Cristian Zenoni: «Atalanta favorita, per la Juve è la gara decisiva»
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Cristian Zenoni: «Atalanta favorita, per la Juve sarà decisiva per la Champions»- ESCLUSIVA

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Cristian Zenoni, doppio ex di Atalanta e Juve, ha parlato in esclusiva per Juventusnews24 in vista del match di domenica

Dopo il successo con il Lecce, per la Juventus arriva ora la gara spartiacque per la Champions in casa dell’Atalanta, diretta avversaria per un posto nella prossima edizione della massima competizione europea. Di questa, e molto altro, ha parlato in esclusiva per Juventusnews24 il doppio ex Cristian Zenoni.

Che idea si è fatto del momento della Juve?

«Sicuramente diciamo che la Juve ha avuto alti e bassi nell’ultimo mese, quindi ora la gara con l’Atalanta diventa fondamentale per il percorso del campionato, visto anche l’obiettivo Champions comune. La squadra di Allegri non sta benissimo, nel senso che ha avuto un periodo in cui fino a un paio di mesi fa era brillante anche fisicamente, ora meno. L’Atalanta invece si sta riprendendo, tornando quella vecchia che conosciamo. La vedo leggermente favorita, ma la Juve rimane la Juve ed è una squadra da prendere con le pinze avendo dei giocatori che te la risolvono con poco come Di Maria, Vlahovic e Chiesa».

Quindi Atalanta favorita anche per la corsa Champions nonostante la Juve sia avanti?

«Si come ho detto prima l’Atalanta arriva meglio per quest’ultimo periodo. E’ più convinta magari, anche sicuramente più serena arrivando da un filotto di vittorie consecutive importante».

Uno come Gasperini lo vedrebbe per il post Allegri?

«Sinceramente no. Per quello che abbiamo visto mi sembra più portato ad allenare giocatori ancora non definitvamente arrivati, mentre alla Juve, come può essere nelle altre big, servono campioni già affermati. A Gasperini piace fare un certo tipo di percorso, far crescere giocatori che inizialmente sono poco conosciuti. Non lo vedrei come il tecnico adatto».

Giocatori come Hojlund sono già pronti a salutare l’Atalanta?

«Io a lui consiglio un altro anno all’Atalanta, ma in prospettiva è un giocatore che poi, purtroppo per l’Atalanta, o per fortuna di altri, andrà via e calcherà palcoscenici magari più importanti. Non che l’Atalanta non sia una grande squadra, ormai sono anni che sta sempre lì, ma secondo me il danese è destinato ad andare via. Magari anche non in Italia, ma in un altro top club europeo».

Tornando al discorso allenatore, confermerebbe Allegri?

«Dipende che tipo di percorso vuole seguire la società. Se vuole puntare a fare un mercato diverso rispetto agli ultimi tempi cambierei, altrimenti, andando avanti su questa strada, continuerei con Allegri che conosce bene i giocatori che ha a disposizione, conosce l’ambiente e la società molto bene. Avrebbe punti di partenza importanti, poi dipende».

La Juve avrebbe potuto lottare per lo Scudetto senza tutti questi infortuni e con le vicende extra-campo che ci sono state?

«Sicuramente si, è stata una stagione strana per la Juve. Ha fatto il mercato con il ritorno di Pogba che non ha mai avuto da inizio anno. Poi c’è stato Chiesa che ha perso per parecchi mesi, Vlahovic non l’ha mai avuto a pieno regime. E con loro ti rendi conto che cominciano ad essere giocatori troppo importanti per una squadra come la Juve che sono fuori. Fosse stata a pieno regime avrebbe lottato per lo Scudetto, anche se quest’anno era dura per chiunque con questo Napoli. Reggere il confronto era tosta, ha meritato».

Il momento no di Chiesa come si spiega?

«Quando arrivi da un infortunio del genere fai sempre fatica. Purtroppo per lui conta anche tanto l’aspetto fisico e quando non sei al top fai fatica. Lui ha doti molto atletiche, punta tanto sullo strappo, sullo scatto nei primi metri e su questo ora è penalizzato. Ha bisogno di qualche altro mese per rimettersi al top».

Il gol al Lecce può aver sbloccato mentalmente Vlahovic?

«Anche lì torniamo al discorso fatto per Chiesa. Anche lui non è stato benissimo e magari il gioco di Allegri non è prettamente a suo favore, gli arrivano palle sporche e se non sei al top fai fatica anche se sei un grande campione. Per quello dicevo prima che dipende anche dal mercato, se metterei a disposizione una spalla per giocare con Vlahovico meno. Ma è uno di quelli da cui la Juve deve ripartire, è forte e giovane e permetet tante soluzioni».

Quali sono i suoi ricordi legati a Juve e Atalanta?

«Sicuramente la prima partita contro l’Atalanta dopo essere passato alla Juve. Quella me la ricordo ancora oggi bene bene: Lippi mi aveva cambiato di ruolo, giocavo a sinistra ed ero partito titubante, ma poi abbiamo vinto noi a Bergamo. Era tutto nella norma, ma era anche una Juve diversa rispetto a questa. Non dico migliore o peggiore, ma sicuramente perdeva meno partite».

Si ringrazia Cristiano Zenoni per la cortesia e la disponibilità dimostrate nel corso di questa intervista

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