Causio: «Lo Scudetto andrebbe assegnato alla Juve» - ESCLUSIVA
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Causio: «Se la Serie A non si conclude, lo Scudetto va assegnato alla Juve» – ESCLUSIVA

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Franco Causio, ex giocatore della Juve, ha rilasciato un’intervista in esclusiva a Juventus News 24. Le sue dichiarazioni

Una prima parentesi dal 1966 al 1998, prima degli undici anni trascorsi alla Juve dal 1970 al 1981 per Franco Causio. Lui, con quel numero 7, ha ridefinito l’identità dell’ala, ben diversa da quella moderna per caratteristiche e attitudine tattica. Una carriera importante in bianconero per ‘Il Barone’, arricchita da sei Scudetti, una Coppa Italia e una Coppa UEFA ad impreziosire la sua bacheca. Causio ha parlato – in esclusiva a Juventus News 24 – dell’attuale situazione in Serie A in seguito all’emergenza Coronavirus, provando a tracciare le fila del possibile scenario futuro.

Gravina ha dichiarato la volontà di assegnare lo Scudetto anche se la Serie A non dovesse essere portata a termine. Qual è il suo pensiero legato a questo scenario e quale squadra, dunque, meriterebbe di vincere il titolo?

«In questo momento meriti e demeriti non ne do a nessuno. L’obiettivo primario è uscire fuori da questa situazione. Se non si dovesse concludere la stagione, però, credo che la classifica attuale parli chiaro: Juve, Lazio ed Inter. Quindi si dovrà rispettare la classifica di Serie A. Non so cosa decideranno i presidenti di Lega, Figc, Coni ma io partite a porte chiuse non vorrei vederne, perché so cosa vuol dire… I giocatori non hanno motivazioni, stimoli. Capisco che le società abbiano interessi economici a portare a termine il campionato, però prima di tutto metto la salute».

L’idea della Lega e della Figc, comunque, è quella di far concludere il campionato. Un’ipotesi riguarderebbe la ripartenza nel mese di maggio con fine prorogata al 30 luglio: quali sono i possibili rischi di questa soluzione?

«Per rigiocare ci vogliono minimo due settimane e non so se bastano. Per riprendere il ritmo del campionato, il ritmo partita, non ci metti poco ma servono uno/due mesi. Passerebbe troppo tempo… Bisogna vedere cosa decide anche l’UEFA per la Champions e l’Europa League visto che di mezzo ci sono anche le coppe. Giocare tutto insieme non so se sarebbe la soluzione migliore. Credo che la situazione vada studiata bene: i giocatori dovrebbero disputare così una partita ogni 3 giorni, ma non sono dei robot. Non so quanto reggerebbero. Se hai una rosa come quella della Juve non ci sarebbero problemi, ma le altre ne risentirebbero… La Lazio potrebbe essere avvantaggiata perché non disputa le coppe, però c’è sempre un punto di domanda».

In che modo lo slittamento di questo campionato potrebbe avere delle conseguenze sulla prossima stagione?

«Bisogna vedere quando inizia e quando finisce questa stagione per capire le conseguenze sul prossimo anno. Dopo il campionato ci sono da fare anche le finali europee, quindi c’è l’incognita legata alla data d’inizio e di fine di quest’annata sportiva. Al momento appare tutto come un grande punto interrogativo».

Stagione che prima dello stop aveva visto la vittoria della Juve nello scontro diretto con l’Inter. I bianconeri hanno confermato il gap nei confronti delle inseguitrici o pensa che il divario si sia ridotto?

«Penso che quest’anno la Juve abbia fatto un po’ più di difficoltà. Ha cambiato molto, partendo dall’allenatore, con tanti giocatori diversi rispetto all’anno scorso. Bisogna tener conto di questo: il gioco di Sarri non è stato assimilato al 100%. Se guardiamo, però, è in testa al campionato, ancora in corsa in Champions League e Coppa Italia, per cui tutti e tre gli obiettivi sono ancora raggiungibili. Vorrei vedere una Juve più provinciale, in grado di lottare, che non soffra per vincere le partite. Vorrei una squadra meno sofferente. Quattro o cinque partite da vera Juventus le ha fatte, ma ho notato che ha patito maggiormente le ‘piccole’ rispetto agli anni scorsi».

Ramsey è andato a segno nel match dell’Allianz Stadium, anche se i dati di inizio stagione riguardano una bassa prolificità dei centrocampisti in zona gol. È mancato qualcosa, secondo lei, alla mediana bianconera fino a questo momento?

«Sicuramente i gol dei centrocampisti sono mancati, perché gli altri anni risultavano fondamentali. Khedira in primis è mancato, c’è stato l’ingresso di Ramsey, la crescita di Bentancur anche. Ma quando io sento i nomi del centrocampo di una volta: Pirlo, Vidal, Marchisio e Pogba, mi guardo un attimo in giro e penso che forse qualcosa in questo reparto manca».

Da un ‘7’ come lei che ha scritto la storia ad un altro ‘7’ come Cristiano Ronaldo, autentico trascinatore in questa stagione. Qual è il prossimo obiettivo, alla Juve, per il fuoriclasse portoghese?

«È un giocatore eccezionale, universale, al top in questo momento. Sono quei calciatori capaci di farti vincere anche le partite più impossibili. Deve essere preso d’esempio dentro e fuori dal campo. L’obiettivo primario è la Champions League: bisogna recuperare però la partita con il Lione. Anche campionato e Coppa Italia sono nelle corde della squadra, ma lui e la Juve non vogliono lasciar nulla di intentato».

Si ringrazia Franco Causio per la disponibilità e la cortesia mostrate in questa intervista

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