Agnelli al Next Gen Day: le parole del presidente della Juve
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Agnelli al Next Gen Day: «Non siamo una onlus. A Miretti dissi che…»

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Andrea Agnelli, presidente della Juve, interviene alla tavola rotonda sulle seconde squadre nel Next Gen Day. Le sue parole

(inviato all’Allianz Stadium) – Il presidente della Juve, Andrea Agnelli, interviene nel Next Gen Day alla tavola rotonda sulle seconde squadre, incontro organizzato dalla Juventus a cui prendono parte anche Ghirelli, Gravina, Casini e Calcagno. Juventusnews24 segue LIVE le sue parole. CLICCA QUI PER L’INTERVISTA ESCLUSIVA DI RICCIO A JUVENTUSNEWS24


SECONDE SQUADRE – «È molto importante essere qua a parlare di seconde squadre. Non parliamo di innovazione, si tratta di copiare quello che gli altri fanno bene e farlo anche noi. Il passaggio in seconda squadra è utile sì per la Juventus, ma anche per la sostenibilità creandosi giocatori in casa. Poi si danno giocatori alle Nazionali. Parliamo di Miretti e Fagioli all’esordio in Nazionale, ma anche di 7/8 giocatori in pianta stabile in Under 20. Le seconde squadre sono importanti e le abbiamo percorse con tenacia, fin dal mio arrivo nel 2010. Ci è voluto un elemento di discontinuità per realizzarle. Costacurta ha spinto in quel momento a credere nelle seconde squadre. Abbiamo tentennato anche internamente noi, ma sentii Cherubini e dicemmo: ‘Si fa’. I giocatori quell’anno non capivano cos’erano, essendo abituati ai prestiti, in un clima di ostilità. Dopo qualche sconfitta vado al campo, c’era Zironelli, e dissi loro che rappresentavano la Juventus, il valore è Juventus. È un pezzetto di crescita. Le richieste che vengono fatte è di estendere i fuoriquota, ma non sono formative. Così siamo arrivati alla costruzione di un progetto che sapevamo ci avrebbe portato i suoi frutti dopo 3/5 anni. Miretti l’anno scorso ha giocato in prima squadra, in Under 23 e in Primavera. Gli ho detto ‘Ma sai cosa stai facendo?’. Lui gioca con noi dall’Under 8 e dice ‘Io vedo la maglia della Juve e gioco’».

JUVE E IL SETTORE GIOVANILE – «Se noi pensiamo ad una società come la Juventus, guardate nella storia quanti calciatori sono saliti dal settore giovanile alla prima squadra. Non è una onlus, non lo fa per le Nazionali. L’Italia ha circa 450 prestiti, l’Inghilterra ne ha circa 150 Paesi, gli altri 20/30. È un fatto oggettivo. Con le seconde squadre i migliori si tengono, migliorano e arrivano. Bisogna anche creare delle condizioni. Partecipiamo alle Assemblee di Lega Pro e non abbiamo il diritto di voto. Una seconda squadra può rischiare la retrocessione, può succedere: e se succede i giocatori dove li mettiamo? La seconda squadra permette di ridurre i costi della prima squadra. Il vantaggio economico ce l’ho. Miretti e Fagioli, l’equivalente, è un investimento da 15 milioni».

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