Gil Puche Juve, il fratello: «È pronto per la C» ESCLUSIVA
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Gil Puche Juve, i fratelli lo raccontano: «L’arrivo alla Juve è stato molto positivo, è pronto per la Next Gen ed è felice a Torino. Ecco perché ha scelto i bianconeri» – ESCLUSIVA

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Gil Puche Juve, il difensore classe 2006 raccontato in esclusiva dai fratelli del giovane talento: tutte le dichiarazioni sul bianconero

Da qualche settimana ha ritrovato Montero, ma questa volta con la Juventus Next Gen: Javier Gil Puche è uno dei profili più interessanti del settore giovanile bianconero. Il difensore classe 2006 è arrivato l’anno scorso a Torino dall’Alaves e per conoscerlo meglio Juventusnews24 ha contattato in esclusiva i fratelli del giovane bianconero, Enrique e Joaquin Gil Puche.

Con l’approdo alla Juventus Next Gen, Javier si sta facendo conoscere sempre a più tifosi bianconeri: ci racconti che tipo di giocatore è ma soprattutto che tipo di ragazzo è fuori dal campo.

«Da giocatore si è sempre distinto per i suoi lanci lunghi, la progressione palla al piede e per la sua buona tecnica. In un anno a Torino il suo aspetto fisico è migliorato molto e ha guadagnato molta massa muscolare, e questo sommato alla sua altezza è un vantaggio. Fuori dal campo è difficile trovare una persona buona e matura come lui, non lo sentirete mai lamentarsi o parlare male di qualcuno. Sempre umile e laborioso, è difficile trovare una persona con tanta disciplina quanto lui».

Come è stato l’arrivo in Italia. Lasciare la propria famiglia sicuramente non è facile. Come si sta trovando a Torino?

«L’arrivo in Italia è stato molto positivo, poiché si è adattato molto rapidamente e ha trovato il suo posto nella squadra fin dal primo momento. Essere lontano dalla famiglia era una questione già superata, perché era stato lontano da casa per 2 anni giocando nei Paesi Baschi, a 800 km da Murcia dove vive e si è adattato abbastanza velocemente. A Torino si trova molto bene ed è contentissimo della città».

La scorsa stagione ha conosciuto Montero. Quest’anno Magnanelli. Ha notato differenze tra i due mister? Sarà sicuramente di trovare nuovamente Montero in Next Gen…

«Sicuramente avranno le loro differenze. Il fatto che Montero lo stia allenando la Next Gen è positivo perché conosce mio fratello dall’anno precedente, e quell’anno mio fratello aveva avuto un ruolo molto importante».

Si legge che in Spagna molti abbiano già dei rimpianti per aver perso un talento come Javier. Come è stato visto il suo trasferimento?

«Nel suo ultimo anno in Spagna c’è stato l’interesse di diversi club, ma la verità è che il club che ha puntato di più su di lui fin dal primo momento è stata la Juventus, c’era un forte interesse. E questo è stato il motivo per cui mio fratello ha optato per la Juve. Dopo la firma con la Juve, sui social hanno cominciato a circolare tantissime notizie e lui è diventato sempre più conosciuto».

Con che giocatore, anche non attualmente in circolazione, lo paragoneresti?

«Un profilo di un giocatore simile potrebbe essere Gerard Piqué, Aymeric Laporte, Bastoni o Alaba».

Adesso Javier è convocato stabilmente con la Spagna U19. Quali sono state le sue prime emozioni con la Nazionale?

«È molto felice, ha sempre lavorato molto duramente per riuscirci e finalmente è stato premiato. È orgoglioso di rappresentare la Spagna».

Con i tanti infortuni in difesa, Javier molto probabilmente resterà ancora con la Next Gen nelle prossime partite. Lo vede già pronto per il salto definitivo in Serie C?

«Sì. È pronto».

La Juventus è stata brava a puntarci subito. C’erano anche altri club europei interessati prima del passaggio in bianconero?

«C’è stato interesse anche dall’estero, e soprattutto dalla Spagna con diversi club che avevano ottimi settori giovanili. Nonostante gli sforzi dell’Alavés per trattenerlo, l’opzione della Juve per lui era la migliore ed è per questo che ha deciso. A oggi non possiamo che ringraziare la Juve perché mio fratello sta crescendo molto in questo club, e speriamo che continui così».

Si ringrazia Enrique Gil Puche per la disponibilità e la gentilezza mostrata in questa intervista.

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