Ziliani: «Caso Osimhen? Chi rischia una penalizzazione è solo la Juve»
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Ziliani ci ricasca: «Caso Osimhen? Chi rischia una penalizzazione è solo la Juve»

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Paolo Ziliani ci ricasca e attacca nuovamente la Juve anche se non c’entra nulla: ecco il suo commento sui social

Paolo Ziliani, tramite il suo profilo X ufficiale, è tornato nuovamente a puntare il dito verso la Juve.

IL MESSAGGIO – De Laurentiis a giudizio e Napoli penalizzato? Balla assoluta, chi rischia punti in meno è ancora e solo la Juventus Dopo la barzelletta dei ladri (Inter) rincorsi dalle guardie (Juventus), i giornali compiono oggi il capolavoro di dipingere il Napoli, che non rischia nulla, nei guai: invece nei guai alla Procura di Roma c’è solo la Juve, e vi spiego perchè Parliamo di tribunali? Ma sì, parliamo di palloni che rotolano (o rotoleranno a breve) nelle aule dei tribunali sportivi, quelli che non conoscono vergogna e che sono in grado – com’è successo nella primavera scorsa – di far sparire con un colpo di bacchetta magica, che diventa colpo di spugna, un processo in cui la Juventus è accusata, con tanto di prove provate, di aver commesso non uno, non due, non tre ma ben quattro pesanti e reiterati illeciti (manovra stipendi 1, manovra stipendi 2, partnership con club amici e rapporti con agenti collusi), illeciti gravi e protratti negli anni, amnistiando un club che anche in ragione dei suoi precedenti penali dovrebbe essere radiato o quantomeno retrocesso in Serie C o D, un club che nell’unico processo in cui è stato chiamato a presentarsi – parlo di un mese prima del vergognoso patteggiamento cancella-reati – è stato penalizzato per un solo illecito contestatogli, quello delle plusvalenze fittizie, di 10 punti in classifica, con condanna passata in giudicato e dunque definitiva, vedendo i suoi quattro massimi dirigenti squalificati complessivamente per 8 (diconsi otto) anni. Domanda: se per un solo illecito la giustizia sportiva ha tolto alla Juventus 10 punti decapitando il suo management con inibizioni di anni, cosa sarebbe mai successo se il presidente FJGC Gravina e il ministro dello sport (si fa per dire) Abodi avessero consentito che Madama entrasse nelle aule dei tribunali sportivi anche per rispondere degli ulteriori, gravi e provati illeciti emersi dopo l’inchiesta Prisma della Procura di Torino? Se provate a moltiplicare per 4 la sentenza del processo-plusvalenze (- 10 punti al club e 8 anni di squalifica ai dirigenti), in base al principio dell’afflittività della pena avremmo oggi una Juventus che gioca in serie D contro Pinerolo, Bra e Borgosesia e quattro dirigenti (Agnelli, Arrivabene, Paratici, Cherubini) squalificati a vita come lo furono, ai tempi di Calciopoli, i loro stimati predecessori Moggi e Giraudo. Parliamo di tribunali dunque. Perchè la notizia ripresa oggi con grande evidenza da tutti i giornali è che la Procura di Roma ha chiuso le indagini sul Napoli e sul presidente De Laurentiis accusato di falso in bilancio per l’affare Osimhen acquistato dal Lille nell’estate 2020 per 71,2 milioni, 20 dei quali “scontati” a bilancio da quattro contropartite, quattro giocatori ceduti al Lille in attenuazione della spesa: Palmieri (valore iscritto a bilancio di 7 milioni), Karnezis (5 milioni), Liguori e Manzi (4 milioni ciascuno). Si tratta di valutazioni esagerate, platealmente gonfiate, che avevano spinto la Procura di Napoli ad aprire un fascicolo d’indagine: poi l’indagine era passata per competenza territoriale a Roma, la città dove il bilancio del Napoli viene approvato. La Procura di Roma, per la cronaca, è la stessa alla quale per competenza territoriale è stata trasferita l’indagine Prisma sulla Juventus aperta e portata avanti dalla Procura di Torino: le cui conclusioni sono già state al 100 % confermate dai magistrati romani che hanno anzi ufficialmente aperto un nuovo procedimento a carico della Juventus, in aggiunta a quelli pendenti, avendo riscontrato – come da denuncia della Consob – che anche il nuovo management sta procedendo, in quanto a stesura dei bilanci, con le modalità illegali del vecchio management guidato dal super squalificato presidente (ormai ex) Andrea Agnelli. Sempre per la cronaca: proprio ieri il Collegio di Garanzia presso il Coni ha respinto il reclamo di Agnelli contro i 10 mesi di squalifica (originariamente 16 in primo grado) inflittigli per il processo manovre-stipendi cui è andato incontro, unico fra i tesserati juventini avendo egli rifiutato a maggio il patteggiamento. Agnelli protestava la sua innocenza ma le prove provate delle testimonianze dei giocatori, tutti concordi nel dire che la rinuncia agli stipendi non era di 4 mensilità ma solo di una (per non parlare della chat in cui Chiellini spiegava ai compagni che la società avrebbe raccontato ai media una storia diversa “per questioni di bilancio”, ma di non dire nulla ai giornalisti), hanno fatto sì che i giudici del Collegio non perdessero un solo minuto del loro tempo: Agnelli colpevole, squalifica confermata.

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