Inter Juve: le tre cose che non hai notato
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Inter Juve: le tre cose che non hai notato

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Inter Juve: le tre cose che non hai notato del match di San Siro. Gli episodi sfuggiti all’attenzione dei più

Inter Juve: le tre cose che non hai notato.

1. Come fossero due gol

Partita di sacrificio, sofferenza della Juventus, che in fase difensiva è stata praticamente perfetta per limitare la verve dell’Inter. Anche quando la pressione era forte, e quando le energie sembravano venire a mancare, la squadra di Allegri ha tenuto altissimo il livello di attenzione. Per sottolineare quanto i bianconeri tenessero a mantenere il clean sheet a San Siro, utilizziamo due immagini. La prima riguarda Nicolò Fagioli: al primo minuto di recupero del primo tempo, il classe 2001 (autore di una prestazione monumentale) consente alla Juve di respirare, interrompendo una pericolosa azione in area costruita da Dumfries e Lautaro. Il centrocampista subisce fallo, e viene travolto dai compagni di squadra: Szczesny, Gatti, Danilo, tutti ad abbracciarlo e a complimentarsi per l’ottimo ripiegamento. Nel secondo frame è lo stesso Gatti ad auto-caricarsi: minuto 76, sempre Dumfries cerca Lukaku o Lautaro a centro area, ma trova la strada sbarrata dalla scivolata di Federico. Spaccata provvidenziale, celebrata dal difensore come se avesse segnato un gol. Cuore Juve.

2. Adrenalina nel finale in 3 sfumature

Spostiamo le lancette prima del fischio finale, a quei minuti di trepidante attesa per difendere il prezioso 1-0. La tensione è tanta, e lo dimostrano alcuni segnali dalla panchina. Il primo riguarda Mattia Perin e Angel Di Maria: il portiere abbraccia il Fideo, quasi a scaricare su di lui la tensione.

Poi l’iconica stretta di mano in panchina tra il vice di Allegri, Marco Landucci, e il team manager Matteo Fabris. Per darsi forza insieme e allievare l’adrenalina.

E infine Massimiliano Allegri, che ancor prima della fine del match lascia la sua postazione in panchina per fare rientro negli spogliatoi. Ed è lui stesso poi a spiegarlo nel post-gara a Dazn: «In quel momento non c’era bisogno di me, la squadra stava difendendo bene. Prima di farmi buttare fuori o essere ammonito, dato che sono diffidato, sono andato via».

3. Adrien, salta con noi

Ha fatto il giro del web, poi, l’esultanza finale di Adrien Rabiot. Il centrocampista francese, per festeggiare l’importante successo, è andato sotto lo spicchio dei tifosi della Juventus: braccia al cielo, applausi, sorrisi, con il coro in sottofondo del popolo bianconero “Chi non salta nerazzurro è”. È un riferimento dei tifosi, che sui social dopo queste prestazioni e questi segnali d’affetto per la Juventus, chiedono a gran voce il rinnovo.

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