Giaccherini: «Ho dovuto dimostrare di essere da Juve»
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Giaccherini: «Ho dovuto dimostrare di essere da Juve»

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Emanuele Giaccherini, ex calciatore della Juve, ha parlato del suo arrivo e della sua esperienza in bianconero

Emanuele Giaccherini, ex giocatore della Juve, è intervenuto durante #CasaDiMarzio sul profilo di GianlucaDiMarzio.com festeggiando i suoi 35 anni e affrontando vari argomenti.

COMPLEANNO – «Ho ricevuto tantissimi messaggi, fa piacere tutto quest’affetto».

MOMENTI DIFFICILI – «Spero l’Italia possa ripartire presto, penso a tutti quelli che non hanno un lavoro e soffrono per l’emergenza. A quindici anni ho avuto un grave infortunio, mi hanno asportato la milza per uno scontro con un portiere. Rischiai anche la vita per un’emorragia interna. Mi ha segnato la vita, ma non mi ha impedito di continuare il mio sogno».

CARRIERA – «Sono partito dalla C2 per arrivare in Serie A, Nazionale, Juventus e Premier League. Mi sono conquistato tutto sul campo, arrivando con umiltà a giocare con dei mostri del calcio. La mia è una storia che pochi realizzano, è molto più facile nascere e restare in una categoria. Io invece ricordo sempre da dove sono venuto: la Serie C mi ha dato la spinta per crescere».

JUVENTUS – «Avevo un accordo per il rinnovo con il Cesena e anche la Fiorentina era molto interessata. La Juventus era di ritorno dall’America e Paratici disse a Furio Valcareggi, il mio procuratore: ‘Mi raccomando non firmate nulla che a fine agosto lo prendiamo noi».

SORPRESA – «Pensavo fosse uno scherzo, anche se speravo nel grande salto. A Vinovo nello spogliatoio avevo il posto di Nedved, accanto a Del Piero. Non dimenticherò mai il suo benvenuto: ‘Se sei qui, è perché lo meriti’. Ho dovuto dimostrare di essere da Juventus, ogni anno ho superato un ostacolo».

GOL AL CATANIA – «È tra i più importanti in carriera, fu uno dei gol Scudetto».

PIRLO – «Faceva cose fuori dal comune, in quel ruolo era tra i miglior al mondo».

NAZIONALE – «Per me è stato decisivo, mi voleva già ai tempi del Siena. Alla Juventus mi ha trasmesso la sua mentalità vincente, quando sono andato in Inghilterra era il più triste. L’Europeo del 2016 è stata una delle esperienze più belle in carriera, ce la siamo giocata a viso aperto con tutti. In campo rappresentavamo il popolo italiano e, pur non essendo favoriti, abbiamo creato un gruppo fantastico. Non avevamo grandi nomi come nel 2006 e nel 2012, però grazie al mister eravamo squadra. È stata un’esperienza indimenticabile. Il gol al Belgio è stato un altro sogno realizzato, così come il gol lampo ad Haiti e quello al Brasile».

FINALE – «Vincerlo era difficilissimo, ma arrivati in semifinale era normale provarci. Con la Germania eravamo senza Thiago Motta e De Rossi, siamo arrivati fino ai rigori e ci è andata male. È stato un grandissimo Europeo, per emozioni anche più importante di quello del 2012 dove siamo arrivato in finale».

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