Rabiot leader, Gatti decisivo: Allegri si gode i simboli della nuova Juve
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Rabiot leader, Gatti decisivo: Allegri si gode i simboli della nuova Juve

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Rabiot leader, Gatti decisivo: Allegri si gode i simboli della nuova Juve. Sono loro i protagonisti della vittoria col Monza

Rabiot e Gatti. Sono loro i protagonisti indiscussi della vittoria al cardiopalma della Juve contro il Monza per 1-2 nell’anticipo della 14° giornata di Serie A. Il primo ha segnato il gol che ha sbloccato il match al 12′ su assist di Nicolussi Caviglia da corner. Il secondo, sfruttando una galoppata del francese sulla fascia, ha prima ciccato il pallone, poi l’ha scaraventato in porta con tutta la potenza del suo piede destro. Sono loro, oggi più che mai, i simboli della nuova Juve che si gode Allegri.

RABIOT E’ TORNATO

La stagione di Rabiot non era iniziata nel migliore dei modi se confrontata con quella dell’anno scorso. Appena un gol segnato, alla prima di campionato contro l’Udinese, poi più nulla per 12 partite. “Cavallo Pazzo”, come ammesso da lui stesso e da Allegri, ci ha messo un po’ a carburare a causa dell’infortunio che non gli aveva permesso di allenarsi al meglio in estate. Per uno del suo fisico la condizione atletica è fondamentale e quindi Rabiot ha pagato. Allegri, comunque, gli ha sempre dato fiducia, visto che ha giocato tutte le partite tranne una per squalifica.

Non solo, perché con l’infortunio di Danilo il numero 25 bianconero ha ereditato la fascia da capitano per diverse partite. Una investitura importante da parte del suo allenatore, ma anche di tutto lo spogliatoio, visto che in squadra sono presenti giocatori che indossano la maglia bianconera da più stagioni di lui (vedi Szczesny). La dimostrazione è arrivata anche sui social con la clamorosa risposta allo sfottò di Gagliardini.

La trasformazione di Rabiot in leader della Juve si è vista anche fuori dal campo. E’ stato lui, dopo il derby d’Italia con l’Inter di una settimana fa, a dire che nello spogliatoio bianconero si parla e si sogna lo scudetto. Il francese, per anni giudicato come giocatore timido e privo di leadership, ha fatto uno step di crescita notevole nonostante il suo futuro sia sempre in bilico, visto che a giugno 2024 si ripresenterà il problema del contratto. Ora Allegri e tutta la Juve si aspettano da Rabiot quella continuità di rendimento che l’anno scorso ha fatto la differenza.

IL RISCATTO DI GATTI

Gatti all’inizio della stagione non era dato come titolare della difesa della Juve. Come già avvenuto l’anno scorso, infatti, nelle idee di Allegri il trio del pacchetto arretrato era composto da Danilo, Bremer e Alex Sandro. L’infortunio di quest’ultimo ha spalancato le porte al difensore classe 1998 che si è fatto trovare pronto, dimostrando di avere la forza di superare un momento critico come quello del goffo autogol nella debacle per 4-2 col Sassuolo.

Il suo riscatto, in realtà, Gatti l’aveva già trovato col Torino segnando il gol con cui aveva sbloccato il derby della Mole. Dopo, guidato da Bremer e con l’aiuto di Danilo prima e di Rugani poi, ha contribuito in maniera determinante a erigere il muro difensivo della Juve. Ieri, col Monza, aveva fallito una clamorosa palla gol a due passi dalla porta, spedendo la sfera alle stelle tra l’incredulità generale. Prima di far esplodere di gioia tutto il popolo bianconero al 94′, quando il pareggio sembrava ormai scritto.

Con la rete di ieri al Monza l’ex Frosinone è ora il difensore “goleador” della squadra con due gol. E ha così riscattato anche l’errore di un anno fa che aveva permesso a Gytkjaer di trafiggere Perin. Il suo urlo di gioia, la sua esultanza, la sua dedica a Vlahovic sono le immagini di un giocatore che incarna perfettamente il DNA della Juve. Arrivato al top dopo tanti anni di gavetta, Gatti non solo è capace di essere decisivo in campo mettendo la firma nei momenti che contano, ma ha quella fame di vittorie che da sempre caratterizza i cicli vincenti della storia bianconera. «Scudetto? Giochiamo per quello», ha detto a Dazn al triplice fischio. E ancora: «Sono disposto a mettere da parte tutto per loro (il gruppo ndr). Sono contento che mi ripaghino così, sono la mia seconda famiglia».

Rabiot e Gatti sono a tutti gli effetti i simboli di questa Juve fatta di tenacia, forza, voglia di non mollare. Due giocatori che proprio l’allenatore ha protetto, aspettato con pazienza, fatto crescere, migliorato. E che ora può godersi appieno. In attesa di rivedere i migliori Chiesa e Vlahovic

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