Cagni: «La Juve deve difendere Pirlo. Assurdo sentir parlare di esonero»
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Cagni: «La Juve deve difendere Pirlo. Assurdo sentir parlare di esonero» – ESCLUSIVA

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Luigi Cagni, allenatore ed ex calciatore, ha rilasciato un’intervista in esclusiva a Juventusnews24. Le sue dichiarazioni

La Juve è attesa dal banco di prova contro il Genoa, importante per dare continuità al successo col Napoli. In esclusiva a Juventusnews24, Luigi Cagni ha presentato l’incontro, esprimendo la sua opinione sui temi d’attualità in casa bianconera. Le parole dell’allenatore, che ha guidato il Grifone nel 1998/99.

La Juventus è reduce dalla vittoria nel recupero contro il Napoli. Ha visto segnali importanti da parte dei bianconeri dopo due risultati poco soddisfacenti?
«Sì, ed era anche un esame importante per Pirlo: per un allenatore sono momenti determinanti per la propria carriera. Se riesce a uscire da situazioni difficili, compie un passo in avanti non soltanto per la squadra ma anche per se stesso».

L’obiettivo in campionato, adesso, è la qualificazione alla prossima Champions League. Traguardo “scontato” o vede qualche altra squadra favorita per rientrare tra le prime quattro?
«Se guardo gli organici, la Juventus non può non rientrare nella zona Champions. È tutto da vedere però: è un campionato particolare per tutto quello che è successo. Bisogna valutare la stagione per quella che è. La Juventus deve dimostrare: ha una settimana importante, con Napoli e Genoa. Conosco bene questi momenti dell’annata, da dentro o fuori. A Pirlo capiterà sempre: facendo questo mestiere, arrivi ad un certo punto in cui devi prendere decisioni importanti ma anche i risultati devono esserlo altrettanto».

Il crocevia sarà poi a fine stagione. Continuare con Pirlo o no: lei verso quale direzione andrebbe?
«Questo è impossibile dirlo dal di fuori. La cosa certa è che sarebbe stato assurdo se avessero mandato via Pirlo ora. Sarebbe stato un errore gravissimo. Si leggeva che c’era la possibilità di esonerarlo nel caso in cui non avesse fatto risultato: questo era un discorso sbagliato. L’ho sempre detto fin dall’inizio: quando la Juve ha preso Pirlo, dissi che dopo questa decisione il club avrebbe dovuto difendere il suo allenatore fino alla morte. E poi per l’anno prossimo decidi cosa fare, però se tu prendi Pirlo poi sai che avrai dei problemi e se non l’hanno pensato mi stupirebbe molto».

Le voci di mercato riguardano anche alcuni giocatori che potrebbero lasciare la Juventus in estate. Da Cristiano Ronaldo a Dybala: blindare i calciatori simbolo oppure tenere comunque aperti degli spiragli per eventuali opportunità?
«Io dico una cosa: la programmazione vuol dire qualcosa, ha un senso. A inizio anno tutti pensavano che i due organici più forti erano quelli di Inter e Juve. Non c’è stato nessuno che ha detto il contrario. Ora alla Juventus è tutto da cambiare? Ma no… I risultati non sono stati quelli che ci si aspettava, ma non è che devi smantellare tutto. Mi viene in mente Chiellini: non puoi pretendere che giochi 50 partite l’anno! Buffon anche… Sono queste le decisioni, poi la rosa della Juve è importante, non bisogna sminuirla per i risultati ottenuti».

Il futuro immediato, però, è rappresentato dalla partita contro il Genoa di domenica. Quali insidie si nascondono secondo lei dietro la sfida dell’Allianz Stadium?
«C’è un vantaggio e uno svantaggio. Il vantaggio è l’aspetto psicologico derivante dalla vittoria con il Napoli: lo so, ho fatto il calciatore, so cosa vuol dire vincere. Lo svantaggio è che hai una partita in più sulle gambe a differenza del Genoa, che ha svolto una settimana tipo e arriverà fisicamente più preparata, anche se tecnicamente inferiore. La squadra di Ballardini è difficile da incontrare: è compatta, ha recuperato da una situazione iniziale difficile e ha trovato la quadra giusta. L’unico problema che ha sempre avuto è quello della realizzazione: se non avesse trovato Destro che andava in doppia cifra sarebbe stata dura».

Uno dei protagonisti sarà Nicolò Rovella, futuro centrocampista della Juve. È un talento sul quale Paratici ha fatto bene a puntare per il futuro?
«Rovella è molto bravo tecnicamente, giovane. Ha fatto cose molto belle nelle partite in cui ha giocato ma anche ingenuità dovute all’inesperienza. È chiaro che è un calciatore di grande prospettiva».

Chi non è sbarcato alla Juventus, invece, è Gianluca Scamacca, cercato nel calciomercato di gennaio. Avrebbe fatto comodo un giocatore dalle sue caratteristiche in avanti?
«Scamacca non riesco a decifrarlo, non ce l’ho fatta dall’inizio. Che abbia doti fisiche e tecniche non ci sono dubbi. Però secondo me il goleador è un’altra cosa. Potrebbe diventare un grandissimo giocatore ma non ha ancora dimostrato di essere un goleador».

Perin come eventuale sostituto di Buffon in caso di addio alla Juve in estate è un’ipotesi che la stuzzica? O la Juve dovrebbe puntare su un altro portiere?
«So come si costruiscono le squadre e bisogna partire dall’obiettivo che si ha. La Juve punterà allo Scudetto e alla Champions: per cui da lì scegli l’allenatore e i giocatori. Parlarne adesso è molto difficile. La Juventus dovrà  lavorare un bel po’: ora è tutto legato alla Champions, quindi le decisioni le prenderanno al momento opportuno. In questo momento stanno lavorando per costruire qualcosa di importante. Da fuori si può dire quello che si vuole ma la verità si sa solo dall’interno».

Un altro nome lega Genoa e Juventus: Luca Pellegrini. Serviva un’alternativa come lui a sinistra in questa stagione?
«Sì, ma sai non è facile oggi con un calcio peggiorato non migliorato avere due calciatori per ruolo di buon livello. 15/16 posso comprarli bravi bravi, ma poi è difficile averne 22 in rosa e non sbagliare neanche un acquisto».

Si ringrazia Luigi Cagni per la disponibilità e la cortesia mostrate in questa intervista

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