Maniero: «Se la Juve fa la Juve a Venezia non c'è storia» - ESCLUSIVA
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Maniero: «Se la Juve fa la Juve a Venezia non c’è storia» – ESCLUSIVA

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Filippo Maniero, ex attaccante del Venezia, ha analizzato la sfida del Penzo contro la Juve in esclusiva per i nostri microfoni

La Juventus torna in campo oggi in campionato contro il Venezia, a caccia del terzo successo di fila in Serie A, quarto nelle ultime quattro partite. Chi, questa sfida, l’ha giocata in passato, è stato Filippo Maniero, bomber degli arancioneroverdi dal 1998 al 2002. Con lui, in esclusiva per Juventusnews24, abbiamo anche parlato dell’attuale momento vissuto dai bianconeri.

La Juve arriva a questa sfida dopo tre successi consecutivi in tutte le competizioni. Come giudica il momento bianconero?

«I risultati in Champions sono stati molto positivi, forse anche di più di quello che ci si aspettava al momento dei sorteggi. Poi il resto lo hanno fatto gli altri, al Chelsea non vince l’ultima in casa dello Zenit in pochi ci credevano alla vigilia. Il primo obiettivo importante, che era quello del passaggio agli ottavi, è stato così centrato. In campionato la Juve è indietro, per il discorso scudetto penso ormai sia tardi, però è ancora in tempo per arrivare in zona Champions. Quello è un traguardo ancora abbordabile».

Senza la Juve, chi è la favorita per lo scudetto?

«Visto l’ultimo periodo penso l’Inter. I nerazzurri se la giocano con il Napoli, anche per le qualità dei calciatori che hanno. Inoltre stanno sbagliando pochissimo, mentre il Milan, a livello qualitativo, penso sia un passo indietro. I rossoneri però non sono da scartare, visto anche che non hanno più la coppa di mezzo a togliere energie».

Tornando al discorso Champions, c’è qualche avversario che la Juve deve temere particolarmente agli ottavi?

«Quando arrivi a questo punto te la devi giocare con tutti. Abbiamo visto in altri anni come, con squadre meno blasonate, la Juve sia uscita di scena. A livello europeo non è importante chi peschi, conta solamente vincere con tutti e basta. Mi ricollego a quello che ha detto Ancelotti, cioè che chi vuol vincere la Champions deve vincere anche le partite prima e basta. Trovo sia logico che una grande debba fare così».

Che partita dobbiamo aspettarci contro il Venezia?

«Sulla carta è una sfida simile a Venezia-Inter, di solito queste partite vanno sempre a favorire chi lotta per un traguardo più importante. Le grandi squadre, contro chi lotta per non retrocedere, 9 volte su 10 ottengono il risultato pieno. Credo che la Juve farà di tutto per vincerla per restare nella scia di chi è davanti. I pericoli sono sempre dettati da quello che fanno i giocatori, è un discorso che vale per tutte le grandi squadre: se i calciatori sono in partita e danno tutto, difficilmente sbagliano questi appuntamenti. Se la squadra di Allegri scende in campo concentrata al massimo e vuole vincere lo fa, altrimenti, con una prestazione non ai massimi livelli, può subire l’irruenza avversaria, rischiando così di perdere punti importanti».

Nell’ultimo periodo sono arrivate molte critiche all’indirizzo del reparto offensivo, che fin qui ha segnato poco. E’ un attacco da Juve questo?

«Sinceramente il ruolo dell’attaccante è un ruolo strano. C’è un periodo dove ogni pallone ti va dentro, dove tutto va per il meglio, e poi periodi dove fai fatica anche ad eseguire uno stop. Prendiamo come esempio Simeone e quello che sta facendo al Verona. Qualche tempo fa era molto criticato, mentre ora è in uno stato di grazia e va a segno ogni domenica. L’attaccante è croce e delizia di una squadra, ma la Juve può contare su grandissimi giocatori, che se si sbloccano faranno i gol che mancano ora. Hanno molte reti nelle loro corde, è solamente una questione di tempo prima che vengano fuori».

Farebbe qualche intervento durante il mercato di gennaio?

«Questo non lo posso dirlo, sono cose che valutano gli addetti ai lavori, perchè sono loro quelli più indicati nel sapere se la Juve ha bisogno di volti nuovi o meno. Solo loro lo sanno, vedono i giocatori tutti i giorni. E’ logico che, dal di fuori, puoi fare mille ipotesi, ma è corretto che decida chi lavora all’interno della società».

Come vede Dybala? Trova che la cessione di Ronaldo lo ha responsabilizzato maggiormente?

«Dybala ha solo il problema di essere poco continuo nelle prestazioni, perchè poi come giocatore non si discute. Nelle ultime stagioni lo ha fatto vedere, a livello tecnico lo ritengo uno dei più forti giocatori che abbiamo nel campionato. Se riesce ad essere più continuo poi favorsce anche tutta la Juve, perchè gira tutto con lui. Poi io uno come Dybala lo farei giocare sempre, anche quando sta male».

Tante squadre quest’anno lottano per non retrocedere. Come finirà secondo lei?

«La lotta salvezza quest’anno è molto interessante, con più squadre che se la giocano, tra cui anche alcune inaspettate come Genoa e Sampdoria. Io credo che, in tutto questo, la Salernitana sia un po’ la vittima sacrificale del campionato, è difficile aspettarsi qualcosa di positivo da loro. Per il resto sono tutte là, ogni domenica si lotta fino all’ultimo per portare a casa i punti necessari. A differenza delle altre stagioni, dove un paio di squadre erano già spacciate in partenza, è dura per tutti. Sarà più bello ed emozionante e poi chi sbaglierà di meno si salverà».

Ha qualche ricordo particolare delle sfide che ha giocato in passato contro la Juve?

«Con la Juve a Torino, bene o male, il risultato era sempre un po’ a nostro sfavore, si perdeva anche con ampio margine. La situazione, in casa, invece cambiava: il pubblico ti spingeva e poi c’era la voglia di dimostrare di non essere da meno dell’avversario, che è un qualcosa che ti fa dare di più. Quelle sono state sempre gare difficili e combattute. Contro le grandi squadre, per chi si deve salvare, anche un pareggio per 1-1 va benissimo. Ricordo quello ottenuto nell’anno passato con Recoba e per noi era un risultato già super importante. Poi le altre a memoria le abbiamo sempre perse, ma comunque cercando di mettere il bastone tra le ruote alla Juve».

Si ringrazia Filippo Maniero per la cortesia e la disponibilità dimostrate nel corso di questa intervista

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