Barzagli: «L'arrivo alla Juve, BBC e le finali di Champions: vi dico»
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Barzagli: «L’arrivo alla Juve, l’intuzione BBC e le finali di Champions: vi dico tutto»

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Andrea Barzagli racconta la sua avventura alla Juve, dall’arrivo a Torino fino alle finali di Champions. Ma non solo

Andrea Barzagli si racconta alla Milano Football Week. L’ex difensore della Juventus ha raccontato così la sua avventura in bianconero: le dichiarazioni riportate dalla Gazzetta dello Sport.

ARRIVO ALLA JUVE – «Non è scontato andare in una grande squadra. L’inaugurazione dello Stadium mi ha fatto vibrare dentro: ho visto tutta la storia della Juventus, oltre ad uno stadio innovativo ed un Presidente rivoluzionario. Siamo cresciuti in quegli anni, erano pochi i giocatori affermati: da lì 9 anni di trofei e vittorie».

BBC – «E’ stato un incastro naturale, venuto da un’intuizione di Antonio Conte. Un’intesa unica, non ci siamo mai scontrati tra di noi, avevamo fiducia l’un l’altro. Era una bella unione».

LICHTSTEINER – «Sia da compagno che da avversario era tremendo: tante volte litigavamo in allenamento, era uno che parlava direttamente. Anche lui ha sempre avuto una mentalità molto diligente, con l’ambizione di voler essere il numero uno. La sostanza dentro una squadra fa la differenza».

CONTE E ALLEGRI – «Antonio Conte era un perfezionista dalla grande innovazione, ma a volte avrebbe dovuto allentare la tensione, spesso troppo alta. Max ha una dote spiccata nel vedere il momento di una squadra, nel saper cambiare, il suo difetto è che dovrebbe a volte creare la tensione in più che ad esempio Antonio metteva. La cosa che li accomuna è la mentalità vincente che entrambi hanno portato alla Juventus».

FINALE DI CHAMPIONS – «Abbiamo trovato le squadre più forti degli ultimi 30 anni, ricche di talento, come Barcellona e Real Madrid: ce la siamo comunque giocata, ma probabilmente con una doppia sfida avremmo potuto spuntarla. Le finali di Champions non capitano spesso, è stato tosto ricominciare. Non vincerne nemmeno una è stato il nostro rimpianto più grosso».

MALEDIZIONE CHAMPIONS – «Non credo, penso che esista un DNA: è più facile che il Milan arrivi in finale, come è più probabile che la Juventus la spunti in Italia».

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