Jeda: «Allegri non è un difensivista ma un amante del bel gioco. Ricordo che a Cagliari...»
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Jeda: «Allegri non è un difensivista ma un amante del bel gioco. Ricordo che a Cagliari…»

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Jeda: «Allegri non è un difensivista ma un amante del bel gioco. Ricordo che a Cagliari…». Le parole dell’ex attaccante rossoblu

Jeda, ex attaccante del Cagliari di Massimiliano Allegri, ha rilasciato un’intervista in cui ha parlato della Juventus in avvicinamento alla sfida proprio con i sardi.

31 GENNAIO 2009 – «Ogni volta che le due squadre si incrociano, il mio pensiero corre subito a quel giorno. Ho letto che ne ha appena parlato anche Ranieri in conferenza, ammettendo di dimenticarsi più volentieri delle sconfitte che delle vittorie. Tranquillo, mister: ce la ricordiamo bene noi quella partita!».

RICORDO – «Ricordo una partita spettacolare, giocata a viso aperto e in maniera perfetta da parte nostra. Di fronte non avevamo una Juve stratosferica, ma avevamo pur sempre battuto giocatori come Nedved e Del Piero. La sfida aveva esaltato le qualità di quel Cagliari, che con il pallone tra i piedi giocava tanto e anche bene».

COSA CI DISSE ALLEGRI – «Prima della partita ci aveva spiegato che l’unico modo per limitare la Juve era attaccarla, senza timore della maglia o dei nomi scritti sulla schiena. Ci aveva spronato a essere sbarazzini».

ALLEGRI – «Allegri non è assolutamente un allenatore difensivista, bensì uno che sa adattarsi molto bene alle qualità della rosa che ha a disposizione. Oggi la Juventus ha in organico elementi forti, ma che non dispongono delle caratteristiche per comandare il gioco: il resto è una conseguenza. Al contrario, quel Cagliari sapeva e voleva giocare sempre la palla. A lui piace molto il bel gioco, si esalta di fronte a profi li tecnici che sanno gestire bene la sfera. In due stagioni non ricordo una sola volta in cui ci avesse chiesto di essere attendisti…».

COME É CAMBIATO – «Era eccezionale nella gestione dello spogliatoio e credo sia rimasto tale. Con il tempo, anzi, tutt’al più è migliorato. Sicuramente per lui è cambiato il livello di pressione: ora è sempre sotto tiro, nell’ultima stagione è rimasto sostanzialmente solo, e così mi spiego alcuni episodi di nervosismo. Avendo nel frattempo vinto molto, al limite, oggi mi sembra ancor più consapevole delle sue qualità».

DOVE PUO’ ARRIVARE LA JUVE – «Parto dalla premessa per cui l’esclusione dalle Coppe non ritengo rappresenti un vantaggio. Scendere in campo in Champions League ti galvanizza e ti dà fi ducia, se hai un organico adeguatamente attrezzato. L’assenza di impegni infrasettimanali, in più, ti conferisce una sorta di obbligo nei confronti del campionato, a maggior ragione se ti chiami Juventus e non puoi accontentarti di arrivare tra le prime quattro. I bianconeri sono lì e lì hanno tutte le possibilità di rimanere».

SCUDETTO – «Credo che soprattutto Juve e Milan abbiano le carte in regola per mettere pressione fino in fondo all’ Inter che, per qualità del gioco e per profondità dell’organico, rappresenta la vera favorita».

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