Fagioli e Miretti, il futuro nelle loro mani: così torna l'ItalJuve
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Fagioli e Miretti, il futuro nelle loro mani: così torna l’ItalJuve

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Il futuro del centrocampo nelle mani (e nei piedi) di Fagioli e Miretti: ecco come può tornare lo zoccolo duro italiano

Giovani, italiani e titolari. La Juve riscopre la “cantera” e torna alle origini, dopo anni di legioni straniere, campioni all’ultimo contratto e investimenti monstre. Miretti e Fagioli non sono nemmeno più giovanissimi visto che il secondo ha solo un anno in meno di Vlahovic. Ma purtroppo per noi il calcio italiano (o Allegri, secondo l’opinione di una buona parte di tifosi bianconeri) fa sempre più fatica a lanciare talenti fatti in casa. E i risultati si vedono, il confronto con i top club inglesi, olandesi, spagnoli e francesi è impietoso. Mentre due ragazzi purissimi come Miretti e Fagioli hanno aspettato pazientemente il loro momento, per sbocciare nell’emergenza ed essere poi confermati in pianta stabile in una squadra che ultimamente ha capito di non poter più fare a meno di loro. Billy Costacurta a Sky Sport è andato oltre. «Dico una cosa di cui sono convinto: per me Miretti e Fagioli sono meglio di Gavi – le sue parole in tv -. Non superiori a Pedri, ma per me sono migliori di Gavi. Se fossero al Barcellona, se ne parlerebbe ogni giorno. Per me non sono bravi, sono proprio forti; il che è diverso». C’è da fidarsi dell’esperienza dell’ex difensore del Milan, e anche se forse un po’ esasperato in questi termini, il concetto è assolutamente condivisibile; perché all’estero la filiera giovanili – prima squadra è decisamente più snella e lineare rispetto al campionato italiano? Questione di abitudini e di punti di vista, anche se il destino di Miretti e Fagioli da anni pare quello di due predestinati. Sono cresciuti entrambi nel settore giovanile della Juve, da sempre tifosi juventini e punti di riferimento delle rispettive formazioni giovanili, fino a convincere anche Max Allegri.

Zauli ha impiegato pochissimo a capire di avere un gioiellino per le mani: «Miretti è nato giocatore. E’ alla Juve da quando aveva otto anni e in ogni categoria si parlava benissimo di lui. In Primavera ha fatto la differenza, è venuto con me in Serie C a 18 anni e gli avversari venivano a dirmi “lui è di un altro livello”». Testa sulle spalle e la fame di arrivare. Senza scorciatoie. Fagioli a differenza del compagno è andato a una stagione alla Cremonese, conquistando l’anno scorso la promozione in serie A da assoluto protagonista. Esperienza preziosa con un percorso in stile Marchisio, che si è consolidato all’Empoli prima di prendersi la Juve, e non a caso Miretti ha sempre confessato di ispirarsi al Principino. Intanto però Fagio e Mire in prima squadra hanno dovuto ricominciare da zero, allenandosi ad altri ritmi e giocando ad una diversa intensità accanto a campioni del calibro di Rabiot e Pogba (infortuni permettendo…). Fagioli esordisce in prima squadra nel 2021 con Pirlo, Miretti l’8 dicembre 2021, in Champions League contro il Malmö, entrambi con Allegri sono riusciti a trovare anche la continuità, trasformando la promessa in certezza. L’emergenza a centrocampo spiana la strada ad entrambi, Miretti è appena rientrato dopo un infortunio fastidioso mentre Fagioli ha fatto stropicciare gli occhi ai tifosi decidendo la sfida di Lecce con un gol alla Del Piero. Sono loro il futuro della Juventus: comunque vada a fine stagione, i bianconeri a giugno ripartiranno da Fagioli e Miretti. Magari con l’innesto di altri giovani interessanti tra Ranocchia, Rovella, Cambiaso, Soulé, Compagnon, Barbieri, Iling Junior, Barrenechea e Yildiz. Ma a differenza di questi ultimi Fagioli e Miretti hanno fatto tutta la trafila delle giovanili in bianconero, e sanno esattamente quali sono gli oneri e le responsabilità nell’indossare questa maglia. Allegri se li coccola mentre Mancini non vede l’ora di vederli in azzurro. «Fagioli e Miretti avranno un grande futuro in Nazionale, anche se a centrocampo siamo veramente coperti. È l’unico reparto in cui non abbiamo problemi». Serve solo ancora un po’ di pazienza, in fondo come dargli torto?

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