Chiesa Juve, il "sacrificio" è necessario? PRO e CONTRO
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Chiesa Juve, il “sacrificio” è necessario? PRO e CONTRO

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Chiesa Juve, il “sacrificio” è necessario? PRO e CONTRO la cessione dell’esterno dopo una stagione travagliata

Chiesa potrebbe essere il giocatore “sacrificato” dalla Juve sul mercato per avere liquidità da investire su altri giocatori, visti i mancati introiti dalla Champions League. Dopo Vlahovic, ora sembra essere l’esterno il campione bianconero nella lista dei possibili partenti. Ma il suo addio è davvero necessario?

LA STORIA DI CHIESA ALLA JUVE

C’è un prima e un dopo nella storia di Chiesa alla Juve. Un prima dell’infortunio del 9 gennaio 2022 e un dopo la lesione al legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro.

Arrivato il 5 ottobre 2020 dopo aver iniziato il campionato con la Fiorentina, Chiesa debutta il 17 col Crotone fornendo un assist decisivo per Morata e prendendosi un cartellino rosso. Di settimana in settimana, agli ordini di Pirlo, mostra tutte quelle qualità che avevano convinto i bianconeri a spendere 10 milioni per il prestito biennale con obbligo di riscatto a 40 più altri 10. Chiesa in poco tempo diventa un giocatore fondamentale per la Juve e un campione amato dai tifosi (inizialmente scettici). A fine 2020-2021 i numeri parlano chiaro: 43 partite e 14 gol, tra cui le doppiette al Milan a San Siro e al Porto in Champions League e la rete in finale di Coppa Italia contro l’Atalanta.

Nella stagione 2021-2022, quella del ritorno di Allegri in panchina, cominciano le prime difficoltà. Max non riesce a farlo esprimere al meglio, anche se giocando attaccante vero e proprio Chiesa segna il gol-vittoria contro il Chelsea nel girone di Champions League. L’esterno colpisce anche lo Zenit, mentre in campionato le sue vittime sono Spezia e Napoli. Fino al crack del 9 gennaio 2022.

Da lì inizia un lunghissimo calvario che lo porterà a tornare in campo solo il 2 novembre contro il Psg. Chiesa in inverno lavora duro per tornare al top della forma e da gennaio a fine stagione non ha più alcun infortunio, salvo qualche stop cautelativo comandato da Allegri. La sensazione che dà, però, non è più quella del giocatore esplosivo capace di asfaltare la fascia con la corsa abbinata alla velocità e alla tecnica e soprattutto ad una fame fuori dal comune. Gli equivoci tattici con Allegri, poi continuano. A volte esterno a tutta fascia nel 3-5-2, altre seconda punta, altre ancora ala nel tridente. La confusione generale di certo non ha aiutato il ragazzo a riprendersi.

Alla fine della stagione appena passata le presenze totali sono comunque 33, ma solo 11 da titolare. Appena 4 i gol segnati, ma quasi tutti importanti (Monza in Coppa Italia, Friburgo, Empoli e Udinese). I dubbi, però, a quanto pare in casa Juve rimangono.

PRO LA CESSIONE DI CHIESA

In chiave mercato il Liverpool e Klopp sono in prima fila per Chiesa, ma su di lui ci sono da registrare anche gli interessamenti di Newcastle, Psg e Bayern Monaco. La Juve ha fatto il prezzo ed è disposta ad ascoltare offerte pari almeno a 60 milioni di euro, ovvero la cifra complessiva che ha pagato alla Fiorentina. Cifra che, viste le problematiche economiche del club, darebbe una mano a Manna per operare sul mercato al meglio.

Negli ultimi anni i bianconeri, poi, hanno abituato a cessioni eccellenti in nome del bilancio. L’ultimo sacrificato in ordine di tempo è stato De Ligt, ben sostituito da Bremer. Lo stesso potrebbe accadere con Chiesa se la Juve sarà brava a trovare un eventuale rimpiazzo di valore.

C’è anche una questione tattica. Se Allegri dovesse insistere col 3-5-2, Chiesa sarebbe disposto a giocare da esterno a tutta fascia con compiti anche difensivi? E da seconda punta? L’ex viola è un giocatore che ama avere campo avanti a sè e avere lo sguardo fisso sulla porta. In sostanza, è un’ala pura. Avrebbe senso, quindi, tenere un campione per fargli ricoprire un ruolo a lui non perfettamente congeniale? Dal canto suo, quindi, Chiesa potrebbe essere allettato dall’idea di giocare in una squadra più offensiva come il Liverpool ed in un campionato più divertente come la Premier.

Infine, c’è un discorso legato al contratto. Chiesa va in scadenza nel 2025 e il suo agente avrebbe giò fatto sapere alla Juve che per il rinnovo vuole un ingaggio da almeno 8 milioni. Troppi per i bianconeri. A questo punto resterebbe questa estate per venderlo ad un prezzo ancora alto.

CONTRO LA CESSIONE DI CHIESA

Dare via Chiesa vuol dire rinunciare ad uno dei talenti italiani più forti in circolazione. L’ex Fiorentina lo ha dimostrato alla Juve e in Nazionale. Basti tornare con la memoria a due anni fa, quando Chiesa primava segnava all’Austria un fantastico e decisivo gol per il passaggio ai quarti di finale, poi si ripeteva in semifinale con la Spagna.

Sostituire Chiesa, poi, sarebbe un problema non di facile soluzione per Manna. Un giocatore di buone prospettive come Weah non può essere nemmeno paragonato al 25enne. Zaniolo? Il talento ce l’ha, ma dal punto di vista mentale è lontano anni luce rispetto al campione d’Europa. Tenere Chiesa alla Juve sarebbe un vantaggio enorme per la Juve, visto che di giocatori con le sue qualità ce ne sono davvero pochi in giro.

L’ex Fiorentina ha dimostrato grande attaccamento alla maglia e capacità di leadership anche nei momenti più duri della passata stagione. I tifosi lo amano e lo considerano il campione della Juve del presente del futuro. Magari il nuovo capitano, il nuovo simbolo italiano del ciclo che verrà. Un po’ “alla Del Piero“.

In tal senso, avere una figura come Chiesa ancora in squadra sarebbe un vantaggio anche per tutti quei giovani che stanno emergendo e che emergeranno ancora. I vari Fagioli, Iling-Junior, Miretti e Soulé non potranno far altro che crescere allenandosi nuovamente accanto ad un campione come lui. E lo stesso accadrà agli altri talenti del settore giovanile che arriveranno in prima squadra e agli altri bianconeri che torneranno a Torino (come Cambiaso e Rovella).

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