Bernardeschi: «Se sono quello che sono è grazie alla Juve»
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Bernardeschi: «Se sono quello che sono è grazie alla Juve»

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Bernardeschi: «Se sono quello che sono è grazie alla Juve». Le parole dell’ex bianconero, ora al Toronto, sulla sua esperienza

Bernardeschi ha concesso un’intervista a Dazn parlando della sua esperienza alla Juve e non solo.

CRESCITA ALLA JUVE – «Quando io sono entrato nello spogliatoio della Juventus avevo 23 anni e di ventitreenni non ce n’era: Buffon, Chiellini, Bonucci, Barzagli, Marchisio, Khedira, Mandžukić e Matuidi. Campioni del mondo, vincitori di Champions. Tu a 23 anni entri in uno spogliatoio fatto di questa gente qui… se io sono quello che sono oggi è anche sicuramente grazie a una percentuale di quello spogliatoio».

NESSUN RIMPIANTO – «Ho giocato in un top club europeo, ho vinto tantissimo, sono campione d’Europa e con i miei compagni in nazionale abbiamo fatto qualcosa di straordinario. Se chiudo gli occhi e rivedo questo bambino che è partito alla Fiorentina e dico “che sogni aveva questo bambino?” beh questi».

RIGORE SEGNATO NELLA FINALE DI EURO 2020 – «Se uno la personalità ce l’ha, ce l’ha sempre. Io mi sarei sentito male con me stesso a non calciarlo quel rigore. Poi ovviamente il mister chiede chi se la sente e chi non se la sente, e in pochi se la sono sentita… te lo posso assicurare. In un periodo così devi avere i coglioni per farlo, se gli avessi sbagliati ci sarebbe stato tutto il dispiacere del mondo per aver sbagliato un rigore ma sarebbe stato peggio se non avessi avuto i coglioni di tirarlo».

SCELTA DEL TORONTO – «Per fare un’esperienza del genere ci vuole un po’ anche la mente aperta. Non l’avrei mai scelto se prima non fossi venuto a vedere com’era. Avevo la possibilità di rimanere in Italia in due grandi club e ho preso un aereo con scritto Toronto senza che nessuno lo sapesse. Non è Los Angeles o New York, dove vai in vacanza. Era difficile immaginare che andassimo a Toronto. Infatti mi sono portato Deva per far sì che, fosse uscita qualsiasi cosa, io avevo la scusa di essere con mia moglie e la bimba a farmi due giorni in vacanza».

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