Ravezzani scettico su Comolli: «Davvero crede a questa cosa!?». Il giornalista resta basito

Ravezzani scettico su Comolli: «Davvero crede a questa cosa!?». Il giornalista resta basito dalle ultime dichiarazioni dell’ad bianconero

Le recenti dichiarazioni dell’amministratore delegato della Juventus, Damien Comolli, riguardanti il futuro di Dusan Vlahovic, non sono passate inosservate e continuano a scatenare reazioni contrastanti nel mondo del giornalismo sportivo. Il dirigente bianconero aveva tentato di gettare acqua sul fuoco, affermando che ogni discussione relativa al rinnovo o all’addio dell’attaccante serbo sarebbe stata rimandata, di comune accordo, al termine della stagione in corso. Una strategia attendista che, però, non convince tutti.

Tra le voci più scettiche spicca quella di Fabio Ravezzani. Il direttore di Telelombardia ha utilizzato la piattaforma social X per smontare la narrazione della società, evidenziando quelle che, a suo avviso, sono evidenti incongruenze logiche nelle parole del CEO bianconero. Secondo il giornalista, la dinamica descritta da Comolli cozza con le ferree leggi del calciomercato moderno e con il modus operandi degli agenti dei top player.

Questo il commento analitico e pungente pubblicato da Ravezzani: «Non mi è chiaro il discorso di Comolli su Vlahovic: Siamo d’accordo che del suo futuro parleremo solo a fine stagione. Cioè, il procuratore si è impegnato a non firmare con nessuno fino a giugno senza sapere se suo assistito verrà confermato alla Juve? E Comolli ci crede?».

L’analisi di Ravezzani punta il dito proprio sulla credebilità di un simile “patto tra gentiluomini”. In un mercato spietato, dove i giocatori in scadenza o in bilico sono soliti muoversi con largo anticipo per assicurarsi il miglior contratto possibile, appare inverosimile che l’entourage di Vlahovic accetti di restare “fermo” fino a giugno senza garanzie. L’ipotesi che un procuratore rischi di lasciare il proprio assistito in un limbo, senza sondare il terreno con altri club o senza avere una bozza di accordo in mano, sembra – agli occhi del giornalista – una visione fin troppo ottimistica, se non ingenua, da parte della dirigenza juventina.