è la crescita dei ragazzi. Juventus, visto che ha la Seconda squadra, ha fatto una scelta diametralmente opposta, seguita da poche società perché pochi utilizzano i 2003 in maniera continuativa. Due anni di differenza non sono pochi, ma siamo convinti che qualche partita in più c’è ma potrà far crescere meglio i nostri ragazzi. Se pensiamo che in Under 23 potenzialmente ci sono 9 ragazzi che potrebbero giocare in Under 19, la dice tutta sulla scelta della società». 

COME GESTIRE MENTALMENTE I TALENTI – «Credo che sia molto importante che i ragazzi si abituino a vivere e gestire ciò che ci auguriamo possano trovare da grandi. Il fatto che le partite vengano trasmesse è importante per loro non solo per la visibilità ma anche per abituarsi al concetto che dall’altra parte c’è qualcuno che li guarda, che li pesa e li giudica. È un peccato che ora sia venuta a mancare quella parte di comunicazione che c’era, anche per noi dirigenti prima, e per i ragazzi nella flash interview, perché li abitua a prepararsi in un mondo da grandi. Noi dobbiamo considerare tutto questo percorso come una crescita per tutti: anche per voi che fate televisione, deve servire tutto come formazione. Con la giusta misura, quindi, non si deve vivere il campionato Primavera come un campionato dei grandi, quindi vanno usati anche i giusti termini e giudizi. Deve essere tutto proporzionato, così facciamo tutti un buon lavoro. Da parte nostra, il contro a questa visibilità, è la capacità della società a gestire tutto ciò che gira attorno ad un calciatore. Mi immagino un Da Graca, che oggi è sulla bocca di tutti sia per il rinnovo che per il fatto che è capocannoniere dell’Under 19: deve imparare a gestire l’attenzione. L’avversario lo affronterà in maniera diversa perché ci terrà a fare bella figura. Tutto serve purché rimanga nell’aspetto della crescita e non del giudizio fine a se stesso. Questo è il lavoro che tutti insieme dobbiamo fare per permettere loro di crescere nel modo migliore».

CONFRONTO ITALIA-EUROPA SULLE SECONDE SQUADRE«L’Under 23 ci ha dato grande visibilità all’estero ma non solo, anche in Italia. Certamente oggi con l’Under 23 arriviamo ad una fetta di mercato di quei giocatori a cui prima non potevamo accedere. Prima era difficile che quei calciatori, che all’estero debuttano con più facilità in prima squadra, venissero da noi per giocare in Primavera. Tantomeno in prima squadra, che non erano pronti. Con questo progetto, quindi, riusciamo a creare quello step intermedio che permette sì di attrare quei giocatori che hanno fatto esperienza all’estero ma anche coloro che potrebbero giocare in prima squadra un giorno. Dispiace che altre squadre non abbiano seguito questo percorso: capisco le difficoltà, e speriamo che un domani possano partecipare a questo progetto per far sì che tutto il movimento cresca non solo quello della Juve».

LIVELLO DEL CALCIO GIOVANILE NEL NOSTRO PAESE«La sensazione è che ci sia potenzialmente buon materiale umano su cui lavorare. Ci si concentra però tanto sui risultati e un po’ meno sulla crescita individuale dei giocatori, cosa che all’estero sono più bravi a fare rispetto a noi. Le settimane da altre parti non vengono vissute come quelle classiche delle prime squadre: nei giovani conta il bisogno individuale giornaliero di ogni giocatore, mentre qui in Italia forse le settimane dall’Under 15 alla prima squadra vengono vissute tutte allo stesso modo. Dovremo concentrarci di più sulle necessità dei giocatori: se ce n’è uno bravo deve andare a fare esperienza in categorie superiori, pur consapevoli di togliere qualcosa alla sua categoria ma così facendo faremmo un bene per i nostri ragazzi. Siamo cresciuti, però se facessimo un lavoro più di sistema insieme riusciremmo ad ottenere qualche risultato in più. Oggi siamo ancora disallineati sui progetti e forse potremmo fare qualcosa di più».

PERCORSO PERSONALIZZATO PER OGNI GIOVANE – «Ogni giocatore ha il proprio percorso. La bravura dei dirigenti è quella di sbagliare il meno possibile, pur sapendo che l’infallibilità non esiste. Tutti noi che siamo coinvolti nel percorso di crescita dei ragazzi, dagli allenatori ai dirigenti, dobbiamo capire i momenti in cui accelerare o rallentare il percorso in modo che i ragazzi non si facciano male e che non vivano delle esperienze per cui non sono pronti. Siamo tutti coinvolti: c’è quotidianamente un confronto su quello che può essere il percorso, non solo durante la stagione calcistica ma anche al termine su chi può fare esperienze in categorie superiori o chi ha bisogno di altri mesi nella propria categoria. È un lavoro difficile perché non tutti i ragazzi hanno lo stesso percorso però la sfida è anche quella di cercare di creare il percorso migliore per ognuno di loro, consapevoli che qualcosa magari sbaglieremo, ma cerchiamo di farlo nel modo migliore possibile».

CRESCITA COME OBIETTIVO – «Non voglio che il messaggio che si gioca sempre passi come alibi in caso di sconfitte. Non è così. La Juventus scende in campo ogni partita per vincere, deve fare di tutto per provare a vincere, ma non può prescindere da determinati concetti. L’obiettivo è che imparino anche nelle difficoltà: ci sono a volte vittorie che fanno più male delle sconfitte. L’importante è che le sconfitte siano poche e che le prestazioni individuali dei giocatori siano sempre al meglio delle loro possibilità».

PROSSIMA SFIDA CON LA SAMPDORIA «È un campionato molto difficile da decifrare, quest’anno ancora di più abbiamo visto che l’incertezza la fa da padrona. Abbiamo adesso due turni contro Sampdoria e Roma molto impegnativi. Queste due vittorie ci hanno permesso di consolidare una posizione di classifica a ridosso delle prime, vogliamo scendere in campo per vincere pur sapendo che paghiamo dazio per un’età molto giovane della squadra ma siamo convinti che la qualità verrà fuori, magari non oggi (anche se abbiamo già fatto vedere buone cose), però questa esperienza sarà unica per i nostri ragazzi. Troveranno tante cose positive, di crescita, in un’annata in cui molti coetanei fanno molta fatica a scendere in campo».

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