Ravanelli: «Soulé ricorda Dybala. Conte? Ecco il no al Napoli»
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Ravanelli svela: «Soulé ricorda Dybala, Gatti merita il rinnovo. Conte? Ecco perché ha detto no al Napoli»

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Fabrizio Ravanelli, ex attaccante della Juventus, ha parlato di alcuni temi d’attualità in casa bianconera. Le sue parole

Ai microfoni di TV Play, Fabrizio Ravanelli ha parlato di Juventus.

CASO SCOMMESSE«Sarebbe bello parlare solo di campo e partite, eppure ci sono eventi come questi che fanno male al calcio e ai tifosi, perché tutto ciò è un brutto segnale a chi si avvicina a questo sport. Con intelligenza dovremo essere bravi a ripartire, aiutando questi ragazzi a risolvere questi problemi, se saranno accertati. Mi metto nei loro panni e penso che staranno parecchio soffrendo e vista la loro giovane età ritengo che non sapessero nemmeno della gravità della situazione. Secondo me è giusto che non si possa scommettere sul calcio, non è una privazione fondamentale e deve essere rispettata fino in fondo».

GATTI «Con il Sassuolo ha fatto un errore di tensione e paura, ma secondo me è un giocatore importante, che ha gamba, fisicità ed è forte di testa. Merita il rinnovo perché mette l’anima in campo, ha quel fuoco dentro e si mette sempre a disposizione della squadra: sono tutte caratteristiche che lo rendono un difensore di livello e dal DNA juventino».

SOULE’ – «Per come tocca la palla a me ricorda Dybala. E’ chiaro che Paulo ora è più forte e decisivo, ha anche più esperienza ed è un fuoriclasse, ma Soulè può ricalcare le sue orme: ha grande dribbling e anche più gamba dell’attuale giocatore giallorosso. Quando si apre il campo secondo me può diventare ancora più decisivo. Inoltre mi sembra un ragazzo molto serio e professionale, che ha pochi grilli per la testa».

CONTE E IL NO AL NAPOLI «Ad Antonio gli sarebbe piaciuto prendere una squadra dall’inizio e in questo momento si sentiva ancora di voler stare a casa con la famiglia, da lì la scelta di rifiutare il Napoli. Non c’è nulla di nuovo, mi ha raccontato dell’esperienza al Tottenham, poi ci abbiamo scherzato su. Lui è uno che si dedica anima e corpo in quello che fa, anche quando ha lavorato con la Nazionale ha sempre valorizzato calciatori un po’ sottovalutati. Lui dentro di sé è juventino, poi il lavoro è lavoro, ma la fede resta quella».

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