I DIALOGOBBI - Dorini: «Abbiamo fatto bene a prendere CR7»
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I DIALOGOBBI – Leonardo Dorini: «Abbiamo fatto bene a prendere CR7»

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I DIALOGOBBI – Leonardo Dorini: «Abbiamo fatto bene a prendere Cristiano Ronaldo». Le sue parole a JuventusNews24

Leonardo Dorini è un consulente finanziario e di management. Da alcuni anni è anche un blogger per Econopoly del Sole 24 Ore, Piano Inclinato e, da buon gobbo, Juventibus; inoltre ha un profilo Twitter abbastanza seguito, dove parla spesso di Juve. É la persona giusta per mettere ne I Dialogobbi un po’ di sentimenti e numeri. Così, miscelando le due cose, ecco cosa ne è venuto fuori, parlando della Juve di oggi e di quella di non troppo tempo fa, incardinata su Cristiano Ronaldo.

Paolo: «Ciao Leonardo, permettimi di partire da un mio tweet di mercoledì. Nasce da un video dove ho rivisto Pogba in campo e dalla felicità (spero che ancora abbia diritto di cittadinanza) provata per il derby. Il testo è questo: «Pogba corre, Chiesa forse in panchina per JuveEmpoli. É troppo darci una tregua su Allegri e credere alla rimonta almeno per qualche settimana? Io la vivrò così. Spero che si sia in tanti. Altrimenti la stagione Juve diventa un lungo incubo senza eguali…». Ha ricevuto tanti like e risposte feroci. Molte anche sul piano personale: se sei ottimista e se fai il tifoso, sei un aziendalista (uso un eufemismo) persino quando dell’azienda non fai parte. E allora ti chiedo: premesse tutte le critiche del mondo a questa squadra, a partire dalla consapevolezza del ridimensionamento in atto dato dall’eliminazione dalla Champions al 99,9%, ha ancora un senso credere a un’impresa come uno scudetto a oggi impossibile? Perché a essere sinceri, io se non la vivo così mi annoio. Anzi, mi addoloro. E non ci sono abituato. Ancora una precisazione: io ho chiesto una tregua di sentimenti per poche settimane, giusto il tempo di vedere se si rosicchia qualcosa (magari già in questo weekend). Tu cosa senti (prima ancora di cosa pensi)?».

Leonardo: «La tua domanda è davvero stimolante perchè è il modo giusto col quale un tifoso dovrebbe approcciare questo momento: con l’idea di provarci e di rientrare in corsa, come d’altronde è accaduto lo scorso anno (se vincevamo in casa con l’Inter….); trovo poi davvero insopportabili certi atteggiamenti, come tifare la sconfitta per alimentare l’idea di cambiare allenatore. Io penso che bisogni ragionare partita per partita e noi tifosi dobbiamo crederci per primi. E’ vero, è difficile quando magari in campo vediamo i nostri calciatori stentare, il gioco che non arriva, ma dobbiamo sostenerli il più possibile; poi, come dici tu, alla sosta per il Mondiale, vedremo come siamo messi e faremo il punto».

Paolo: «Elemento di ottimismo, oltre ai due possibili rientri: il Vlahovic mai così partecipante visto al derby. Elemento contrario: è molto difficile non portarsi dentro tutta la negatività di questa prima parte della stagione. E aggiungo: la concorrenza mi sembra che abbia tutto per fare bene fino in fondo… Tu in cosa vedi ragioni per il Sì e altre per il No?».

Leonardo: «Per il Sì vedo il fatto che abbiamo visto spesso partenze sparate e successive pause (vedi Napoli lo scorso anno), anche se quest’anno abbiamo a che fare con un elemento nuovo, la sosta Mondiale; e quindi di fatto ripartirà un’altra stagione! Non sappiamo cosa succederà, anche se abbiamo visto una cosa vagamente simile con la sosta Covid…alla ripresa, valori diversi in campo (ricordo il crollo della Lazio). Per il No, nel senso di non rientrare in pista, c’è il fatto che non sembriamo in grado di fare un filotto di vittorie tipo 2015-16, perchè sono troppo più forti gli altri e ancora troppo deboli noi: ad esempio, vedendo come abbiamo affrontato il Milan, io ho notato una differenza ancora importante sul come stiamo in campo: loro aggressivi e determinati fino all’ultimo, noi un po’ troppo molli… e abbiamo perso meritatamente, senza mai dare l’idea di poter rientrare in partita. Ecco, ci saranno parecchie gare con le dirette concorrenti, e vedremo se parte di questo gap è recuperato».

Paolo: «Allargo il discorso alla fase storica della Juve approfittando della tua competenza economica. Devi spiegare in una lezione la situazione della società oggi. Lo devi fare in una sintesi. Da quale anno o da quale operazione di mercato o da quale altra cosa parti e cosa vai a sottolineare per raccontare dove siamo e dove stiamo andando?».

Leonardo: «Anche se molti la considerano l’operazione sbagliata, che ci ha distrutto, e via discorrendo, io parto dall’acquisto di CR7 e ci torno fra un attimo. La presidenza di Andrea Agnelli si è caratterizzata per una svolta nel modo in cui veniva gestita la Juventus, verso un modello da Club che vuole stare modernamente nell’industry del calcio sfruttando tutte le linee di fatturato: stadio, squadre giovanili, sfruttamento del marchio, J Center, Museo, enfasi sul merchandising e forte accelerazione sul players trading ci hanno portato a oltre 600 milioni di fatturato (di cui 252 come massimo di “ricavi core”, senza Diritti e Players Trading). Il coronamento di questo progetto è stato l’acquisto di Cristiano, ma a quel punto è successo che non siamo riusciti a fare stagioni esaltanti in Europa e, soprattutto, è arrivata la pandemia, una tegola da 7 miliardi di ricavi in meno per il sistema calcio europeo. Si è per questo trasformato in una scelta sbagliata, quella di acquistare Ronaldo? Secondo me no: con lui siamo arrivati a 42 milioni di merchandising (le magliette!) e poi abbiamo ripiegato, anche causa pandemia, a 25; con lui abbiamo avuto un’onda lunga, sfruttata egregiamente dal management, di sponsorizzazioni, oggi a circa 140 milioni annui, che rimarranno parecchio; certo si è dovuto impostare una svolta verso un maggiore rigore sul conto economico e oggi le priorità sono diverse. La vera scommessa è oggi ripartire su nuove basi, e a questo è dedicato il nuovo piano triennale fino al 2025; la stagione iniziata così male ha portato parecchi problemi e un certo pessimismo anche sul piano finanziario perchè i risultati sportivi ovviamente influiscono sui possibili ricavi, ma insomma, è presto per tirare conclusioni!».

Paolo: «La sensazione è che oggi molti tifosi siano confusi non tanto per il passivo di bilancio, ma per una certa imprecisione nel progetto. Non siamo abbastanza orientati verso i giovani, sebbene ce ne siano un po’. Abbiamo un gruppo storico oggettivamente in declino. E certe operazioni, tipo De Ligt, che sembravano elementi cardine, sono state abbandonate. Dammi tu le coordinate, in positivo e nei punti critici».

Leonardo: «Ne parlavamo alcuni giorni fa in una diretta Juventibus con Luca Momblano: oggi l’incertezza è dovuta anche alla necessità di trovare un “modello” nuovo. Qual è? Ne abbiamo escluso alcuni, tipo Ajax, incentrati sui giovani e su una continua alimentazione di nuovi talenti derivante dall’avere una “scuola di calcio”, ma abbiamo anche escluso i modelli Milan e Napoli, basati su bilanci snelli, molte “scommesse” di mercato, concretezza senza voli pindarici. Questo perchè io ritengo che la Juventus non possa retrocedere dal suo essere una “corazzata” impegnata su tutti i fronti possibili, non vedo ridimensionamenti in questo concetto, e questo comporta degli obblighi….”noblesse oblige”, come si dice. Certo, il momento è delicato, ed anch’io vedo non poche incertezze da cui bisogna uscire presto; poi, l’assenza di risultati non aiuta, anche se sono solo due anni che non vinciamo lo scudetto ed uno solo senza titoli…. un po’ di pazienza la dobbiamo avere! A volte ad alcuni tifosi dico: vi meritereste alcuni anni di gestione “garibaldina” (a dir poco), come è stato per Milan e Inter durante le gestioni Tohir e Li, capireste cosa vuol dire avere una proprietà solida che crede nel Club da 100 anni, pur nella difficile situazione attuale».

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