Ballotta: «Juve occhio a Conceiçao, come nel 1998» ESCLUSIVA
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Ballotta: «Juve occhio a Conceiçao, come nel 1998» ESCLUSIVA

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La Juventus mercoledì affronterà il Porto di Sergio Conceiçao: il suo ex compagno, Marco Ballotta, presenta le insidie della sfida

Marco Ballotta è uno dei decani del calcio italiano: l’ex portiere di Lazio e Inter, tra le altre, detiene ancora il record di longevità per un calciatore in Serie A ovvero 44 anni e 38 giorni con la voglia di Buffon (magari) di battere anche questo record. Ballotta, nella sua carriera, è stato compagno di Pirlo, Baronio e Nedved ma anche di Sergio Conceiçao, attuale tecnico del Porto. In esclusiva a Juventusnews24, racconta il suo rapporto con l’ex compagno di squadra e parla della Juve in vista della sfida in Champions League.

Sergio Conceiçao fece il suo esordio nel calcio italiano segnando proprio alla Juventus nella Supercoppa Italiana del 1998, al 94’, regalando la vittoria alla Lazio. Qual è il suo ricordo di quella gara?
«Avevamo una squadra davvero forte, forse la migliore con cui ho giocato.  Quella squadra è partita così nel 97, vincemmo la Supercoppa, Coppa Italia. Conceiçao era arrivato quell’anno lì, non si conosceva, era già forte però. Si è rivelato molto importante per quella Lazio, sulla fascia dominava, era un continuo andare e tornare, aveva polmoni da vendere. Anche lui non pensavo diventasse allenatore, come qualcun altro. Si diventa grandi e si cambia. In quell’occasione fece bene ma anche in altre… poi segnò anche quindi andò tutto discretamente bene».

Cosa deve temere la Juve se il Porto dovesse essere a immagine e somiglianza di Conceiçao?
«Il Porto è un’ottima squadra ma la Juve è favorita per il passaggio del turno. Ultimamente è migliorata tanto, fino ad un paio di mesi fa aveva troppi alti e bassi. Ok, c’è la partita persa a Napoli che fa un po’ storia a sé, non è come le altre. Secondo me ci sono le premesse per finire l’annata in un certo modo. Andare avanti in Champions sarebbe un bene perché la Juve più gioca e più migliora. Non deve aver paura del Porto ma in questa competizione non ci sono squadre scarse… se arrivi agli ottavi vuol dire che hai qualcosa di bene. La Juve è superiore. Penso che il Porto rispecchi il carattere di Conceiçao però è una squadra abbordabile».

Nella sua lunga carriera è stato compagno di squadra anche dei massimi esponenti tecnici e dirigenziali della Juventus, ovvero Andrea Pirlo, Roberto Baronio e Pavel Nedved. Cosa pensa delle loro carriere dopo l’addio al calcio giocato?
«Nedved è finito alla Juve ed è rimasto lì, non dico che sia un punto di riferimento ma è molto importante e ricopre il suo ruolo nella giusta maniera. Non è una casualità se ha ottenuto risultati dopo l’addio al calcio giocato ma non mi sarei mai aspettato che avesse fatto questo tipo di carriera anche se era un ragazzo quadrato, un professionista esemplare, serissimo ed ha continuato ad esserlo anche dopo».

Un pensiero su Baronio?
«Baronio ha fatto la sua trafila nelle squadre giovanili anche nelle nazionali, non ha mai allenato una prima squadra. Con Pirlo si conoscevano benissimo da giocatori, siamo stati insieme a Brescia poi Andrea ha giocato con me anche all’Inter. Sono poi entrambi bresciani e si sono ritrovati da amici per intraprendere questo viaggio non certo facile ma si stanno giocando le loro occasioni per entrare ad un livello alto. E stanno dimostrando di poterlo fare».

Pirlo?
«Pirlo sta crescendo parecchio, lo stanno ascoltando, quando si cambia l’allenatore tante cose non sono automatiche. La società gli sta dando tempo e fanno bene perché sarà un ottimo allenatore».

Dove collocherebbe Szczesny in una classifica dei portieri in Italia?
«Quest’anno Szczesny sta facendo ancora meglio dello scorso anno, in alcune gare ha tenuto in vita la Juve e ha permesso di portare a casa un sacco di punti. Quest’anno ha trovato una tranquillità importante e lo colloco tra i primi tre in Italia senza alcun problema. C’è molto equilibrio in Italia tra Donnarumma, Szczesny e lo stesso Handanovic che tra alti e bassi sta trovando continuità, penso soprattutto all’ultimo periodo in cui sta migliorando dopo le critiche di mesi passati. Stanno crescendo anche tanti giovani portieri italiani ma ancora non sono al livello di questi tre. Lo stesso Reina ha esperienza da vendere, lui è l’ideale per giocare con i piedi, la Lazio ha trovato il giocatore giusto per ricoprire questo tipo di ruolo non solo in campo ma anche negli spogliatoi. Szczesny uguale, per questo lo colloco nei primi tre».

Inter in fuga se vince con il Milan? O c’è ancora speranza per la Juve in ottica Scudetto?
«C’è sempre speranza ma se vince il derby l’Inter prende una spinta importante a livello morale. Poi c’è da dire che essendo fuori dalle coppe, possono preparare bene le partite, non hanno impegni infrasettimanali. Più si va avanti e più si giocano le competizioni europee e lasci qualcosa indietro, come nel caso della Lazio ad esempio. Non sono tante le squadre che possono sostenere tutti questi impegni: l’Inter lo è ma è fuori da tutto. Poi abbiamo visto che anche l’Inter ha tanti alti e bassi. Le inseguitrici sono ottime squadre e tutte possono dire la loro in quanto molto ravvicinate, in 10 punti ci sono 7 squadre e con gli scontri diretti non si può mai sapere. Però se l’Inter dovesse vincere il derby…».

Si ringrazia Marco Ballotta per la cortesia e la disponibilità mostrate nel corso dell’intervista

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