Allegri Juve, le 5 accuse che inchiodano il tecnico bianconero
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Allegri Juve, le 5 accuse che inchiodano il tecnico bianconero

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Allegri Juve, le cinque accuse che inchiodano il tecnico bianconero e fanno pensare al futuro: ecco quali sono

Molto si discute, e ancora si discuterà, sul futuro di Massimiliano Allegri alla Juventus. Dopo un febbraio nero, gran parte della tifoseria chiede una separazione dall’allenatore, il cui contratto andrà in scadenza tra un anno. Max e la società dovranno parlarsi per decidere come proseguire, ma inevitabilmente sono diversi gli aspetti negativi in questo momento del suo ciclo 2.0, che invitano a riflettere sul proseguimento di un matrimonio che, ad oggi, non ha dato i frutti sperati.

Andamento da zona retrocessione e confronto con il 2022/23

Da ormai un mese a questa parte la Juventus, in campionato, sta tenendo un ritmo da squadra che gioca per non retrocedere. Una sola vittoria nelle ultime sette, undici gol subiti e pochi punti, sei, superiori solamente a quelli guadagnati da Lazio, Frosinone, Salernitana, Lecce e Sassuolo. Quattro delle cinque compagni nominate, per la salvezza, stanno lottando veramente e il club biancoceleste è invece alle prese con il terremoto derivato dalle dimissioni di Sarri. Il confronto con l’annata 2022/23, invece, porta alla luce come la Signora, nonostante abbia ormai chiuso i conti con le vicende extra-campo, abbia raccolto addirittura meno di quanto aveva fatto dodici mesi fa (ad oggi un punto). Numeri sconcertanti per una squadra che, fino a poco tempo fa, era attaccata all’Inter e sognava addirittura traguardi più importanti di quel quarto posto che Allegri va ripetendo da diverso tempo. E questo ci porta ad un altro punto del quale discutere: la comunicazione del tecnico.

Le dichiarazioni post-partita

Nonostante in estate si parlasse di lotta Scudetto, Max, da inizio anno, è poi passato ad “accontentarsi” di un ritorno in zona Champions. Parole come detto ripetute a più riprese, anche quando la Juventus era al primo posto e che facevano storcere il naso a molti, specialmente se confrontate a quelle di alcuni senatori che parlavano invece di voler tornare finalmente ad alzare un trofeo dopo oltre mille giorni di digiuno forzato. Il botta e risposta con Marotta, alla fine dei conti, ha dato ragione all’Inter, ormai irraggiungibile per i bianconeri, che si sono fatti scavalcare anche dal Milan. Ma Allegri sembra continuare a guardare ancora a quelle dietro. Post Atalanta ha infatti parlato di punti guadagnati sul Bologna che però, nonostante lo scivolone interno con la squadra di Inzaghi, sta tenendo ben altro ritmo nell’ultimo periodo e ha sicuramente una rosa inferiore a quella a disposizione della Juventus, con ben altri obiettivi. Il vero e proprio miracolo, alla fine dei conti, lo sta facendo proprio quel Thiago Motta a più riprese accostato alla panchina bianconera.

Mancanza di gioco e difensivismo

Ormai non è una novità: il corto muso, alla maggior parte dell’ambiente juventino, non basta più. Anche nel periodo di successi consecutivi inanellati, la squadra dava la sensazione di subire troppo gli avversari, big o meno che fossero. Conferma se ne è poi avuta sempre nell’ultimo periodo, quando compagini meno blasonate come Frosinone o Udinese sono arrivate allo Stadium con un piglio tutt’altro che rinunciatario, sorprendendo Vlahovic e compagni. Con i ciociari la zampata all’ultimo di Rugani ha rimesso le cose al loro posto, ma prendendo sempre in considerazione il ko con i friulani (ma anche la trasferta di Verona), il miracolo non è poi arrivato. E’ vero che contro Napoli e Atalanta le occasioni mangiate sono state tante, ma ormai la squadra dà come il senso di non sapere cosa fare se i suoi big non sono in giornata.

Mancata valorizzazione dei giocatori

Le diverse analisi e le statistiche dimostrano come, in fin dei conti, gran parte della rosa non sia stata valorizzata come avrebbe dovuto. Rabiot non è riuscito a ripetere l’exploit della passata stagione, così come Vlahovic, anche se prima frenato dalla pubalgia, è la prima volta che dà il senso di essere maturato. Convince poco anche la posizione in campo di Chiesa, che da esterno ha offerto le migliori prestazioni, mentre i giovani faticano a ritagliarsi uno spazio importante. Iling-Junior è stato rispolverato solo ultimamente a spese di un Kostic che, ormai, da diversi mesi è in parabola discendente. Yildiz è stato accantonato con il ritorno di Fede, vista l’impossibilità ad oggi di schierare il tridente, mentre Huijsen è stato mandato in prestito a discapito della permanenza di alcuni giocatori come Alex Sandro che, ormai, hanno ben poco da dare alla causa juventina. L’olandese a Roma si sta guadagnando un posto al sole di primo livello, tanto che i giallorossi pensano addirittura di prolungare il prestito. Tornando indietro nel tempo, possiamo poi analizzare la situazione Fagioli: prima dell’infortunio di McKennie a Lecce nell’ottobre del 2022, infatti, il giovane aveva accumulato pochi minuti in Serie A e sembrava in procinto di essere lasciato andare in prestito nel gennaio successivo. Dopo il gol decisivo al Via del Mare, e le prestazioni sempre più in crescendo, è poi stato impossibile rinunciare a lui. E allora viene da chiedersi: senza infortuni dei compagni, avrebbe avuto tutto quello spazio?

Difficoltà nel leggere le situazioni

Punto forte del primo ciclo allegriano era la lettura e la tattica delle partite, oltre all’azzeccare i cambi dalla panchina per svoltare gare nate o cresciute storte. Cosa che, invece, ad oggi raramente ripete. La fase difensiva è inevitabilmente peggiorata nell’ultimo periodo e i gol presi contro l’Atalanta ne sono l’esempio più lampante. Sulla prima rete di Koopmeiners c’è stata una dormita generale che ha portato l’olandese a segnare su schemi provati e riprovati ma mai riusciti, tanto che Pasalic, nel post-partita, ha rimarcato il fatto che quella fosse la prima volta in cui ai bergamaschi ne riusciva la perfetta esecuzione. Sul secondo sono bastati invece due passaggi a mettere in porta l’ex AZ, che ha poi siglato il 2-2 finale. Un risultato ribaltato momentaneamente anche con la forza della disperazione di una squadra stanca mentalmente, che dopo il pareggio con l’Empoli sembra non riuscire più a ritrovarsi. Ci riuscirà Allegri in questo finale di stagione? Quello che è certo è che ora non si può più sbagliare nulla.

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