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I DIALOGOBBI – Stefano Discreti: «La Juve è in una situazione kafkiana»

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Stefano Discreti è il nuovo protagonista del format I DIALOGOBBI: ecco cosa ha raccontato per Juventusnews24

Conosco Stefano Discreti da molti anni. Anni nei quali lui ha raccontato la Juventus in libri e articoli all’interno di una multiforme produzione. É uno degli esponenti più vivaci della juventinità vissuta a Roma. Obbligatorio interrogarlo per un nuovo appuntamento de I Dialogobbi. Al termine del quale io – non so lui – ho maturato l’idea che in questo periodo parlare di Juve non è esattamente il piacere di sempre. C’è un’inquietudine che non ci fa essere particolarmente loquaci.

Paolo: «Ciao Stefano, non si può che partire dalle motivazioni uscite in settimana. Non ti chiedi un giudizio tecnico perché né io né te siamo esperti di diritto. Ti chiedo il senso “politico” della vicenda. Cosa ti colpisce di più. Personalmente l’idea che le intercettazioni siano confessioni. Lo trovo brutale, da Stato di polizia. Ho sempre inteso le intercettazioni come strumento per arrivare alla verità. Se diventano verità, si è passato il segno e mi aspetto che qualcuno ne colga il senso».

Stefano: «Io spesso sono spaventato dall’idea di esser intercettato.
Mi chiedo come possano esser interpretate frasi e situazioni senza conoscerne il reale tono o interlocutore.Trovo assurdo che si utilizzino per condannare e non per confermare prove certe evidenti. Sinceramente non mi aspettavo una penalizzazione così forte e rapida in corso di stagione. Il campionato della Juve è ormai chiaramente falsato, possiamo dire anzi finito».

Paolo: «Dimmi quali sono le tue idee (sensazioni o paure anche). Cosa pensi che possa accadere? In termini più diretti: la Juve rischia la Serie B? Perché una richiesta di -9 che si trasforma in -15 fa pensare che il quadro possa peggiorare con gli altri filoni d’inchiesta».

Stefano: «Non so o forse non voglio risponderti a questa domanda perché ne sono spaventato. Qui o annullano tutto o raddoppiano, aumentano la penalità. È davvero una situazione stressante da gestire perché non sai se stai competendo per andare in Europa o per salvarti da una retrocessione con lo spettro, l’incubo, che tutto quello che tu possa fare anche di epico possa esser vanificato. È davvero una situazione kafkiana».

Paolo: «Alcuni non juventini fanno questa riflessione: il calcio italiano non si può permettere di stare senza la Juve, pena il rischio di un ridimensionamento ulteriore. Secondo te è una chiave di lettura giusta? Perché a me sembra strano una Federazione che prima ti condanna oltre ogni senso logico e poi ti salva in nome di un principio di salvaguardia di se stessa. Più che altro non capisco come si innesterebbe un passaggio di questo genere…».

Stefano: «La maggioranza del tifo italiano che sostiene il partito dell’antijuventinità di professione sogna un calcio “pulito” senza la Juve ma è consapevole anche che senza la Vecchia Signora sarebbe tutto ridimensionato e allora sperano semplicemente che sia la Juventus ad esser ridimensionata e a recitare quindi un ruolo minore da comparsa. Insomma è sempre la stessa storia, va bene la Juve purché a vincere però siano altre. La famosa operazione simpatia che ciclicamente si ripresenta. Se la Juve non vince è meglio per tutti, soprattutto per gli anti-juventini».

Paolo: «In tutto questo contesto poi c’è il campo. Azzardo un’ipotesi: il nostro campionato è surreale. La Coppa Italia vedremo subito cosa succederà. L’Europa League è l’obiettivo dell’anno: per orgoglio, se lo si ha (non se sono più tanto convinto); per statuto dei big (che devono dimostrarlo finalmente o di nuovo). E aggiungo un’annotazione personale: saranno anche le sole partite che guarderò col cuore in gola…».

Stefano: «Concordo con le tue stesse sensazioni. L’Europa, se ci permetteranno di giocarla… è l’unico trofeo che davvero mi interessa. Seguirò la Coppa Italia con leggero interesse mentre la Serie A per me rappresenterà esclusivamente una questione professionale senza alcuna connessione emotiva.
Sarebbe bellissimo trionfare in Europa dopo oltre 25 anni in una stagione drammatica come questa».

Paolo: «Ho un’ultima cosa da chiederti: in questo momento a chi ti affidi? Sempre che ci sia uno da individuare in tal senso. Io speravo in Pogba, ma ormai è nostalgia di una grandeur che non c’è più. Perciò mi affido all’energia di Chiesa e osservo Fagioli sperando che mi regali emozioni da nuovo Marchisio…».

Stefano: «Dici calciatore o entità suprema? Perché in questo momento mi verrebbe di risponderti che ci non resta che affidarci alla divina provvidenza… Se parliamo invece di campo e proviamo a pensare al calcio giocato non posso che esser d’accordo di nuovo con te e dire Chiesa. È sicuramente lui il calciatore che può dare una svolta alla stagione bianconera, sempre se ci permetteranno almeno di giocarcela!»

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