De Rossi, carriera da predestinato: ma non faccia come Pirlo
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De Rossi, carriera da predestinato: ma non faccia come Pirlo

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Daniele De Rossi lascerà la Nazionale per dedicarsi alla carriera di allenatore: la gavetta come presupposto per raggiungere il successo

(di Sandro Dall’Agnol) – Non c’è allenatore o giocatore, compagno o rivale, che possa parlare male di Daniele De Rossi. Un uomo che ha saputo formarsi e maturare aggiungendo al carisma sul campo un percorso personale di crescita a 360 gradi.

Intelligenza, sensibilità e schiettezza sono solo alcune delle qualità umane che un allenatore dovrebbe possedere. Qualità che in DDR certamente non difettano e che lasciano presupporre possa realmente essere considerato un predestinato della panchina.

D’altronde, buon sangue non mente, considerato l’esempio “casalingo” di papà Alberto, uno tra i migliori tecnici del calcio italiano da quasi 30 anni pur avendo sposato esclusivamente la causa del settore giovanile.

Con lucidità e consapevolezza, Daniele ha ora scelto di abbandonare il ruolo di collaboratore tecnico di Roberto Mancini con gli Azzurri e di camminare dritto per la propria strada. Che sarà lunga e tortuosa, con quel sogno di sedersi sulla panchina della Roma, ma solo quando “lo avrò meritato”, come egli stesso si è premurato di affermare.

Ecco, se l’obiettivo finale è chiaro adesso dovrà esserlo ancor di più il percorso. E quella famigerata gavetta che rappresenta un ingrediente spesso imprescindibile per il successo. L’exploit del Pep Guardiola blaugrana, campione di tutto dopo appena una stagione di apprendistato nel Barcellona B, ha illuso molti in giro per l’Europa che il mestiere di allenatore fosse tutto sommato semplice.

L’eccezione che conferma una regola ben diversa, fatta di pazienza e umiltà, di polvere mangiata spesso anche in palcoscenici minori. Cosa che di fatto è mancata ad Andrea Pirlo, ammaliato dall’idea di sedersi sulla panchina più prestigiosa d’Italia senza un briciolo di esperienza pregressa. Una scelta che, a conti fatti, a distanza di un anno e poco più lascia non pochi rimpianti. Un errore che Daniele De Rossi non può e non deve commettere.

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