Tifosi Juve, distanti ma uniti: Marco Siasi e la sua "M.M Fitness"
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Tifosi Juve, distanti ma uniti: Marco e la sua “M.M Fitness”

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Tifosi Juve, distanti ma uniti: Marco e la sua “M.M Fitness”. La rubrica che ascolta e racconta le storie del popolo bianconero

Vi presentiamo Marco Sias, 48 anni, di Nuoro, il comune della Sardegna inizialmente più colpito dal Coronavirus. «Ora la situazione è nettamente migliorata, i contagi sono ridotti a zero», non ha mancato di farci sapere. Segni particolari: una passione enorme per il fitness – che è anche il suo lavoro – e per la Juventus.

Gestore e trainer della palestra M.M Fitness, Marco in questo periodo di universale emergenza sanitaria è stato comprensibilmente costretto a chiudere momentaneamente i battenti. Questo non gli ha impedito di seguire i suoi circa 150 allievi da remoto: «Spedisco delle schede di esercizi a svolgere a casa, non puoi abbandonare le persone in questo momento di difficoltà». La sua storia raccontata a JuventusNews24.com.

Ciao Marco, come stai vivendo personalmente questa situazione di emergenza?
«Chiaramente sono preoccupato essendo questa la mia unica fonte di sostentamento, ma la salute viene prima di tutto. Io sono molto rigido sulle norme igieniche anche in condizioni normali: in palestra usiamo asciugamani e guantini e tutti gli attrezzi vengono disinfettati e lavati. È un aspetto a cui bisogna prestare grande attenzione. Sinceramente questa situazione mi lascia sbalordito, mi sembra di vivere in un incubo. Sono un po’ spaesato, quando esco di casa per andare a fare la spesa mi sento come un ladro, lo scenario è apocalittico. La mia preoccupazione va ai miei genitori che sono anziani ed hanno delle patologie. Mi fa rabbia il fatto che, se tutti fossimo attenti e responsabili, la situazione si risolverebbe».

Come gestisci il rapporto con i tuoi clienti in queste settimane?
«C’è un folto gruppo di persone a cui spedisco delle schede di esercizi a svolgere a casa, con tanto di serie e tempi di recupero. Posso farlo tranquillamente finché siamo nell’ambito del fitness. Poi naturalmente ci sono dei clienti che, per esempio, sonno affetti da scoliosi. A questi ultimi devo mandare anche dei video affinché non sbaglino i movimenti e non perdano tutto il lavoro per cui hanno speso soldi ed energie. Così come cerco di mandare delle schede specifiche ai soggetti che hanno problemi di peso: la situazione è delicata quando si entra nell’ambito della salute. Non puoi abbandonare le persone in questo momento di difficoltà».

Andare a correre fuori per allenarsi è una scelta responsabile?
«Noi qui non abbiamo parchi, c’è un monte con dei sentieri poco battuti. Siamo in aperta campagna, non credo ci siano i presupposti per violare le norme di sicurezza. Io ne faccio una questione di esigenza personale, non posso farmi trovare fuori forma alla ripresa dell’attività. Posso giustificare i miei allievi, non me stesso: io devo allenarmi. Chiaramente se si corre o si pedala in in gruppo, oppure ci si mette a chiacchierare durante il recupero, diventa una violazione». 

Credi che alla fine di tutto questo la gente tornerà a svolgere attività fisica con maggiore entusiasmo?
«Non c’è più niente che ti spinge a fare qualcosa rispetto alla proibizione di quest’ultima. Io ho un bacino  di utenza ampio per quella che è la mia palestra: ho circa 150 clienti. Sono contento del mio lavoro e di quanto lavoro. Credo che la mia fortuna sia quella di avere un rapporto quasi da personal trainer con ciascuno dei miei clienti. Sono sicuro che gente la gente tornerà a iscriversi. Il mio unico cruccio in questo momento è se far pagare o meno per intero questo periodo in cui la palestra è rimasta chiusa. Io ho dovuto pagare l’affitto della struttura e le rate di alcuni attrezzi nuovi senza avere alcuna entrata».

Da quando sei tifoso della Juventus e a quale calciatore bianconero sei più legato?
«Ho una maglia di Del Piero che è un po’ il simbolo del mio amore per questa squadra.  Come spiegare? Noi da piccoli scegliamo la nostra squadra del cuore: io ho scelto la Juve, che tra l’altro era la squadra più tifata in famiglia. Questa maglia me la invidiano tutti. Ho visto i vari Platini, Boniek, Trezeguet ma Del Piero rimane Del Piero. Ho recentemente rivisto il suo gol nella semifinale del 2006 con la Germania: mi sono emozionato di nuovo come fosse la prima volta».

E nella Juventus attuale chi ammiri di più?
«Cristiano Ronaldo è un must dal punto di vista del fisico e della cura di sé, non solo per quelli che tifano Juventus. È un esempio di professionalità. Poi a me piacciono i anche i gesti tecnici. Douglas Costa è un connubio di tecnica e velocità rara, peccato solo che sia spesso soggetto a infortuni. Mi è dispiaciuto molto per la partenza di Emre Can, mi piace tanto anche De Ligt. E Chiellini non si tocca…».

Secondo la tua esperienza professionale: quanto potrebbe incidere un periodo di fermo così prolungato sui calciatori?
«Individualmente i giocatori avranno ricevuto delle indicazioni da parte dello staff per avere una risposta muscolare in tempi brevi. Non è che diventeranno dei “ronzini” di punto in bianco, ma ci vorrà tempo e molta testa per arrivare alla forma partita. In ottica Champions, nella disgrazia, siamo stati persino fortunati. In Francia l’emergenza è stata tardiva e il Lione comincerà ad allenarsi più tardi di noi».

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