Fusi: «Bremer sarà un leader, è l'erede di Chiellini» - ESCLUSIVA
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Fusi: «Bremer sarà un leader, è l’erede di Chiellini» – ESCLUSIVA

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Luca Fusi, ex giocatore di Torino e Juventus, parla in esclusiva a Juventusnews24.

Dal colpo Bremer agli arrivi di Di Maria e Pogba e molto altro ancora: ecco le parole dell’ex granata e bianconero.

Bremer è passato dal Torino alla Juventus come aveva già fatto lei nel 1994. Quale è la sua prima sensazione su questo colpo?

«In questo momento non avrà molta pressione. La differenza tra le due squadre è talmente alta che sono rivali solo nella stracittadina, non a livello di campionato dove c’è un divario che il Torino non riesce a colmare. La cessione viene un po’ non dico dimenticata in fretta perché spiace sicuramente al Torino perdere un giocatore importante, ma la realtà per questo giocatore diventa di un campionato di primo livello giocando per traguardi importanti. Per cui le cose per lui cambiano un po’».

E’ giusto considerare Bremer meglio di De Ligt?

«De Ligt è un ragazzo più giovane che era alla prima esperienza nel campionato italiano e forse ha avuto un impatto più difficile. Bremer viene da qualche anno in questo campionato e è già pronto a prendere la maglia bianconera e a fare quello che ha fatto in questi ultimi periodi, diventando uno dei migliori centrali in Europa».

Può essere Bremer l’erede di Chiellini?

«E’ stato un leader del Torino e può diventarlo alla Juventus. Anche per lui ci sarà l’impatto di passare da una squadra con ambizioni limitate ad una società che vuole primeggiare e vincere sempre. Quindi le pressioni per lui diventano elevate. Deve dimostrare di essere all’altezza di questo compito. Le qualità le ha e sarà il campo a decidere poi».

Belotti Juve, ipotesi possibile secondo lei?

«Potrebe essere un ottimo investimento per la Juventus come giocatore da tenere in considerazione se c’è qualche problema tra i titolari. Potrebbe essere un’alternativa importante. Bisogna vedere se lui vuole una società che gli dia una maglia da titolare o se vuole affrontare un’avventura dove sfruttare le occasioni che gli si possono presentare in un’annata tra le varie competizioni».

Quale apporto daranno Di Maria e Pogba alla Juve dal punto di vista tecnico e di leadership?

«Portano mentalità vincente. Bisogna vedere Di Maria che ha fatto una scelta limitata nel tempo mentre Pogba ha sposato il progetto. Oltre a quello che possono dare, sarà importante che tutti gli altri giocatori che hanno fanno parte della Juventus nelle ultime stagioni ritrovino lo spirito di questa maglia che nell’ultimo campionato, a volte, è venuto un po’ meno. Deve ritrovare l’ambizione e la voglia di vincere che sono due aspetti fondamentali che fanno parte del DNA».

Il ruolo di capitano passa da Chiellini a Bonucci: lo vede pronto per questo ruolo?

«Bonucci ha dimostrato di avere una grandissima personalità sia per quanto fatto con la Juve che con la Nazionale. E’ normale che ha avuto momenti particolari nella sua carriera come il passaggio al Milan che ha lasciato un po’ di amarezza nei tifosi. Io penso che Bonucci per quello che fa in campo e fuori può esser il giocatore che può tenere insieme questo gruppo formato da giocatori esperti e da giovani che hanno bisogno di una guida importante. Sarà il campo a parlare».

Ci sono tanti diversi giovani in questo momento aggregati alla squadra di Allegri che si giocano le chances di restare in prima squadra. Punterebbe su qualcuno di loro in particolare?

«E’ difficile pensare che questi giovani possano essere protagonisti fin da subito, però ce ne sono alcuni interessanti. In passato c’è stato Tacchinardi che era partito come giocatore aggregato alla prima squadra e poi è diventato un titolare inamovibile. Fagioli e gli altri, se restano agganciati alla prima squadra, potrebbero spiccare il volo come ha fatto Tacchinardi che piano piano si è tolto soddisfazioni trovando spazio e vincendo tutto quello che ha vinto. Si spera che questi giocatori abbiano questo percorso. Qualcuno lo ha dimostrato in Serie B e penso che, messi nel contesto di una squadra che funziona bene, potrebbero avere un’ottima occasione».

Morata o Zaniolo: chi sceglierebbe per l’attacco di Allegri?

«Da tifoso degli italiani dico tutta la vita Zaniolo, Però Morata per quello che ha fatto in questi anni – penso ai sacrifici per adattarsi dal punto di vista tattico alle esigenze della squadra – è quel giocatore che terresti sempre nella tua rosa perché ci si può sempre fare affidamento. Zaniolo è giovane e italiano e si hanno tante aspettative. Sarebbe un bel colpo avere Zaniolo con Chiesa che sono il futuro della Nazionale».

Dybala è andato alla Roma dopo mesi di voci sul suo futuro: come lo vede con la squadra di Mourinho?

«Bisogna tener presente che ha avuto problemi fisici che ne hanno condizionato il rendimento e non è riuscito a dare quello che aveva dato nei primi anni e a far vedere tutte le sue potenzialità. Sulla scelta della Roma può essere che un argentino come lui preferisca dei climi un po’ più caldi non sono a livello meteorologico, ma anche come ambiente per esprimersi al meglio. Forse Torino per lui era una città un pochino troppo tranquilla da questo punto di vista e non riusciva più a dargli quegli stimoli per poter far bene. Ora per lui è importante non sbagliare perché gli viene data una grande occasione per dimostrare il suo valore in pieno».

Lotta scudetto: allo stato attuale la Juve può competere con Milan e Inter per il titolo?

«L’anno scorso la Juve non è stata da scudetto perché nelle prime partite non è partita col furore agonistico che l’avrebbe fatta primeggiare. Il gruppo e la squadra ora ci sono. Bisogna che ritrovi quelle motivazioni che sono venute un po’ meno. Penso che sia stato normale, dopo tutta una serie di vittorie in Italia. Però il campionato italiano è sempre difficile, basti pensare al Milan che non si pensava potesse essere una squadra in grado di vincere lo scudetto. Ogni annata ha una sua storia. La Juve sarà sicuramente lì a giocarsi le sue chances».

Si ringrazia Luca Fusi per la cortesia e la disponibilità mostrate in occasione di questa intervista

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