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Bernardeschi & C., ex dura lex: continuate a fischiare

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Con il gol di Bernardeschi sono tre su tre: Higuain al Napoli, Benatia alla Roma e Fede alla viola. L’esultanza, il giubbotto e quel discorso col Pipita valgono tutto

La regola dell’ex non sbaglia mai” cantava in una semicitazione Max Pezzali. Perchè due sono le certezze nella vita: la morte e il gol di un giocatore della Juve contro la sua ex squadra. L’ultimo di questa hit parade della goduria è Federico Bernardeschi. Il Baggio 2.0 che arriva a Firenze da “tradi-tore” e ritorna a casa col pugno alzato del vinci-tore. Stessa desinenza, ma un risultato completamente diverso. Questo fa la Juve. La punizione mancina è un gioiello (poteva essere posizionato meglio Sportiello? Sicuramente sì), ma il mancino di “Berna” sostituisce in un colpo solo Dybala. Da lì non può calciare Pjanic, non c’è la Joya? No problem, la Juve di quest’anno ha tutte le cartucce al momento giusto.

FEDERICO – Ma l’importante è il retroscena, quello che viene colto solo in parte dalle telecamere. Federico scende dal pullman ed è subito tartassato. Ma lui non se ne preoccupa. La faccia pulita da bambino non si scalfisce nemmeno un attimo. Dai primi piani nel riscaldamento non si vede nemmeno il tanto osannato occhio della tigre. Perchè questo è Fede, uno che ha la Fede (quella con la F maiuscola). «Ho scelto la maglia numero 33 perchè sono molto credente», parola di chi il giorno della presentazione non era ancora pronto a fare da numero 10.

Higuain e uno stesso destino, il discorso del pre-partita

Torniamo però a quei gesti che vogliono dire tutto. Durante il riscaldamento è l’ultimo a rientrare negli spogliatoi. Higuain si avvicina e gli dice qualcosa. Lui, il ragazzo, ascolta, mentre il Pipita parla. Facile immaginare l’argomento. Higuain al San Paolo, con tanto di mano fasciata, esasperato aveva aizzato il pubblico durante il pre-partita. Invitando a fare molto più casino. I fischi manco li sentiva. Poi il gol ed è il tripudio. Esultanza rabbiosa, di chi ormai non vuole può contenersi. “Es tu colpa” diceva a De Laurentiis. In una parola, il karma.

ESULTANZA – L’esultanza di Berna è invece un caso del tutto diverso. Naturale, non c’è traccia di rivalsa o rabbia. Semplicemente la gioia di un ragazzo che ha segnato. Perchè quello è il suo lavoro ed il passato è stato chiuso in maniera serena, senza rimpianti. Anche qui Higuain lo tiene stretto come a bloccarlo. Ma non c’è n’è bisogno. Il rapporto fra i due, accomunati dallo stesso destino, probabilmente non è mai stato così forte. Poi l’uscita dal campo. Fede alza il pugno verso il settore ospite. Un modo per dire al “Franchi” che la scelta ormai è stata fatta e lui non si pente. Un pò quando rivedi la tua ex e non ti scomponi, anzi non hai nemmeno bisogno di fingere perchè di rancore non c’è ne più. Il giubbotto, al momento del rientro in panchina, non lo mette nemmeno. Come a dire che nel freddo di Firenze, il caldo post-gol basta già. La stesse emozioni provate da Mehdi Benatia contro la Roma. Gol ed esultanza solita a mitraglietta. Dura lex, sed lex o Ex dura lex. Con un consiglio per tutte le tifoserie avversarie: continuate pure a fischiare.

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