Empoli Juve: 3 punti a velocità di crociera da non disprezzare
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Empoli Juve: 3 punti a velocità di crociera da non disprezzare

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Empoli Juve: 3 punti a velocità di crociera da non disprezzare. Tre premesse necessarie all’analisi della prova del Castellani

Ci sono tre premesse da fare per valutare la terza partita della Juventus. La prima è che l’avversario è uno dei candidati più seri alla retrocessione. La seconda è che la squadra sembra gestirsi fisicamente, dopo l’esordio dimostrativo di Udine sembra voler vincere senza un dispendio di energie eccessivo. La terza è che Pogba ci servirebbe anche solo per mezzora a gara, ma il condizionale è a rischio.

Si può essere soddisfatti dei 3 punti? Sì, anche per il primo tempo meno denso di occasioni della ripresa. Anche se non c’è velocità nell’esecuzione e i movimenti senza palla sono pochi, l’idea strategica è chiara: mettere in condizione i nostri esterni di andare al cross per vedere la consistenza in area di rigore della coppia Vlahovic-Chiesa, non a caso Allegri ha insisito con molti richiami per Dusan, reo di attaccare poco la porta. Né McKennie, né Kostic arrivano a poter effettuare passaggi in condizioni realmente agevoli, però certamente la produzione è abbastanza continua, soprattutto l’americano – al netto dei limiti tecnici che ha – spinge con continuità. E aiuta anche l’agire di Miretti, che è sempre bravo a farsi trovare libero, cresce anche nel districarsi in alcune situazioni quando viene aggredito; peccato che abbia in alcune circostanze tempi di scarico più lenti del dovuto, anche c’è una corresponsabilità di chi non gli detta immediatamente il passaggio.

Spiace che nei primi 45 minuti la Juve, una volta passata in vantaggio, non sfrutti l’occasione capitatagli dal dischetto. E, al di là del fatto che Vlahovic sia uno specialista, è evidente che è andato sul rigore non sereno, frustrato da una gara dove non era riuscito a incidere come avrebbe voluto. Ma il difetto principale dopo lo 0-1 sono quelle situazioni nelle quali la Juve riparte e che non arriva a finalizzare. Ce n’è una con Rabiot che si fa mangiare dopo tanti metri di corsa da far dubitare che la squadra, anche nei suoi migliori componenti, creda davvero nelle possibilità di colpire negli spazi giocando d’insieme.

Creare i presupposti e sbagliare le rifiniture denuncia un limite tecnico che sta alla base di tutta la gestione “timorosa” di Allegri da due anni a questa parte: la sensazione è che se questa squadra non riuscirà ad acquisire la giusta sicurezza ed efficacia nelle giocate semplici o comunque fattibili, espresse appena si fa uno strappo ad andatura minimamente più elevata della solita navigazione da crociera, difficilmente sarà in grado di convincersi che otterrà i risultati aumentando i giri.

Dopo l’intervallo a Juve ha subito la possibilità di raddoppiare lanciando Chiesa nello spazio, e ancor più con una sua grande iniziativa che lo vede sfiorare il gol capolavoro preparato da un tunnel. É abbastanza evidente che, se hai uno come Federico, andare a campo aperto funziona, ancora di più contro squadre come l’Empoli con limiti nelle capacità di recupero. La rete dello 0-2 è arrivata proprio così, con Milik che ha visto la prateria, del resto dei nostri 3 centravanti è sicuramente quello che sa dialogare meglio (ha ragione Giancarlo Marocchi nel commentare su Sky che Chiesa-Vlahovic non sono ancora una coppia, anche se qualche tentativo di dialogo nello stretto a difesa schierata lo si è potuto apprezzare nel secondo tempo). Se anche in Toscana abbiamo comunque faticato a chiudere prima l’incontro è perché il nostro centrocampo non riesce a produrre strappi significativi. Giochiamo sul passo di Rabiot, nei casi migliori: monocorde nell’andatura, anche quando è sicuro nel procedere palla al piede, nella distribuzione, nel coprire ampie zone di campo. Non si può parlare di gioco conservativo, quella di Empoli non ha nulla del successo di corto muso sul quale si è costruita artificialmente buona parte della narrazione sulla filosofia di Allegri, confondendo un discorso nato per le vittorie al fotofinish come ambizione all’1-0. Che, in ogni caso, il mister non disdegna in certe gare, quelle dove si gioca male e si porta a casa il massimo. Non è il caso di questa, dove abbiamo trascorso molto tempo a cercare il raddoppio senza riuscire a trovarne il modo.

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