Ceravolo: «Allegri è la persona giusta per tornare in alto»- ESCLUSIVA
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Ceravolo: «Juve, Allegri è la persona giusta per tornare in alto» – ESCLUSIVA

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Franco Ceravolo, ex responsabile dell’area tecnica e degli osservatori Juventus, ha parlato in esclusiva con Juventusnews24 di bianconeri e di Nazionale

Franco Ceravolo, ex responsabile dell’area tecnica e degli osservatori della Juventus, è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Juventusnews24. Le sue parole sulla Nazionale di Mancini, sul futuro di due nomi caldi di mercato come Lorenzo Lucca a Dusan Vlahovic e su altri temi legati a Juventus e campionato.

Domenica sera si giocherà Juve Roma all’Allianz Stadium, per i bianconeri sarà una partita importante per la classifica, ma anche per il morale. Come arrivano le due squadre a questa partita?

«Juve-Roma è una partita importante e molto sentita, da anni è un match di cartello in Serie A. La Roma si sta ritrovando, anche con Mourinho, la proprietà ha un progetto importante e vuole arrivare al livello di Juve, Inter e Napoli. Da quest’anno ha un centrocampo importante, con Pellegrini che è diventato un leader e sta prendendo la squadra per mano; penso che nei prossimi anni potranno lottare per lo Scudetto, perché la proprietà è molto forte. Sulla Juve sappiamo che ha dovuto cambiare gioco, prima aveva un punto di riferimento come Ronaldo in attacco, oggi deve trovare il giocatore giusto, ma penso che Allegri sia la persona giusta per colmare questa mancanza quanto prima. Ronaldo era un elemento trainante e soprattutto un punto di riferimento per tutta la squadra. Oggi la Juventus cercare di essere più squadra e in queste ultime partite si sta vedendo la mano di Allegri ha una rosa importante e penso che possano tornare dove gli spetta già in questo campionato».

Trovare un vice Ronaldo è quasi impossibile, su quali giocatori deve puntare Allegri, dopo la partenza del portoghese?

«Ronaldo è insostituibile, ha caratteristiche diverse rispetto a tutti gli altri; anche Chiesa, però, ha le caratteristiche che appartengono ai grandi campioni: corsa, il modo di attaccare gli spazi, la possibilità di tirare in porta con entrambi i piedi. Alla Juve mancava un centrocampista e hanno preso Locatelli, Dybala lo conosco bene dai tempi del Palermo: è un talento, e ora è una certezza. Se avesse anche la fiducia dell’ambiente renderebbe al massimo, perché è una cosa di cui ha bisogno; lo stesso vale per Morata: con degli esterni come Kulusevski, Chiesa e Cuadrado a supporto possono fare molto bene. La Juventus oggi deve solo avere pazienza e presto tornerà ad essere lì dove gli spetta. Scudetto? Non è detto che la Juve sia tagliata fuori, il campionato è lungo e penso che possa tornare a lottare per il primo posto. Poi domenica c’è una partita importantissima e delicata per la fiducia, il morale e per la classifica; vediamo cosa succede, ma a prescindere dal risultato, penso che la Juve tornerà ad essere quella che conosciamo».

Uno dei nomi caldi del mercato è quello di Dusan Vlahovic, che ha deciso di non rinnovare il proprio contratto con la Fiorentina. Può essere lui il nome giusto per la Juve?

«Vlahovic è un attaccante importante, non è facile andarlo a prendere perché non c’è solo la Juve su di lui, ma anche molte squadre di prima fascia in Italia e in Europa. Ora chi è in scadenza decide cosa fare e cosa non fare, di bandiere ormai ce ne sono poche, ora i calciatori quasi tutti guardano al lato economico. Quando si comincia a parlare di triplicare lo stipendio è difficile rifiutare. Difficile che rimanga alla Fiorentina, alcune società in Europa sono anni che lo seguono (non solo Inter Milan e Juve), difficile confrontare i parametri economici del calcio estero con quelli dell’Italia. Con Ronaldo in Serie A tutti ci guardavano in modo diverso, oggi che non se n’è andato è più difficile portare i big in Italia, soprattutto con questi sceicchi con cui è difficile concorrere a livello economico. Io mi auguro che Vlahovic resti in Italia. È un grande attaccante, completo e giovane».

In ottica futuro si parla anche di Lorenzo Lucca, che ha iniziato molto bene in Serie B con il Pisa. Sono premature le voci su di lui o può essere veramente un giocatore da Serie A? 

«Lucca è un ragazzo giovane che sta segnando tanto, mi lascia un po’ stranito è che giocasse qui in Piemonte e che nessuno l’abbia preso mai in considerazione. Quest’anno ha iniziato bene a Pisa, attenzione perché non è uno scarso tecnicamente: ha fisicità e fa ben pensare per il futuro, con questa carenza di attaccanti spero che questo possa davvero migliorare e portare avanti le aspettative che ora ci sono su di lui. Ha tutte le caratteristiche per diventare quello che tutti dicono, è presto ma si è presentato con un biglietto da visita importante. Ha un tiro impostante, calcia le punizioni e ha grandi mezzi tecnici, se arriverà è presto per dirlo, ma me lo auguro anche in ottica Nazionale».

Passando alla Nazionale, Mancini ha costruito una squadra sui giovani e sta ottenendo grandissimi risultati. Su quali giocatori bisogna puntare maggiormente in ottica futura, soprattutto in attacco?

«Immobile in Italia è sempre tra i primi e non si può discutere, poi in Nazionale si gioca in una certa maniera, soprattutto per come l’ha costruita Mancini, che ha puntato molto sui giovani. Sugli esterni ci sono giocatori di indubbia qualità come Chiesa e Berardi, il centrocampo ha dei nomi importantissimi come Locatelli, Pellegrini, Verratti e Barella, in difesa c’è Chiellini che è ancora lì ad essere trainante per tutti i giovani. In attacco ci sono due come Immobile e Belotti e poi c’è Kean, che deve fare bene con la Juve per guadagnarsi i suoi spazi: ha fatto bene al PSG e mi auguro che si ripeta in bianconero. Mi auguro che possa uscire un Lucca per rendere l’attacco ancora più completo».

Si parla spesso della mancanza di attaccanti di ruolo nel calcio moderno, a cosa è dovuta questa situazione e cosa si può fare per risolverla?

«Visto che ormai, nel calcio, i giocatori si possono prendere ovunque, il 60% delle rose sono formate da stranieri, difficile trovare soluzioni per far crescere i giocatori e qualche cosa va fatto anche in prospettiva futura. Non è semplice far maturare e affermare i giovani e farli crescere se poi compri altri giocatori per sostituirli; poi il giocatore si abbatte e si perde per strada. Se ci fossero dei paletti che impongono alle squadre, per esempio, di giocare con quattro giocatori del settore giovanile in rosa, aiuterebbe molto. Vedere la Nazionale di Mancini però fa riflettere in positivo».

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