Atalanta Juve: le tre cose che non hai notato
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Atalanta Juve: le tre cose che non hai notato

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Atalanta Juve: le tre cose che non hai notato del match del Gewiss Stadium. Gli episodi sfuggiti all’attenzione dei più

Atalanta Juve: le tre cose che non hai notato.

1. Demiral faccia a faccia con il suo passato

Due anni alla Juventus, dal 2019 al 2021. Tra alti e bassi, continuità a corrente alternata. Merih Demiral è alla sua seconda stagione all’Atalanta ora, oggi in panchina al Gewiss Stadium contro il suo passato. Ma il difensore turco non ha certamente dimenticato quanto vissuto a Torino, e con chi ha trascorso quei momenti e quelle vittorie. Uno Scudetto, una Supercoppa e una Coppa Italia per la precisione. Durante l’intervallo, al momento dell’ingresso in campo dal tunnel degli spogliatoi, Demiral è rientrato abbracciando un membro dello staff della Juventus. A riassaporare i vecchi tempi e mantenere comunque immutato il legame con il mondo bianconero.

2. Dura poco la partita di Boga, fair-play Locatelli

15 minuti. Questo il lasso di tempo dall’ingresso in campo di Jeremie Boga al posto di Ederson alla sua sfortunata uscita per infortunio. Distorsione alla caviglia per l’attaccante della Dea, gettato nella mischia da Gasperini per cambiare volto all’attacco e premere ancora di più sull’acceleratore in cerca del gol. Ma così non è stato. Boga ha lasciato zoppicante il terreno di gioco, ampliando per le prossime partite i problemi nell’attacco nerazzurro già orfano di Lookman e Hojlund. Ma qui arriva il bel gesto. Manuel Locatelli si è avvicinato a lui, salutandolo e rincuorandolo per lo sfortunato episodio. I due han giocato insieme dal 2018 al 2021 al Sassuolo, e con questo segnale Loca ha voluto trasmettergli la sua vicinanza post infortunio.

3. Dentro il finale di partita: Allegri, Pogba, Vlahovic

Mettiamo insieme i cocci di un finale molto intenso. Partiamo dalla panchina, da Massimiliano Allegri. In vantaggio di un gol, la Juventus ha gestito male alcune situazioni di contropiede volte a chiudere la partita. Come Paul Pogba, con Max che si è infuriato per come il francese ha concluso l’azione. Bottigliette volate in panchina e il tentativo di Paul di tranquillizzare il tecnico. O Dusan Vlahovic, che davanti a Sportiello all’89’ si è lasciato ipnotizzare dal portiere della Dea. Poca cattiveria sotto porta, di questo si è lamentato Allegri. Spostiamoci poi in campo. Entrati nel recupero, hanno iniziato ad alzarsi dalla tribuna cori discriminatori nei confronti di Vlahovic, che ha risposto come meglio non poteva fare: sul campo, con il gol del 2-0 da autentico fuoriclasse. Poi dito portato alla bocca, a zittire, dentro un’esultanza piena di significato. Da qui il gruppo: tutti ad abbracciarlo, esplosione di gioia dalla panchina. Doveri lo ha ammonito per la sua esultanza, i cori si sono sentiti ancora più forti, e Dusan li ha quasi incitati con le braccia larghe. ‘Di più, di più’ sembravano tradurre i suoi gesti. Impensabile assistere ad episodi del genere.

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