Rubinho non ha dubbi: «È lui il fenomeno, lo dissi a Filippi» - ESCLUSIVA
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Rubinho non ha dubbi: «È lui il fenomeno, lo dissi a Claudio Filippi» – ESCLUSIVA

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Rubinho, ex portiere di Juve e Genoa, ha rilasciato un’intervista in esclusiva a Juventus News 24 verso il match di Serie A

Vigilia di campionato per la Juve di Andrea Pirlo, reduce dalle due vittorie contro Torino e Barcellona. I bianconeri sfideranno il Genoa a Marassi, con il Grifone reduce da quattro sconfitte consecutive. In esclusiva a Juventus News 24, il doppio ex della partita, Rubinho, ha presentato la sfida, tracciando un filo diretto tra il presente e i suoi ricordi del passato legati alle due squadre.

Genoa-Juve arriva dopo la rimonta nel derby e l’impresa col Barcellona. Quali difficoltà attendono la Juventus a Marassi?
«È una partita insidiosa, anche perché si gioca a Marassi. In questo stadio la Juve è sempre stata abituata a fare grandi prestazioni, ma arrivando da due risultati positivi di fila contro due grandi squadre sarebbe normale un po’ di rilassamento. Secondo me, però, sia Pirlo e sia senatori sapranno come gestire questa partita così importante per il campionato».

Ci sarà anche Alvaro Morata, a cui è stata ridotta la squalifica. Lei che l’ha visto da vicino alla Juve, in cosa lo vede maggiormente cresciuto quest’anno?
«Quando è arrivato alla Juve la prima volta, io guardai il preparatore dei portieri Filippi e gli dissi: “Questo qui diventerà un fenomeno, è veramente forte”. Negli anni a Torino è cresciuto molto, facendo bene anche al Real, al Chelsea e all’Atletico Madrid, ma ora è tornato con un altro spirito. Sa gestire di più le energie, è migliorato tantissimo tecnicamente, si è incattivito anche. È ancora giovanissimo, sono sicuro che sarà protagonista per tantissimi anni».

Morata suo ex compagno di squadra così come Andrea Pirlo. C’è un ricordo particolare che la lega a lui? La vittoria col Barcellona segna uno step di crescita importante per la sua Juve?
«Ho tanti ricordi con Andrea: lui ha giocato con mio fratello all’Inter, poi negli anni di Juve si è creata una vera amicizia. Mi ricordo che in un allenamento provò a farmi il cucchiaio su rigore ed io, per prenderlo in giro, la stoppai di petto e lui mi disse: “Bravo bravo, non sono riuscito ad ingannarti”. Nel rigore successivo, mise la palla sotto l’incrocio. Mi guardò e disse: “Buttati, prova a prendere questa”. Io l’avevo preso in giro, e lui scherzosamente prese in giro anche me. Mi viene in mente poi un altro episodio: giocavamo a Glasgow, contro il Celtic e loro ci pressavano molto nell’uscita dal basso. Il loro capitano diede subito una legnata a Pirlo al primo intervento. Andrea però non fu intimorito, anzi. Per tutta la partita lo umiliò, pensando: “Va bene, mi hai preso una volta vediamo se ci riesci di nuovo”. Era una cosa assurda da giocatore, e ho un pensiero chiaro anche del Pirlo allenatore».

Prego.
«Diventerà un allenatore grandissimo. Questo perché da giocatore era un signore, e merita assolutamente di fare questo lavoro. Sono sicuro che sarà un vincente».

Di contro, il Genoa è reduce da 4 sconfitte consecutive e viaggia al penultimo posto. La squadra di Maran è già obbligata a vincere?
«Sono stato al Genoa l’ultima volta nel gennaio 2017 e, da quell’anno in poi, mi ricordo che in tutte le stagioni si salva sempre all’ultimo. Per la piazza, per quello che significa il club nel calcio italiano, meriterebbe un’altra storia, non lottare per salvarsi ogni anno. Devono vincere tutte le partite per non rimanere invischiati nelle ultime posizioni, altrimenti così diventa dura».

A legare le due squadra sono i tre prestiti che rinforzano la rosa rossoblù: Perin, Pellegrini e Pjaca. Chi vede più pronto per occupare un posto in futuro alla Juventus?
«Perin sta facendo bene, è cresciuto tanto anche alla Juve negli ultimi anni ma è l’unico che non vedo bene a Torino. Lui deve giocare, non deve fare il secondo portiere: lo vedo bene in qualsiasi squadra in Italia e in Europa. Per quanto riguarda Pellegrini e Pjaca, dalla loro parte hanno la giovane età. Possono tornare utili, magari in futuro, alla Juve, altrimenti diventeranno importanti per fare cassa».

Tema portieri. La partita di Barcellona ha mostrato ancora una volta la grandezza di Gianluigi Buffon. A Torino, tra allenamenti e partite, ha capito qual è il suo segreto?
«Non c’è nessuno che interpreta il ruolo di portiere come Gigi. Come gestisce tutti i momenti della partita, come richiama la squadra: ha sempre il timing perfetto. Può sbagliare, commettere degli errori, ma in tutta la sua carriera possiamo contarne al massimo 5… Ora si allena meglio secondo me, si prepara più rilassato per le partite. Contro il Barcellona ha fatto una prestazione impressionante, e se continua così può giocare ancora uno o due anni senza problemi».

Si aspettava, invece, questa crescita continua di Szczesny nel corso degli anni?
«Avendo un allenatore bravo, che gli ha fatto capire in cosa doveva migliorare, è cresciuto davvero molto. All’Arsenal era tanto oscillante, ma da quando è arrivato in Italia è un portiere concreto, commette pochissimi errori. È diventato molto tecnico, e questo significa essere consapevole della sua qualità».

Genoa-Juve può far acquisire ai bianconeri sempre più consapevolezza per la rincorsa alle prime posizioni. Un suo parere finale sulla lotta Scudetto?
«Mi sono sorpreso quando ho visto il Sassuolo tra le prime posizioni, Juve e Inter quarta e quinta. Pioli è molto bravo, sta facendo benissimo con il Milan non da quest’anno ma dalla scorsa stagione anche. Secondo me, con la Juve in crescita, la lotta Scudetto sarà proprio tra i bianconeri e il Milan. Non vedo bene l’Inter, che tra poco calerà e non riuscirà a mantenere il passo delle altre».

Si ringrazia Rubinho per la disponibilità e la cortesia mostrate in questa intervista

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