Allegri: «Mi dispiace sia finita così con Bonucci, ma eravamo stati chiari con lui da febbraio»
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Allegri: «Mi dispiace sia finita così con Bonucci, ma eravamo stati chiari con lui da febbraio»

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Allegri: «Mi dispiace sia finita così con Bonucci, ma eravamo stati chiari con lui da febbraio». L’intervista dell’allenatore

Supertele ha mostrato una parte dell’intervista ad Allegri (realizzata giovedì scorso da Pierluigi Pardo) che uscirà il 31 agosto per Dazn Heroes. Queste le parole dell’allenatore della Juve.

SCUDETTO DEL NAPOLI – «E’ un elemento di ricchezza, soprattutto sono stati molto bravi. C’è stata una programmazione della società. Tutto parte da Benitez fino all’anno scorso con la vittoria di Spalletti. Ha giocato molto bene, Osimhen che è tra gli attaccanti più forti al mondo che sposta gli equilibri, non c’è niente da fare»

SPALLETTI CT – «Luciano è uno dei migliori che ci siano in Italia, lo dimostra la carriera, il modo in cui fa giocare le squadre e i risultati che ha ottenuto. Era giusto dare il post Mancini Spalletti a coronamento dello scudetto e della carriera che ha fatto».

CHIESA – «Chiesa laggiù nell’angolo. In castigo? No, ha piena fiducia ora. L’ho visto quest’anno quando è rientrato, ha una gamba diversa. E’ una punta, poi ogni tanto va all’esterno o in mezzo, deve fare gol. E’ un giocatore che quando tira in porta è noioso, fa male».

BONUCCI – «Mi dispiace che sia finita così, però siamo stati chiari con Leo già da febbraio scorso quando io e la società ci abbiamo parlato diverse volte dicendogli che l’anno prossimo sarebbe stato un anno in cui avrebbe dovuto decidere di continuare da un’altra parte o smettere. Quando a 35-36 anni e hai fatto la storia della Juve – Leo ha 500 partite – e anche zoppo andava in campo. Ha dato tanto alla Juve e la Juve ha dato tanto a lui. Deve prendere una decisione importante e non guardare ad un anno, ma a quel che è il futuro perché è giovane. Quel che dico ora l’ho detto in tempi non sospetti. E’ normale che un campione come lui arriva a fine carriera è normale che c’è questa paura di smettere. Io non sono stato campione, ho fatto una carriera normale e per me smettere è stato facile. Le dinamiche sono le stesse, la differenza è che uno deve avere la capacità di accettare prima. Se accetta prima è un ben per se stesso, se accetta dopo passa un momento di noia. Per me è stato un giocatore straordinario, importante. Rimarrà nella storia della Juve, 500 partite con la Juve l’hanno fatte in poche».

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