Conferenza stampa Allegri: «Dobbiamo essere un blocco granitico»
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Conferenza stampa Allegri: «Dobbiamo essere tutti un blocco granitico. Era difficile tornare subito a vincere» – VIDEO

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Conferenza stampa Allegri: le parole alla vigilia di Bologna Juve, sfida valida per la 32esima giornata di Serie A

(inviato all’Allianz Stadium) La Juve vuole tornare a vincere, riassaporando una vittoria che in Serie A manca dall’1 aprile contro il Verona. Bianconeri, reduci da tre sconfitte consecutive, ospiti del Bologna al Dall’Ara nella 32esima giornata.

Nel giorno di vigilia, sabato 29 aprile, Massimiliano Allegri è intervenuto in conferenza stampa alle 12.00 per presentare il match davanti ai media. Juventusnews24 ha seguito LIVE le sue parole.


COME HA VISTO LA SQUADRA IN QUESTI GIORNI – «Veniamo da un periodo negativo, nelle ultime sei partite ne abbiamo perse 5. Siccome il calcio ci dà la possibilità di invertire la rotta, dobbiamo possiamo farlo contro un Bologna che sta facendo delle ottime cose e Thiago Motta sta facendo veramente un bel lavoro».

CONFRONTO CON I GIOCATORI – «La cosa da fare in questi momenti è una, quella di stare zitti, come è già capitato nelle difficoltà quando ci son stati tolti i 15 punti ma anche in altre stagioni. Bisogna lavorare e fare. Ci sono 35 giorni importanti davanti a noi, non c’è altra scelta. Parlare serve a poco. Nel calcio quando non vinci sei dalla parte del torto, se vinci sei dalla parte della ragione. Chi vince è un bravo ragazzo, chi perde… In questo momento dobbiamo reagire al fatto che abbiamo lasciato per strada un po’ di punti in campionato».

NERVOSISMO NELLO SPOGLIATOIO – «Il confronto con i giocatori non c’è stato. Han detto che dentro lo spogliatoio c’è stato… Quando la Juventus perde vengono tirate fuori molte illazioni perché la gente ha molta fantasia. Quindi vengono dette cose non vere. Ripeto che l’unica cosa da fare in questo momento quando le cose non vanno bene, ma capiterà ancora nei prossimi anni, l’importante è lavorare con serietà e professionalità per creare i presupposti per tornare a vincere. Vince sempre una squadra, bisogna lavorare per far sì che siamo noi quella squadra lì».

COME TENERE IL FOCUS – «Abbiamo ancora un obiettivo in campionato da raggiungere, i primi quattro posti e meglio il secondo posto perché migliorerebbe la classifica dell’anno scorso. Poi abbiamo una semifinale di Europa League. L’obiettivo della società e della stagione è arrivare a marzo/aprile a lottare per qualcosa. Ci siamo riusciti, poi se saremo bravi e fortunati riusciremo a centrare gli obiettivi. Viste le situazioni economiche del calcio italiano, non è che se abbiamo cinque squadre in semifinale tra Champions ed Europa League abbiamo risolto i problemi. I problemi ci sono, in questo momento sono insabbiati dai risultati che sono stati fatti. Per una società come il Milan, la Juve, l’Inter, le 7 squadre in lotta, il primo obiettivo di una società è giocare la Champions l’anno dopo. Noi in questo momento siamo in lotta per giocare la Champions l’anno dopo e arrivare in finale di Europa League. Se saremo bravi ci riusciremo, altrimenti avremo fatto il possibile per vincere e ottenere qualcosa. Questo è poco ma sicuro».

PRESO DI MIRA – «È un divertimento. Pensa domani quando smetterò, ne dovrete prendere un altro di mira. Ma io mi diverto, su questo mi stimolate».

VEDERE IN CAMPO DEI RAGAZZI – «Vediamo. Stanno tutti bene. Non è questione se gioca Chiesa ecc… È tutto nella normalità. Chiesa è  un giocatore straordinario, strappa, può risolverla in qualsiasi momento. Ma viene da dieci mesi di inattività, ritrovare quell’equilibrio fisico e mentale non è facile. Le prestazioni che sta facendo rientrano nella norma. Come Paul, è un anno che è fermo, e non è nelle condizioni ottimali per giocare una partita. Vorrei riavere il Pogba che ho allenato, ma in questo momento non è così. Tanto tempo stai fermo, tanto tempo devi metterci per recuperare. Non lo dico io perché sono bravo, ci sono degli studi. È tutto nella norma. Nella sfortuna di non avere giocatori al 100%, vedi Chiesa, Pogba, Vlahovic che viene da una pubalgia importante. Non è diventato scarso, per tornare ai suoi livelli ha bisogno di un po’ più tempo. Qui c’è stata una fortuna: nel lavoro fatto nei 10 anni di settore giovanile, e con la Seconda squadra, abbiamo Soulé, Miretti, Fagioli, Iling che han fatto tante partite. Miretti è un 2003 e ha fatto più di 40 partite alla Juventus. Fagioli che lo scorso anno ha fatto 25/30 nella Cremonese vincendo il campionato ed è un ragazzo di talento, ha fatto 30 partite quest’anno. Non è facile giocare così tante partite alla Juventus, anche per quelli bravi. Buffon una volta mi disse ‘Il primo anno non ho capito niente, il secondo anno non mi ero ancora accorto di essere alla Juventus’. Perché la Juventus è qualcosa di unico. Le pressioni, i tempi di crescita. Dall’esterno si vuole tutto e subito, ma ci vuole pazienza, ma anche programmazione. Dalle cose negative abbiamo trovato ragazzi giovani che sono un patrimonio della società. Anche a livello economico è molto importante e su questo bisogna continuare e andare avanti, non perdendo di vista l’obiettivo. Il momento più difficile è ora, non quando ci han tolto i 15 punti. Non parlo solo della squadra, di tutto. La società e tutti devono essere un blocco unico. I prossimi 35 giorni sono i più importanti della stagione, come tutti gli anni a meno che tu sia fuori da tutto. Siamo ancora dentro due obiettivi e dobbiamo essere un blocco granitico, qui parlo a 360 gradi».

PERCHE’ COSI’ TANTE SCONFITTE – «Magari ci sono scelte non azzeccate. Spiegare è difficile. Io questa esperienza, non così ma peggiore, l’ho vissuta a Cagliari. Il primo in Serie A sono partito con 5 sconfitte, una dietro l’altra. In questo momento qui, come successo nel 2015 in cui facemmo 12 punti in 10 partite, abbiamo messo piano piano un pezzetto alla volta. Ora mi viene da pensare a domani, sapendo che è difficile. Quello che oggi vediamo nero domani può diventare grigio e bisogna riportarlo ad un colore consono a quella che è la Juventus. Dobbiamo uscire da questi momenti tutti insieme senza vedere più nero di quello che è. Nonostante i disastri che abbiamo fatto siamo ancora momentaneamente terzi in classifica».

INSULTI AI DIRIGENTI INTER POST COPPA ITALIA – «Cosa è successo perché? Chi è che ha detto che è successo qualcosa? Da chi son stati riportati? Mi dica i nomi. E poi di questo… Noi dobbiamo pensare alla partita di domani».

MERITA LA RICONFERMA L’ANNO PROSSIMO – «Questo è un problema della società, non mio. Io sono tornato alla Juventus sapendo le problematiche che c’erano. Era difficile tornare subito a vincere. L’anno scorso fino alla partita in casa con l’Inter si parlava di Scudetto, poi abbiamo perso quella partita, abbiamo perso una finale di Coppa Italia, una finale di Supercoppa al 120′. Quest’anno son cresciuti tanti giovani. Nella vita le cose, a seconda di come uno le vuole vedere e dire, cambiano. Poi io non devo star qui a difendermi, non ho da difendermi di niente, ho solo da lavorare come ho fatto sempre. Vediamo come finiamo quest’anno, abbiamo ancora la possibilità di fare bene. E faremo il possibile. Se poi alla fine non ci riusciremo ci sarà stato qualcuno più bravo di noi, assolutamente. Sarei soddisfatto se…? Dillo te, scrivilo te. Te hai un pensiero e scrivilo. Io non sono soddisfatto di niente, non ero soddisfatto quando abbiamo perso la Champions. Che domanda è scusa. Ci sono domande più intelligenti… Scrivi un tuo pensiero. Non lo devo dire assolutamente a te. Nel rispetto dei tifosi, ho molto rispetto dei tifosi e li ringrazio per quello che stanno facendo. Io posso solamente metterci dentro la grande responsabilità, la grande onestà, e grande impegno nel rispetto della Juventus. Poi le difficoltà nella vita ci sono, faremo di tutto per passarle. Dobbiamo essere un gruppo granitico per uscire da questa cosa e tornare a vincere una partita di calcio. Se a fine anno il lavoro per la società non è stato soddisfacente, prenderà delle decisioni com’è giusto che sia perché l’allenatore è responsabile di tutto. È una cosa normale. Fa parte della vita, del gioco. Mi fai una domanda, son soddisfatto… Sarei soddisfatto se vincessi campionato, Champions, Coppa Italia. Ma questo è impossibile. Ti giro la domanda: ‘Tu sei soddisfatta del lavoro che stai facendo? Se l’anno prossimo sei di nuovo qui a fare domande?’. Te lo domando, se l’anno prossimo ti ritrovo qui significa che hai fallito nel tuo lavoro? Non te lo posso dire, abbiamo 35 giorni e tante cose in ballo. In questi 35 giorni analizziamo quello che c’è da fare. Dobbiamo tornare a vincere la partita, il resto non conta niente».

APPROCCIO SBAGLIATO CON L’INTER – «Lo sappiamo tutti, abbiamo avuto un approccio sbagliato, dormiente e abbiamo pagato prendendo gol. Siamo riusciti a fare una partita non semplice. Dovevamo essere più incisivi in fase offensiva. Quando abbiamo vinto abbiamo avuto poco possesso palla, l’altro giorno il 61%. Le partite hanno una sua valutazione, una sua storia. Noi abbiamo sbagliato l’approccio, questo si».

COSA DOVRA’ CAMBIARE – «Domani è molto difficile. Abbiamo 7 partite per fare un tot di punti e rimanere nelle prime 4. A 73 punti credo saremo dentro. Dobbiamo essere più compatti, aggressivi, lucidi in zona gol. Fare la partita per l’importanza che è, rispettando il Bologna che sta facendo una buona stagione. Nessuna partita è facile. Bisogna giocare sul campo e tante volte non è quello che si aspetta prima della partita».

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